di Marco Leoni
P L A T
O N E
La
Repubblica
e lo stato giusto
Lezione di Matteo Saudino fantastico prof. di filosofia
Lezione dedicata alla Repubblica
di Platone (2° parte)
SECONDA PARTE
Il modello politico di Platone
Prima cosa da sapere: un modello
politico elaborato perfetto è perfetto per
chi lo scrive. La filosofia,
anche se Platone si presenta come filosofo della
verità, rimane pur sempre
un’opinione e questa è la visione politica di
Platone trattando la quale
però emergeranno dei problemi politici,
come quello della corruzione,
che sono problemi politici ancora
presenti nella nostra società.
Ecco che Socrate prende la
parola e descrive uno stato ideale. Socrate parla,
come sempre in questi
dialoghi della maturità, per bocca ovviamente di
Platone,
ovviamente utilizzando le idee di Platone.
Lo stato ideale di Platone è
uno stato diviso in tre classi sociali e uso il
termine classe e non casta
perché sono classi teoricamente aperte: si può
passare da una classe all’altra.
Ma, come voi vi accorgerete e mi farete
notare, è molto molto difficile
passare da una classe all’altra. Le tre classi
che vi presento non
sono caste sul modello indiano induista: nasci in una
casta e
appartieni a quella casta. Nelle classi sociali, un cittadino o una
cittadina può passare da una classe ad un’altra.
Sarà però difficilissimo
perché ci sono dimensioni valoriali e conoscitive
che uno deve avere per
appartenere a una classe o a un’altra.
Innanzitutto vi è la classe più
elevata, quella degli uomini con l’anima
aurea, la classe dei governanti,
in cui gli uomini nascono con un’anima
aurea o hanno un’anima che
deve essere allenata.
Platone ci dice che alcuni
uomini nascono con un’anima aurea, propensa al
bene e vanno educati
al bene. Non è che l’anima aurea è un’anima già bella
fatta e
confezionata, completa. I governanti sono quelle persone che hanno
un’anima aurea che è stata allevata e educata.
Sempre magnifico Platone.
I governanti che compito hanno?
Quello di governare, cioè di amministrare
la città,
guidarla. Al governo non devono andare gli uomini che hanno
l’anima di
bronzo o di ferro, non devono andare gli uomini che non sono
adatti a
governare. Le persone adatte a governare sono quelle con l’anima
aurea perché sono i sapienti, cioè coloro che conoscono il bene.
Qual è la qualità che deve
possedere il governante? è la conoscenza del
Bene e i governanti
filosofi sono quelli
che avranno come sapere la
Scienza. E che tipo di virtù
devono possedere? La
sapienza, la saggezza.
Ci tengo a precisare che per
Platone saggezza e sapienza coincidono perché
chi è sapiente conosce
il bene, è saggio e si comporta bene. La sapienza
riguarda la sfera della
conoscenza, la saggezza la sfera del comportamento.
Quando voi dite mio nonno è
saggio perché mio nonno sa comportarsi bene,
ha vissuto una vita tale
per cui quando deve fare una scelta la fa ponderata,
la fa giusta. Non si
è saggi senza essere sapienti, non si è sapienti senza
essere saggi.
Ecco il Platone immenso.
Seconda classe sociale è quella
dei guerrieri, detti anche guardiani, quelli
che hanno un’anima propensa al
coraggio. Non sono gli scienziati del bene,
sono gli uomini che hanno
la capacità di essere coraggiosi e hanno il
compito di difendere la città.
Ci tengo a precisare che
parliamo di un’opera in cui i guardiani non sono
dei militari d’attacco ma sono
dei guardiani, cioè predisposti a difendere i
governanti e
proteggere la città.
Qua Platone si rifà al mito
delle stirpi, cioè ci sono gli uomini che nascono
con l’anima dorata e hanno la
propensione a governare, ci sono invece degli
uomini che hanno un’anima
d’argento e hanno la caratteristica di essere
coraggiosi.
Nel mito delle stirpi gli uomini
nascono già con la stirpe aurea e la stirpe
d’argento. Gli uomini che
appartengono alla stirpe aurea governeranno,
gli uomini che hanno la stirpe
d’argento saranno i guardiani.
Platone oggi ci parlerebbe di
talento o predisposizioni:
non tutti hanno
la predisposizione al coraggio o
alla conoscenza perché c’è chi è più
portato per la fisicità e chi è
più portato allo studio.
Vi ho già parlato di questo con
l’anima, non tutti hanno l’anima per fare i
soldati, i pompieri, non tutti
hanno l’anima per governare non tutti hanno
l’anima per fare i
panettieri. Ci sono delle predisposizioni naturali, poi uno
può forzarle.
La terza classe sociale è
quella più vasta, più ampia, quella dell’anima di
ferro e di
bronzo e vi appartengono i cittadini normali.
Ma la normalità è ciò che
permette allo stato di funzionare perché i cittadini
normali sono quelli
che hanno la qualità di essere Temperanti.
Certamente questi uomini hanno
un livello di conoscenza molto bassa,
ignorano le virtù militari,
ignorano il bene e la giustizia, dunque non
potranno governare. Però magari
conoscono la tecnica del seminare, del
raccogliere, del remare, del
fare il pane, di battere il ferro, del fare le scarpe,
del fare il vasellame. I
cittadini temperanti hanno delle qualità che
esercitano la loro funzione
lavorativa e sociale. Ognuno ha una virtù (virtù
vuol dire essere
capaci, di parlare, scrivere, fare sport, di cantare). Le virtù
sono
delle capacità per Platone, si possono moderatamente allenare, cioè si
può divenire più temperante, più coraggioso, più sapiente, ma in
parte si
nasce già così. Questo
è il determinismo sociale di virtù
che Platone
esprime e che è criticabile: allora nasci già con la camicia
del governante,
nasci già con la camicia dell’insegnante, del vasaio,
del contadino.
Chiaramente il fisico ti aiuta: non è che tutti possono fare
rugby come Aisha
ma ci possono essere delle persone minute che con forza di
volontà riescono
a giocare a rugby; lo stesso, non tutti possono avere
la voce di un buon
soprano ma non vuol dire che allenandosi non si
possa diventare un buon
cantante.
Però Platone ci parla di classi
sociali: ognuno appartiene a una classe
sociale, alle classi sociali
corrispondono le tre parti dell’anima,
metaforicamente la parte
dell’anima dei governanti è quella razionale,
quella dei soldati
guerrieri è irascibile, cioè coraggiosa e volitiva e il
guardiano
lo fa chi ha volontà e coraggio , poi quella dei cittadini, che sono
quelli concupiscibili che vivono con passione e irrazionalità e solo
di
emozioni.Per Platone deve guidare lo stato chi è razionale, non
potrà essere
un Razzista
elitario a guidare
uno stato, a diventare sindaco. Non potrà
essere una persona
irrazionale ed emotiva, deve essere solo una persona
razionale, che sa
guidare, condurre l’anima, lo stato, la città.
Dopodichè la persona più
emotiva e passionale potrà avere una funzione
fondamentale, quella coraggiosa,
quella più portata all’organizzazione.
Ognuno deve svolgere il proprio
compito .
Sto arrivando a rispondere alla
domanda iniziale: quando
uno stato è
giusto? Quando ognuno svolge
al meglio il proprio compito; lo
stato è
giusto quando chi ha l’anima
aurea governa, chi ha quella d’argento difende
lo stato, chi ha quella
di ferro e di bronzo obbedirà e svolgerà il proprio
compito. Uno stato è
giusto quando il governante governa bene, il soldato
difende bene, il
panettiere fa bene il pane, il ciabattino fa bene le scarpe, il
vasaio fa bene il
vaso, il contadino lavora bene la terra.
Se io vado dal panettiere che è
un ottimo cantante ma quel pane che mi ha
dato lo posso tirare contro
il muro e abbatto il muro, non gli dirò che ha
fatto bene il pane, ha
fatto un pane terribile, ma canta bene. Ma se canta
bene non venga a fare
il pane. Se io vengo qua e sono bravo ad allenare a
pallavolo ma non so
insegnare filosofia, non sarò un buon insegnante di
filosofia poiché
sono un buon insegnante di pallavolo. E' chiaro che bisogna
fare bene ciò
per cui si è predisposti ed essere nel posto giusto a fare il
proprio
mestiere. Così lo stato funziona.
Sulla carta ha un suo senso.
E qui c’è il famoso paragone
tra lo stato e il corpo umano.
Platone è un organicista,
siamo agli antipodi della democrazia e
dell’essere liberali, lo
stato è come un corpo umano.
Un corpo umano funziona bene
quando funziona bene la testa, i governanti.
La parte del cuore è
il coraggio, i guardiani.
Ma poi quando funzioneranno bene
tutti gli altri organi secondari che sono
la milza, i reni ecc. ecc.
funzionerà bene tutto il corpo.
Quando il vasaio non fa il
vasaio, s’inceppa. Quando i difensori non fanno
il loro dovere, s’inceppa il
meccanismo. Quando chi governa governa male,
lo stato è portato al
fallimento, alla deriva perché a ogni ruolo sociale
corrispondono
responsabilità diverse.
Dunque questo stato è uno stato
aristocratico dove c’è di fatto una
minoranza di uomini sapienti
che devono guidare lo stato. Ma come lo
guidano questi sapienti?
Bene, perché conoscono il bene.
E non ci sono nella Repubblica
neanche le leggi, perché se io sono
governante e conosco il bene,
governo bene, a cosa servono le leggi? Se
tutti sanno quello che
devono fare lo fanno senza che vi sia la legge e le
cose vanno
avanti: fatto utopico, ideale, perfetto.
E' superiore nel corpo umano il
tutto o le parti che lo compongono? Nello
stato di Platone vengono
prima i cittadini, i singoli uomini o il tutto?
Per Platone prima viene lo stato
e poi i cittadini: è lo stato che fa i cittadini,
non i
cittadini che fanno lo stato.
Ecco perché non è democratico:
in democrazia, in socialdemocrazia, in
liberal democrazia, prima
vengono i cittadini, gli uomini, le donne, i
bambini, i ragazzi e le
ragazze con i loro diritti e i loro valori e poi viene lo
stato.
Invece per Platone è lo stato che forma i cittadini, è lo stato che
fa la
comunità politica.
Vado in conclusione. Perchè la
Repubblica è immensa?
Vi dico solo una cosa, quella
dei governanti. Per i governanti è
abolita la proprietà privata ma
come, perché? Perché i
governanti sono i servitori dello stato e
chi governa non lo deve
agire per accumulare denaro ma lo deve fare
per il bene dello
stato e della comunità e
dunque i governanti vivano in case dello
stato, che vuol dire che
gliele ha costruite lo stato, la comunità.
mantenuti nella moderazione.
1 commento:
Carissimo Marco, grazie per le perle di cultura e di speranza che intendi condividere con noi. E' nella tua natura la curiosità e la continua ricerca della bellezza non intesa in maniera estetica e superficiale, ma quella vera, autentica che fa affiorare in superficie l'essenza delle cose e che può trasformare le persone. Quella bellezza che gli antichi greci, al tempo di Platone la definivano con un'unica espressione "kalokagathos" che significa bello e buono e unisce l'ideale di bellezza all'etica.
Mi piace pensare, assieme a te che questa bellezza salverà il mondo.
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