lunedì 2 maggio 2022

Ancora al palo il programma di riapertura punti nascita in montagna

 

di Letizia Rostagno              

  

Il consigliere regionale di Rete Civica,  Marco Mastacchi ( nella foto) ha presentato  un’interpellanza sulla riapertura dei punti nascita in montagna, tema oggetto di diversi atti ispettivi del Consigliere dal 2020 a oggi.

La riapertura dei punti nascita di montagna rappresenta un tema di natura strategica da molto prima che l’emergenza Covid19 ne evidenziasse tutta l’importanza. Tema che nel corso di questo mandato dovrà trovare compimento, così come da programma di governo di questa Giunta regionale.

Sono passati quasi 8 anni da quando è stato chiuso il punto nascita di Porretta Terme, nonostante le diverse manifestazioni, le 11.000 firme raccolte, i ricorsi, le interrogazioni fatte per opporsi a tale decisione. Nel 2017 sono stati chiusi anche i punti nascita di Borgo Val di Taro, Castelnovo né Monti e Pavullo nel Frignano. I punti nascita costituiscono un elemento qualificante per i territori, soprattutto per la tutela delle partorienti e dei nascituri, attualmente costrette a percorrere diverse decine di chilometri in montagna per raggiungere il primo punto nascita operativo. Le soluzioni proposte in questi anni, in alcuni casi, erano di dubbia applicazione come, per esempio, l’affitto di un appartamento, presso un residence nelle adiacenze di un ospedale a Bologna, per una annualità, non garantendo né la continuità né definendo le priorità in caso di più partorienti.

Lo studio di fattibilità per la riapertura del punto nascita di Porretta Terme elaborato dall’AUSL di Bologna, è stato consegnato al ministro Speranza a giugno del 2021. 

L’assessore Donini, in Aula, ha annunciato che entro l’estate 2021 la Regione avrebbe definito anche gli studi di fattibilità per i punti nascita di Pavullo nel Frignano, Castelnovo ne' Monti, Borgo Val di Taro.

I ginecologi nel territorio di Porretta Terme sono rimasti in due mentre le ostetriche sono state trasferire tutte a Bologna e il reparto di Pediatria è presente solo a Porretta Terme mentre è assente a Pavullo nel Frignano. La Regione deve chiedere al Ministero un sostegno chiaro, concreto e rapido a questi investimenti, necessari per la medicina territoriale dell’Appennino e peri progetti di vita degli abitanti di quelle zone montane.

Interroga Mastacchi se è pervenuta e quale sia il contenuto della valutazione dell’analisi tecnica per la riapertura del punto nascita di Porretta Terme, consegnata, ormai da più di 7 mesi dal nostro Presidente e dall’Assessore Donini al Ministro Speranza e se sono stati realizzati e trasmessi al Ministero della Salute gli studi di fattibilità per la riapertura dei punti nascita di Pavullo nel Frignano, Castelnovo ne' Monti, Borgo Val di Taro e con che esito. Chiede inoltre quali siano le azioni che la nostra Regione intende intraprendere per la riapertura in tempi brevi dei punti nascita in montagna al fine di garantire un’assistenza alla nascita di qualità e in sicurezza anche in quelle zone.

L’Assessore Donini conferma che sono stati consegnati al Ministero gli studi di fattibilità dei punti nascita di Alto Reno e Borgo Val di Taro e verranno consegnati anche gli altri due progetti.

Ribadisce la volontà della Regione di riaprire i punti nascita menzionati e riconferma l’obiettivo di mandato su questo punto. La volontà rimane quella di proseguire con la riorganizzazione della rete dei punti nascita, anche se in questo momento la priorità di interlocuzione con il Ministero riguarda la copertura degli altissimi costi sostenuti a causa della pandemia. Mastacchi ringrazia per la risposta e sottolinea come sia importante nei riguardi dei cittadini, e vista la lunghezza dei tempi, rendicontare lo stato dell’arte dei progetti. 

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