mercoledì 8 settembre 2010

I castanicoltori e i loro programmi futuri


Fra i programmi della nuova presidenza del Consorzio Castanicoltori dell’Appennino Bolognese, retta, dopo il recente rinnovo delle cariche, da Renzo Panzacchi, vi è quello di realizzare un essiccatoio a Piamaggio in comune di Monghidoro dove si possa attuare il ciclo completo della lavorazione del marrone per farlo diventare farina. L’iniziativa e la relativa struttura viene ritenuta essenziale per consentire una più ampia utilizzazione del prodotto del castagneto poiché il prezioso frutto, se trasformato in farina, permette di realizzare una infinità di piatti e soprattutto di prolungarne il consumo per tutto l’anno. L’essiccatoio si affiancherebbe così al Futa Point, struttura con sede sempre a Monghidoro, dove i soci del consorzio commercializzano i loro prodotti. “Non ci vogliamo fermare alla offerta del prodotto, vogliamo avviare anche una azione culturale che consenta di riportare il frutto del castagneto al ruolo di primo piano che merita nella dieta dei bolognesi” spiega il presidente. “Il nostro è il ‘marrone biondo’ uno dei migliori del mondo e intendiamo rendere partecipi i nostri concittadini del privilegio loro offerto partecipando a molte delle occasioni di incontri promozionali previsti in città”. Panzacchi punta a un coinvolgimento delle scuole e porta ad esempio di quanto il terreno sia fertile la seconda media di Monghidoro. “La classe, rispondendo a un concorso promosso da Coldiretti intitolato ‘mangi locale cresci fenomenale’ ha redatto una lunga ricerca sul marrone. Trasformandola in una favola che comprende una parte didattica e una parte fantastica che esalta le caratteristiche di qualità del marrone. Ricerca che è poi divenuta una pubblicazione”. Germano Lolli, ricercatore e ideatore di tecniche produttive alla avanguardia, mette però il dito su una piaga della coltura: “Si stanno affacciando nuove malattie che richiedono una attenta manutenzione delle piante. Stiamo anche valutando gli effetti dell’arrivo della vespa cinese, un parassita che non ha da noi competitori”. Alessandra Battacchi si occupa dell’utilizzo culinario del marrone: “C’è un ricettario tradizionale da recuperare e da adattare al gusto moderno con innovazioni possibilissime poiché l’uso in cucina del marrone è ancora da scoprire”. Angela Rimondini, proprietario di 2 ettari di castagneto aggiunge: “Mi piace confrontarmi con gli esperti e il consorzio è un ottimo strumento per farci incontrare. Non dobbiamo perdere le nostre tradizioni più genuine”. Luigi Lorenzini spiega. “La cultura del marrone è coinvolgente. Il castagneto, oltre ad essere un luogo magnifico per la ricchezza ambientale di cui è capace, ha trasformato il mio avvicinamento dettato dalla curiosità in un interesse fortissimo”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

com'è possibile dire che Lolli è un ideatore di tecniche all'avanguardia??? La sua "capitozzatura" delle piante ha ucciso decine di esemplari secolari (molti sono i miei)e per di più, nonostante il divieto di fare trattamnenti a seguito del lancio del torymus, egli continua a "bombardare" i castagneti. Sarebbe interessante mandare il suo prodotto in analisi per vedere che sorprese ci potrebbe riservare.