Dubbio ci ha inviato il titolo di un articolo de Il
Resto del Carlino in cui si riporta che il consiglio della Città Metropolitana non ha amministratori dell’Appennino. Il consiglio della Città Metropolitana non avrà
quindi una rappresentanza della montagna, alla faccia della tanto caldeggiata e
ripetuta volontà di trovare una unione d’intenti fra le maggiori rappresentanze
amministrative dei comuni dell’Appennino bolognese per ottenere una presenza appenninica nei vari contesti
politico-amministrativi sovra comunali, fra cui ovviamente, la più importante,
la Città Metropolitana. Ma siamo di
fronte a una delle tante incongruenze di cui l’Appennino è vittima. Bologna la
fa ( il sindaco metropolitano è eletto dal solo comune di Bologna) e se la diverte.
Da soli i rappresentanti bolognese decidono chi occupa gli scranni
amministrativi.
Chi ingenuamente aveva creduto che si potesse avere
qualche segnale di ‘unità di intenti’, fra gli amministratori dell’Appennino perché
la pressione coesa di tutti ottenesse nuovi equilibri ha così un’altra e
probabilmente non ultima, delusione.
Se fino ad ora la Città Metropolitana non ha guardato molto alle esigenze della montagna, in futuro cosa succederà?
Ma come
recita il noto saggio popolare ‘qual che as vol a n’è mai trop’ ( quello che si
vuole non è mai troppo).
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