mercoledì 8 febbraio 2017

Valle del Setta: Valle di lacrime.

Un gruppo di escursionisti ha inviato tre foto che ritraggono 'lo stato di fatto' in cui si trova la 'cava di Ca' Bruciata' a Cinque Cerri in Comune di Sasso Marconi e si chiedono con grande disappunto se la 'Valle del Setta sia diventata zona franca per i deturpatori dell'ambiente.

Dopo aver sopportato e ancora mal digerito lo scempio portato alla valle per far posto alla Variante di Valico,” dicono, “ora si deve assistere anche a questi, conseguenti a concessioni comunali che potevano certamente essere evitate”.
Il gruppo informa poi di aver fatto girare le foto su varie mail list e averle fatte pervenire anche a Italia Nostra da cui si aspetta un deciso intervento per far cessare, o almeno contenere, la 'grande ferita all'ambiente'. 
 



“ Chi transita a Sasso Marconi, sulla strada statale Val di Setta, fra la frazione Cinque Cerri e Lama di Setta in direzione  Vado, Lagaro, Castiglion dei Pepoli”, si legge nella comunicazione che correda le foto, “ non riesce a vedere l'entità della cava Casa Bruciata. Chi percorre invece la Via degli Dei, a piedi, nel tratto Badolo, Monte del Frate, Monte Adone ( e sono migliaia in un anno gli escursionisti che l'affrontano), vede nell'interezza la profonda ferita che si sta allargando e innalzando sulle pendici del Contrafforte Pliocenico ( Parco Regionale ), area SIC ( sito di interesse comunitario ) e ZPS ( zona di protezione speciale ) dove addirittura in alcuni tratti si vieta di entrare anche a piedi per non disturbare la nidificazione del Falco Pellegrino, poi si autorizza a SCAVARE, SCAVARE, SCAVARE”.




7 commenti:

Anonimo ha detto...

Da qualche parte i materiali per costruzione bisognerà pur prenderli.

Anonimo ha detto...

un gruppo di escursionisti radical chic avendo del tempo da perdere e non avendo problemi più grossi girovagando per l'appennino rompono i maroni all'agricoltore,al boscaiolo e al cacciatore e comunque a chi lavora. Se vogliono vedere qualcosa di incontaminato se ne vadano nella foresta nera o in amazzonia.

Cesare Zecca ha detto...

Ci sono collinari e montanari sensati che hanno a cuore l'ambiente in cui vivono, proprio perché ci devono vivere e altri che si rallegrano di vivere in posti sempre più degradati e che fanno schifo e che, giulivi, plaudono ad ogni devastazione che li lascia, oltretutto, sempre più poveri e in posti sempre più orribili.
La val di Setta è un esempio abbastanza lampante. In Val di Susa non si sono prostituiti per due denari che finiscono dopo tre giorni.

Il cretinismo, il masochismo sono egalitari e non fanno distinzioni geografiche.
Poi i radical chic... gli artificializzati da inurbamento, quelli del diritto alla casa, diritto alla montagna, diritto alla bistecca, diritto a più tutto per più tutti, lasciamo perdere che è meglio, che in fatto di idiozia, quelli, non li batte nessuno.

Cesare Zecca ha detto...

> Da qualche parte i materiali per costruzione bisognerà pur prenderli

Beh, direi che in Italia ci sono milioni di capannoni e unità abitative vuote.
Quindi non c'è alcuna necessità di costruire della roba nuova e men che meno farlo su terreno verde a fini speculativi.
Tra l'altro, la maggioranza degli sciocchi che danno addosso a coloro che si oppongono alla devastazione edilizia del territorio non si accorgono che ogni unità abitativa edificata nuova che si aggiunge al mare di invenduto, di non affittato, fa scendere il prezzo delle proprie proprietà per le quali, magari, si sta pagando ancora il mutuo.

Ah però bisogna pur costruire!

Cosa?!

Anonimo ha detto...

Caro Cesare le case attuali non sono antisismiche, con gradualità non è male sostituirle con case antisismiche anche se ciò comporta notevoli problemi ambientali, smaltimento delle macerie di quelle abbattute e reperimento materiali per quelle nuove, ogni attività umana comporta un turbamento all'equilibrio ambientale, è inevitabile, disperarsi per ciò è inutile,il vero problema è che sul territorio italiano siamo in troppi, in un territorio in grado di sopportare al massimo 34 milioni di abitanti ne hanno stipati 60 milioni e quei dementi di politici ne stanno prendendo dentro anche dall'estero. Questa massa di persone consuma risorse e ambiente,per esempio per dare l'acqua a tutti hanno captato tutte le sorgenti ed hanno seccato tutti i fossi, in settembre che è il mese peggiore i fiumi fanno pena.
Concordo poi che la valle del Setta è stata devastata in modo indegno, fortunatamente credo che posti così devastati siano pochi.

Anonimo ha detto...

Nel 1952 e sucessivi, c era la ricostruzione del dopo gurra in atto. I materiali da costruzione primari, si attingevano dai fiumi... e oggi che i fiumi che attaraversano le nostre valli, non hanno più un letto -come una volta- anzi sono spesso al di sopra del piano di campagna degli stessi. Quando si ingrossano, non avendo un letto profondo, come una volta, stralipano e fanni danni...in più oggi i fiumi sono stupide foreste di pioppi. La piena porta via spesso tronchi e alberi che ormai hanno 30 anni di vita sulla sabbia e sassi del fiume, facendo danni grandissimi a piloni di ponti ecc. Allora cosa costra ritornare a ieri, usare queste risorse e lasciare stare colline e pendii dove ancora si può vivere l'ambiente??? qualcuno ci guadagna meno?? Torniamo a ieri, si viveva molto meglio e con più sicurezza.Che differenza fa una scossa di terremoto che fa' crollare pendii feriti, rispetto a un letto di un fiume che scorre? domanda per i sapienti esperti delle concessioni dello sbranamento del nostro pliocenico!

Anonimo ha detto...

Rispondo all'anonimo del 10 febbraio ore 13,26
Semplicemente non è vero che i letti dei fiumi in montagna si sono alzati, anzi si sono abbassati notevolmente proprio perchè è stato tolto troppo materiale, piloni di ponti con fondazioni scoperte e frane che hanno ripreso il movimento perchè il fiume gli ha eroso il piede si possono vedere ovunque. Altra cosa è la vegetazione nel letto dei fiumi che vorrebbe mantenuta controllata, ma prova a toccare una frasca e ti ritrovi contro tutti i verdi. Loro, sempre loro a far danni all'ambiente e credono persino di esserne i difensori.