Gli impegni, valutati positivamente dall’Autorità, consentiranno di ridurre le barriere all’acquisizione degli operatori e di favorire l’infrastrutturazione. L’AGCM vigilerà sull’adempimento degli obblighi assunti
L’Autorità Garante
della Concorrenza e del Mercato ha concluso il procedimento relativo agli
accordi di accesso all’infrastruttura di FiberCop accettando gli impegni
proposti da TIM, Fastweb, Tiscali e dalle società del fondo KKR. L’istruttoria
era stata avviata il 15 dicembre 2020 per la presenza di numerosi problemi
concorrenziali degli accordi relativi a FiberCop. In particolare, si sarebbe
ridotta la concorrenza nei mercati all’ingrosso delle telecomunicazioni fisse
senza determinare una reale infrastrutturazione degli operatori alternativi che
avrebbero assunto - in ragione delle caratteristiche del progetto, relativo
alla sola rete secondaria - il ruolo di meri rivenditori di servizi di TIM,
senza alcuna differenziazione qualitativa o economica significativa.
Il procedimento ha
riguardato aspetti molto complessi della rete e l’Autorità ha orientato la
propria azione bilanciando i benefici in termini di condivisione di
investimenti con i rischi di restrizioni della concorrenza. Secondo l’Antitrust
la concorrenza infrastrutturale, la pluralità di reti e di fornitori
all’ingrosso e al dettaglio in concorrenza è un elemento imprescindibile nel
mercato delle telecomunicazioni, guidato dalla logica della scala degli
investimenti. L’indipendenza infrastrutturale si traduce, infatti, in migliori
servizi - come profili di velocità maggiori e differenti rispetto agli standard
regolati -, in maggiori efficienze economiche della rete che conducono a
vantaggi per gli operatori di telecomunicazioni e a benefici per i consumatori.
In grandi aree del territorio nazionale la domanda di servizi di comunicazione
permette la compresenza di più reti di telecomunicazione fissa, già terminate o
in corso di ultimazione. La condivisione di alcuni costi di investimento
permetterà di ampliare il novero delle aree in cui potrà esistere una
concorrenza di natura infrastrutturale.
Nel complesso, gli
impegni accolti dall’Autorità si basano su due pilastri, che consistono nel
ridurre le barriere all’acquisizione dei clienti, ovvero gli operatori di
telecomunicazione, nel mercato all’ingrosso delle telecomunicazioni fisse,
favorendo una piena concorrenza infrastrutturale e nel favorire
l’infrastrutturazione tramite la riduzione dei relativi costi e
l’individuazione di stringenti scadenze temporali e obiettivi di copertura.
Quanto al primo pilastro, gli impegni permettono di diminuire i rischi di
preclusione della domanda di servizi di telecomunicazione all’ingrosso da parte
degli operatori di telecomunicazione, riducendo i minimi garantiti e la scala
geografica di adesione al progetto (da nazionale a comunale o sub-comunale) e
introducendo profili di adesione al progetto FiberCop basati su diritti di
lungo periodo, senza minimi garantiti. Sul fronte degli investimenti, TIM ha
fornito un cronoprogramma certo e definito del piano di infrastrutturazione e
si è impegnata a dare, insieme a FiberCop, informazioni idonee alla
pianificazione degli investimenti da parte degli operatori alternativi. Inoltre
TIM faciliterà l’infrastrutturazione degli operatori alternativi offrendo loro
la fibra spenta in rete primaria, riducendone quindi i costi e le tempistiche
di infrastrutturazione. Sempre dal punto di vista dell’infrastrutturazione,
Fastweb si è impegnata ad effettuare un percorso fino al 2026, così da accedere
ai servizi di FiberCop in qualità di operatore effettivamente indipendente da
TIM e Tiscali ha modificato e/o risolto alcuni contratti che non determinavano
alcuna infrastrutturazione, limitando allo stesso tempo la contendibilità della
fornitura all’ingrosso.
Un ulteriore
importante obiettivo che l’Autorità intende conseguire è dato dall’effettiva
esecuzione degli impegni. Al riguardo si prevede un articolato sistema di
monitoraggio e di vigilanza sull’adempimento degli obblighi assunti e sul
puntuale rispetto degli obiettivi di copertura. Una prima verifica avverrà
entro sessanta giorni. In conclusione, l’Autorità ha ritenuto gli impegni
sufficienti a rimuovere le preoccupazioni anticoncorrenziali evidenziate nel
provvedimento di avvio e ha considerato che, anche alla luce delle finalità
poste alla base della strategia italiana per la banda ultra-larga, il
provvedimento adottato, preservando e incentivando la concorrenza
infrastrutturale, sia funzionale al conseguimento - entro il 2026 - dei più
generali obiettivi di connettività a 1 Gbit/secondo sull’intero territorio
nazionale.
(Segnalato da Dubbio)
Nessun commento:
Posta un commento