Da E-R Sociale.
Prevenzione,
contrasto, formazione e divieto di slot machine entro 500 metri da
scuole e luoghi di aggregazione giovanile. Il presidente Bonaccini:
“Alta l’attenzione della Regione Emilia-Romagna, soprattutto
verso i soggetti più vulnerabili”. Contributi ai Comuni per
favorire progetti legati marchio etico “SlotFreeER”
Norme
più stringenti, fino al divieto di installare apparecchi per
il gioco d'azzardo entro una distanza di 500 metri
da scuole, luoghi di aggregazione giovanili e di culto, cioè quelli
più frequentati dai ragazzi; iniziative di prevenzione e contrasto,
maggiori finanziamenti ai Comuni per progetti che
valorizzino gli esercenti che scelgono di non
installare macchine per il gioco d’azzardo nei loro locali e che,
pertanto, aderiscono al marchio etico “SlotFreeER” voluto
dalla Regione.
La
Regione è in prima fila nella battaglia contro la ludopatia. In
Emilia-Romagna, infatti, il 22,7% della popolazione tra i 15 e i 64
anni riferisce di aver giocato d’azzardo almeno una volta nel corso
dell’anno. Tra questi, il 4,4% è a rischio - moderato o grave - di
dipendenza. Ed è proprio per contrastare, prevenire e ridurre questo
pericolo che la Regione ha rafforzato la propria
normativa in tal senso, dopo che, prima in Italia a farlo, già nel
2013 aveva approvato una legge specifica sul tema. Due mesi fa,
infatti, c’è stato il via libera “al Testo unico per la
promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza
e dell’economia responsabili, con l’obiettivo di dire no alle
mafie, legge che fra le altre misure introduce il divieto di
slot machine entro 500 metri da scuole e luoghi di aggregazione
giovanile.
Bonaccini: “L’attenzione deve restare alta”
Lo
ha sottolineato il presidente della Regione, Stefano
Bonaccini, intervenendo alla presentazione della prima indagine
realizzata dall’Osservatorio “Young millennials
monitor” di Nomisma su motivazioni e approccio dei giovani
verso il gioco d’azzardo. E anche se l’indagine ha rilevato in
Emilia-Romagna una propensione al gioco, tra i giovani della fascia
d’età 14-19 anni, inferiore rispetto al Centro e Sud Italia,
“l’attenzione resta alta, soprattutto per i soggetti più
vulnerabili, e quindi anche giovani e giovanissimi. A maggior
ragione- ha ribadito il presidente della Giunta- come Conferenza
delle Regioni proseguiremo il nostro lavoro per arrivare a un'intesa
con il Governo sul gioco d’azzardo”.
Bonaccini
ha poi ricordato anche il bando regionale, da poco chiuso, che
assegna ai Comuni 150mila euro per progetti che
valorizzino gli esercenti che scelgono di non
installare macchine per il gioco d’azzardo nei loro locali e che,
pertanto, aderiscono al marchio etico “SlotFreeER” voluto
dalla Regione, annunciando che i fondi raddoppieranno con
il prossimo bando, passando a 300mila euro.
L’assistenza: oltre 1.300 i giocatori in carico alle Ausl
Le
persone che nel 2015 si sono rivolte ai servizi per le dipendenze
delle Aziende Usl dell’Emilia-Romagna per dipendenza da gioco
d’azzardo sono state 1.310 (ultimo dato disponibile). L’utenza è
in prevalenza di sesso maschile e la fascia di età più
rappresentata è quella tra i 41 e i 50 anni.
Prevenzione, trattamento, formazione, marchio Slot FreeER: l’impegno della Regione
Il
tema della prevenzione del rischio di dipendenza dal
gioco patologico è stato inserito nei percorsi che fanno capo al
Piano regionale della prevenzione. Inoltre, in molti territori sono
stati attivati tavoli di collaborazione tra Ausl ed enti locali, con
progetti inseriti nei Piani di Zona per la salute e il benessere
sociale. L’assessorato alle Politiche per la salute, in
collaborazione con le Ausl, fornisce materiali informativi di
supporto e consulenze ai Comuni e alle associazioni.
Per
quanto riguarda il trattamento della dipendenza da gioco d’azzardo
sono attivi in in Emilia-Romagna, nei Servizi per le Dipendenze
patologiche di ogni Ausl, punti di accoglienza, valutazione e
trattamento dei giocatori patologici e dei loro familiari.
E’ attiva anche la sperimentazione di un servizio
residenziale breve specifico per giocatori (“Progetto
Pluto”) gestito dal Centro Sociale Papa Giovanni XXIII, che opera
con due sedi situate rispettivamente in provincia di Reggio Emilia e
di Modena. Inoltre, la Regione ha sottoscritto un protocollo di
collaborazione con le Associazioni Giocatori Anonimi e GamAnon-
familiari di giocatori, riconoscendone il ruolo di risorsa nel
sistema di cura dei giocatori patologici e delle loro famiglie.
Su
tutto il territorio la Regione garantisce poi la formazione degli
esercenti e del personale delle sale da gioco. Per il personale
sanitario e sociosanitario sono stati realizzati seminari di
approfondimento sugli interventi legali per il giocatore con disturbo
da gioco d'azzardo e la sua famiglia e sul sovra-indebitamento delle
famiglie. E’ attivo anche un numero verde regionale: il cittadino
può chiamare e ricevere un'indicazione precisa, secondo la sua
residenza, dei punti di accoglienza nelle Ausl. In collaborazione con
i Comuni (Legautonomie/Anci) è stato messo a punto un percorso di
assegnazione del marchio ai locali che non hanno
installato o hanno disinstallato apparecchi per il gioco (Slot e
Totem per il gioco on line): il marchio Slot FreeER. La
vetrofania è stata realizzata dalla Regione e distribuita ai Comuni
capodistretto.
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