La Regione Emilia Romagna informa:
La
Regione in campo con 580mila euro. L’assessore Priolo: “A primavera pronto a
partire un nuovo cantiere per il consolidamento del versante”
Si sono conclusi
a Gaggio Montano, in località Marano, i lavori di
sistemazione dell’alveo del Reno, realizzati con un investimento
di 580mila euro. Un intervento, questo, che ha visto diverse azioni
per migliorare l’efficienza del fiume, in particolare nell’area vicina al
centro abitato, ridurre l’erosione e aumentare le difese delle sponde.
“Concentrato a valle,
l’intervento- spiega Irene Priolo, assessore regionale alla Difesa
del suolo e Protezione civile- fa parte delle opere previste per risistemare il
piede della frana che ha investito il territorio di Gaggio nel marzo di quattro
anni fa, interessando il versante per circa 750 metri e provocando danni al
corso d’acqua, alla viabilità e ad alcune abitazioni”.
“Per dare un assetto
definitivo a tutto il versante- conclude l’assessore- sono pronti a partire
nella prossima primavera altri lavori di consolidamento e di opere strutturali
del valore complessivo di un milione e 200mila euro”.
L’intervento sul Reno
Per innalzare
la quota di fondo dell’alveo, si è lavorato in
corrispondenza del piede della frana, raccordando il nuovo livello con quello a
valle tramite la realizzazione di una rampa in massi ciclopici.
Rampa che ha permesso anche di mantenere la continuità morfologica del corso
d’acqua, garantendo così la dissipazione di energia su tutta la lunghezza
dell’opera, con un minor rischio di erosione e un aumento di
stabilità. La struttura allungata favorisce, inoltre, la rinaturalizzazione
del fiume; nel tempo sarà completamente integrata nell’alveo naturale,
assicurando la libera risalita della fauna ittica.
Completa l’intervento
la costruzione di una scogliera in corrispondenza della sponda
sinistra del Reno e la sistemazione di quella sulla destra; opere, queste, che
contribuiscono alla stabilità del piede della frana e sono propedeutiche ai
lavori futuri. Infine, si è proceduto all’allargamento dell’alveo nel
tratto a valle della frana, tra la passerella pedonale e il ponte
ferroviario, migliorando l’efficienza del corso d’acqua in
prossimità dell’abitato.
I lavori sono stati progettati e seguito dai tecnici della sede di Bologna
dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile.
La frana di Marano
Attivata all’inizio
di marzo 2018, la frana – lunga circa 750 metri, larga tra i 100 e
i 150, con una profondità media di circa 10 metri e un volume complessivo di
circa un milione di metri cubi di terra – in pochi giorni ha raggiunto l’alveo
del Reno, distruggendo l’ex strada statale 64 Porrettana. Ha reso inoltre
inagibili alcune case e coinvolto la linea ferroviaria Porretta-Bologna, in
modo del tutto simile a quanto si era verificato nel febbraio 1996. Solo
gli interventi immediati ai piedi della frana, realizzati dall’Agenzia, hanno
impedito la completa occlusione del fiume evitando la formazione di un lago
“effimero”, che avrebbe potuto sommergere la ferrovia. L’Unione dei Comuni
dell’Appennino bolognese è intervenuta sul corpo della frana per una prima
regimazione delle acque e per ripristinare la viabilità, mentre Rete
ferroviaria italiana (Rfi) ha messo in sicurezza la linea ferroviaria.
Tutte le informazioni
sui lavori in corso in Emilia-Romagna per la sicurezza del territorio si
trovano sul sito: https://www.regione.emilia-romagna.it/territoriosicuro.
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