giovedì 6 agosto 2015

Tenta la truffa 'dell’incidente al figlio' e fermo .


Dalla Legione Carabinieri Emilia Romagna. Comando Provinciale di Bologna

Attenzione i furfanti sono sempre in agguato e sanno camuffarsi come i camaleonti.

Nella serata di ieri, 5 agosto, i Carabinieri di Castel S. Pietro Terme hanno arrestato per truffa aggravata B. A., 36enne napoletano, ma  residente a Reggio Emilia.
Gli investigatori dell’Arma erano stati attivati intorno alle 13 da una chiamata giunta alla Centrale Operativa della Compagnia di Imola da parte di una signora residente in Osteria Grande, la quale riferiva di aver ricevuto una telefonata da parte di un sedicente avvocato che le aveva detto che suo figlio aveva avuto un incidente con degli stranieri e che, essendo privo di assicurazione, era necessario pagare una ‘cauzione’.
A tale scopo sarebbe andato a casa loro un suo incaricato a ritirare i soldi. Lei diceva di essersi fatta prendere dal panico e di aver consegnato mille euro a questo sconosciuto che era andato a casa sua poco prima. Subito dopo però l'avevano nuovamente chiamata al telefono chiedendole altri cinquemila euro. A questo punto l'anziana vittima comprendeva di essere stata raggirata e chiamava il 112. Riferiva che la persona a cui aveva consegnato i soldi era giovane, italiana ed indossava una giacca scozzese.
La pattuglia della Stazione giungeva in pochissimi minuti in zona e, dopo una breve perlustrazione, rintracciava nei pressi dell’abitazione della signora un giovane con indosso la giacca scozzese segnalata, poi identificato in B. A.. I militari fermavano l’uomo e  lo perquisivano, trovandogli indosso i 1000 €, tutti in pezzi da 50, appena ricevuti dalla vittima. Il truffatore veniva quindi portato in caserma, dove venivano dettagliatamente ricostruiti gli antefatti.
Il marito convivente della  signora segnalante aveva ricevuto intorno alle 12 una telefonata da un tale avvocato Pizzuto,  il quale avvisava che quella mattina il loro figlio, mentre andava a lavoro, aveva avuto un incidente stradale. A tale notizia, l’uomo, cardiopatico, era subito andato in agitazione ed aveva passato il telefono alla moglie. Il sedicente avvocato, continuando la telefonata, aveva detto che erano dai Carabinieri poiché il figlio aveva avuto un incidente stradale e che, essendo privo di copertura assicurativa, dovevano dare la somma di 3.200,00 euro per sistemare la pratica. inoltre aggiungeva che il figlio gli aveva dato il loro numero di casa e, dopo averle chiesto dei dati (al fine di rafforzare l'idea della serietà della telefonata) aveva chiesto alla donna quanto denaro aveva in casa. Alla risposta che aveva 1000 euro e dell'oro, lo sconosciuto, per accelerare i tempi, aveva detto alla vittima che avrebbe mandato una persona a prendere questa somma. Contestualmente la donna aveva fornito allo sconosciuto il suo numero di cellulare. Proprio in quel frangente era arrivato a casa un uomo sconosciuto, presentatosi come ''Luca” e mandato dall'avvocato per ritirare dei soldi, mentre il sedicente avvocato, sempre al telefono con la donna, le diceva di consegnare i soldi a quell'uomo. Presi i 1000  euro il Luca salutava, usciva da casa e si allontanava. L'avvocato, a  quel punto, diceva all'anziana donna di andare in banca a prelevare non più 3200,00, ma 5000,00 euro. Chiusa la conversazione, però, i due coniugi chiamavano il figlio al telefono e si accertavano che non  aveva subito alcun incidente. Pertanto i due coniugi erano subito andati dal cognato che abita al piano soprastante ed insieme chiamavano i Carabinieri.
Dopo qualche minuto, sul telefono cellulare della donna aveva chiamato il sedicente avvocato per chiedere se avevano trovato il denaro. Ma proprio in quegli istanti era arrivata la pattuglia dei Carabinieri che avevano fermato il malfattore.

B. A. è stato quindi tratto in arresto per truffa aggravata e trattenuto nella camera di sicurezza in attesa del processo per direttissima di questa mattina.  L'uomo è stato condannato  a 10 mesi reclusione, 300 € multa e obbligo dimora comune Napoli.



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Al diavolo la privacy che protegge solo i delinquenti.
Si dovrebbe sapere il nome di questi bastardi in modo che tutti quelli che li conoscono,oltre che starne alla larga, possano dimostrare il disprezzo dovuto.

Anonimo ha detto...

E "bastardi" è un vero e proprio complimento... roba da far venire un infarto al genitore malato del ragazzo.