Dubbio
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Cresce
il costo della differenziata: +3,46 euro l'anno per abitante e al
Centro si paga di più: 208,05 euro per abitante l'anno. Lo rileva il
Rapporto Rifiuti Urbani 2019 presentato da Ispra.
Tra
i dati evidenziati il fatto che gli impianti non sono al passo con le
esigenze della differenziata, pochi e mal distribuiti. Il rifiuto
organico è il più raccolto, ma alcune regioni sono senza impianti
per trattarlo e vengono esportate all’estero 500 mila tonnellate di
rifiuti.
Sono
7 le regioni italiane che superano l’obiettivo del 65% di
differenziata fissato, al 2012, dalla normativa: Veneto (73,8%),
Trentino Alto Adige (72,5%), Lombardia (70,7%), Marche (68,6%),
Emilia Romagna (67,3%), Sardegna (67%) e Friuli Venezia Giulia
(66,6%). Tra queste regioni, quelle che fanno registrare i maggiori
incrementi delle percentuali di raccolta sono, nell’ordine le
Marche, la Sardegna e l’Emilia Romagna.
I
valori più alti di produzione pro capite si osservano per il Centro,
con 548 chilogrammi per abitante, Rifiuti:
rapporto Ispra 2019con
un aumento di oltre 10 kg per abitante rispetto al 2017. Il valore
medio del nord Italia si attesta a circa ai 517 chilogrammi per
abitante, in crescita di 14 kg per abitante rispetto al 2017, mentre
il dato del Sud si attesta a 449 chilogrammi per abitante, con un
aumento di 7 kg. La produzione pro capite di questa macroarea risulta
inferiore di quasi 51 chilogrammi per abitante rispetto al dato
nazionale e di quasi 100 chilogrammi in raffronto al valore medio del
Centro.
Ad
eccezione di Marche, Molise e Sicilia, tutte le regioni italiane
fanno rilevare, tra il 2017 e il 2018, una crescita della produzione
dei rifiuti urbani. I maggiori incrementi si osservano per il
Piemonte (+5,1%), il Trentino Alto Adige (+4,5%) e la Sardegna
(+3,7%).
La
produzione pro capite più elevata, con 660 chilogrammi per abitante
per anno, si rileva per l’Emilia Romagna, il cui dato risulta in
crescita del 2,8% rispetto al 2017. Segue la Toscana, il cui pro
capite si attesta a 612 chilogrammi per abitante, che fa rilevare una
crescita dell’1,8%. “In tali contesti – spèiega l’Istat - il
valore è influenzato dalla tendenza all’assimilazione, che porta a
computare nei rifiuti urbani anche quelli da attività artigianali,
commerciali e di servizio”.
Un
salto significativo si rileva al Sud con un aumento della percentuale
di raccolta di 4,2 punti nel 2018, in particolare in Sicilia (+7,8
punti) e in Molise (+7,7 punti), seguite dalla Calabria (+ 5,6) e
dalla Puglia (+5).
I
flussi di rifiuti organici avviati fuori regione, i maggiori
quantitativi derivano dalla Campania (circa 487 mila tonnellate) e
dal Lazio (oltre 270 mila tonnellate), entrambe caratterizzate da una
dotazione impiantistica non adeguata a quanto prodotto. Nel caso
della Campania è il Veneto a ricevere la quota più considerevole
dell’organico (49,7% del totale). Per quanto riguarda il Lazio, è
invece il Friuli Venezia Giulia la regione cui sono conferiti i
quantitativi maggiori (pari al 48,7%), a seguire il Veneto (23,4%).
L’esportazione
dei rifiuti interessa l’1,5% dei rifiuti urbani prodotti e
aumentata del 31% rispetto al 2017, mentre calano dell’8% le
importazioni.
Abbiamo
portato fuori dai confini nazionali soprattutto combustibile solido
secondario (45%) e rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei
rifiuti (18%). Austria e Portogallo i Paesi cui vengono destinate le
maggiori quantità di rifiuti urbani. A inviarle sono soprattutto due
regioni: il Friuli Venezia Giulia e la Campania, rispettivamente 27%
e 22% del totale esportato.
Abbiamo,
invece, importato plastica (29%), vetro (25%) e abbigliamento (22%).
Soprattutto dalla Svizzera, con il 33% del totale importato: si
tratta soprattutto di rifiuti di imballaggio in vetro, destinati ad
impianti di recupero e lavorazione situati perlopiù in Lombardia.
L’abbigliamento,
invece, è destinato in massima parte alla Campania, presso aziende
che ne effettuano il recupero.
"Dal rapporto Ispra – rileva Nicola Zingaretti, presidente della regione Lazio - emerge che la raccolta differenziata nel Lazio (esclusa Roma capitale ferma al 42,9%) sale dal 35,9% del 2015 al 53,2% del 2018. Un risultato importante. Grazie ai Sindaci e ai cittadini per il loro impegno che ha reso possibile questo risultato”.
"Dal rapporto Ispra – rileva Nicola Zingaretti, presidente della regione Lazio - emerge che la raccolta differenziata nel Lazio (esclusa Roma capitale ferma al 42,9%) sale dal 35,9% del 2015 al 53,2% del 2018. Un risultato importante. Grazie ai Sindaci e ai cittadini per il loro impegno che ha reso possibile questo risultato”.
“I
dati forniti da Ispra premiano il lavoro del governo Musumeci sul
fronte dei rifiuti. Tanto c’è ancora da fare, ma il balzo in
avanti della Sicilia indica che siamo sulla strada giusta”, afferma
l’assessore regionale all’Energia e servizi di pubblica utilità,
Alberto Pierobon, commentando il rapporto Ispra.
“Un
miglioramento importante – spiega Pierobon – che si riferisce
comunque al 2018. Secondo i dati forniti dal dipartimento,
l’incremento è ancora più marcato nel 2019 che dovrebbe chiudersi
prossimo al 40 per cento. Più che guardare ai numeri e alle
classifiche, che scontano anni di ritardi, stiamo concentrando gli
sforzi sulla pianificazione e sulla programmazione – prosegue
l’assessore – in questo modo stiamo ponendo le basi per
consentire all’Isola di raggiungere finalmente l’obiettivo di una
gestione ordinaria e virtuosa nel settore dei rifiuti”.
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