Nel Bolognese, reclutavano ragazzi provenienti dal Perù
Reclutavano e sfruttavano per la prostituzione dei giovani transessuali sudamericani.
Un'accusa che ha portato la squadra Mobile della polizia di Bologna, in seguito a un'attività coordinata dalla Procura, a emettere tre misure cautelari di divieto di dimora nella Città metropolitana.
L'indagine - svolta attraverso intercettazioni telefoniche,
informatiche e ambientali - è stata avviata in seguito alla segnalazione fatta
alla squadra Mobile, nel 2022, da due transessuali che sostenevano di essere
stati aggrediti da una coppia, che secondo loro aveva l'obiettivo di affermare
l'egemonia e il controllo di alcune strade dove esercitare la prostituzione. Le
zone interessate sono le vie Rigose e Roma, a Zola Predosa, nel Bolognese, ma
anche i viali Togliatti e Gandhi nel capoluogo. La coppia soggetta a indagine è
composta da un uomo transessuale di 35 anni originario del Perù e dal suo
compagno rumeno di 38 anni.
Secondo gli inquirenti i due cercavano di immettere nel
mercato della prostituzione - anche in città come Castel Maggiore e San Lazzaro
di Savena - dei ragazzi giovani provenienti dal Perù. Sarebbe stato proprio il
35enne peruviano a organizzare l'arrivo in Italia fornendo alloggio e affidando
il trasporto delle persone al suo compagno rumeno, che riceveva un compenso in
denaro. Ogni giovane ragazzo sfruttato, che veniva chiamato "figlia"
dai due, doveva corrispondere circa 10mila euro al 35enne: dall'alloggio,
appunto, alla concessione della zona di prostituzione. Tra gli indagati e
destinatari della misura cautelare anche il figlio del 35enne peruviano.
(ANSA).
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