domenica 10 ottobre 2021

L’intervento sul Santuario di Sasso Marconi.

Complessità e soluzioni, ne parla l’architetto progettista Moreno Cassani.

2° Parte

Riprendiamo la chiacchierata con l’architetto Cassani ( nella foto), progettista del restauro e rinnovamento del Santuario della Beata Vergine del Sasso.

 


1 Come sei riuscito a conciliare l'esigenza di portare un forte rinnovamento senza cancellare le tracce del passato ? 

Quando si interviene sul costruito vi sono due scuole  di pensiero: conservare meticolosamente oppure lasciare l’impronta del tempo che si sta vivendo. Naturalmente fra le due opzioni non c’è un confine netto, esse si intersecano in quel ping-pong di cui dice Piano, tuttavia il ruolo della Soprintendenza in questo è determinante e, in Italia, la Soprintendenza propende per la conservazione (…a volte, dico, per fortuna).

Per cui, concettualmente i confini erano stabiliti chiaramente : il forte rinnovamento è scaturito dalla elaborazione delle indicazioni date dal Concilio Vaticano II, mentre l’approccio conservativo, oltre che da una personale predisposizione, è risultato dai numerosi incontri con la funzionaria Architetto della Soprintendenza, confronti a volte piuttosto dibattuti, ma sempre con l’intento da entrambe le parti di raggiungere la migliore soluzione progettuale possibile. Questo è successo principalmente quando si è trattato dei “fuochi liturgici” (altare, ambone, tabernacolo) e della rampa di accesso sul sagrato.     

Il Cardinale Zuppi consacra l'altare

2 Spiega il lavoro fatto per il nuovo altare 

Come premessa riporto un estratto dalle raccomandazioni della CEI per l’adeguamento liturgico delle chiese, scaturite dai documenti del Concilio Vaticano II.

Nota pastorale della Commissione Episcopale Italiana (CEI) per la liturgia                   del 31 maggio 1996.

“L'altare nell'assemblea liturgica non è semplicemente un oggetto utile alla celebrazione, ma è il segno della presenza di Cristo, sacerdote e vittima, è la mensa del sacrificio e del convito pasquale che il Padre imbandisce per i figli nella casa comune, sorgente di carità e unità … L'adeguamento liturgico delle chiese esistenti, mira ad esaltare il primato della celebrazione eucaristica e quindi la centralità dell'altare…”

L’altare, cioè, come “fuoco” principale (gli altri sono l’ambone e la sede del celebrante) verso il quale deve convergere l’attenzione dell’assemblea dei fedeli, per cui il tema dei “fuochi liturgici” è stato oggetto di molte riflessioni, da parte nostra e da parte degli esperti della Curia, che hanno ispirato varie proposte progettuali .  Le più significative : a) spostamento dell’altare originale sul fondo del presbiterio e costruzione di un nuovo altare rivolto all’assemblea; b) demolizione integrale dell’altare esistente e costruzione di uno nuovo di diverse proporzioni; c) mantenimento dell’altare esistente per la sola “mensa” e la demolizione delle parti emergenti (il tabernacolo e i gradi sui quali poggiavano i candelabri). Quest’ultima proposta ha avuto il parere autorizzativo della Soprintendenza con la prescrizione che fossero mantenuti anche i gradini esistenti, anche se nascosti sotto il nuovo piano di calpestio, in modo da rendere l’intervento “reversibile”.

Sono stati mantenuti i fregi originali dai quali la restauratrice,  M.a Maria Chiara Cenacchi,  ha fatto un calco per poterli riprodurre fedelmente sulla cornice del tabernacolo e dell’ambone; è stata sostituita la “mensa” con una pietra naturale di dimensioni adeguate (quella unta e consacrata  dal Cardinale il giorno della dedicazione) e ripristinati gli intonaci . Gli stessi criteri sono stati applicati al tabernacolo e all’ambone : in sintesi si è voluto adeguare l’intervento al carattere di semplicità e sobrietà dell’intero edificio-chiesa.    


 
3 L'ingresso del Santuario è stato migliorato con la nuova scalinata. Spiega questo lavoro parlando anche dei materiali e della difficoltà di legarli con la piazza.

Fa piacere che il nuovo ingresso alla chiesa dal sagrato  sia stato apprezzato, perché, come per l’altare, è stato oggetto di molte riunioni fra di noi, con i tecnici della  Curia, ma soprattutto con i tecnici della Soprintendenza : qui però è successo il contrario rispetto all’altare, la Soprintendenza ha optato per la soluzione più “coraggiosa” forse convinta anche dalla motivazione di fondo che l’ha prodotta e cioè una pari accessibilità per tutte le persone, anche quelle con ridotte capacità.

Quanto ai materiali, è successo che quando don Paolo ed io siamo andati a presentare il progetto al Sindaco, con particolare riguardo all’accesso principale, ci disse che l’Amministrazione aveva in programma il rifacimento della pavimentazione della piazza e che sarebbe stato opportuno che per i materiali mi confrontassi con l’ufficio tecnico del comune : così è stato, in quell’occasione da parte mia ed in seguito da parte del direttore lavori ing. Cioni è stato concordato il materiale che è stato usato e che sarà congruo con quello che  il comune concorderà con la Soprintendenza per il rifacimento della pavimentazione.     

4 Quali sono state le imposizioni della Curia e quali della Sovrintendenza (colori, scelte di collocazioni interne ecc.) 

Per quanto riguarda la Curia non parlerei di imposizioni, gli incontri con i responsabili di vari settori, liturgico, tecnico, amministrativo, sono stati improntati alla massima collaborazione, certo che, a volte, l’autorevolezza dell’interlocutore rendeva il parere qualcosa di più impegnativo di un consiglio. Diverso il discorso con la  Soprintendenza che, al termine degli incontri,  pur se generalmente improntati al confronto costruttivo,  si è espressa come sempre tramite un parere (favorevole o contrario) motivato e prescrizioni che avevano carattere cogente. Per cui alcune modifiche sono state apportate al progetto iniziale, altre  durante la fase esecutiva, tuttavia si è trattato di variazioni che non hanno modificato la sostanza delle soluzioni di progetto iniziali.

La cappella che ospita l'immagine della Beata Vergine del Sasso


5 l'intervento piuttosto incisivo che ha coinvolto l'intero complesso (religioso -residenziale- ricreativo) lo ha fatto divenire punto di riferimento religioso primario. La progettazione si proponeva questo ? 

L’intervento “incisivo” è stato possibile, come sappiamo, per la ragguardevole somma di denaro lasciata per questo scopo da don Dario Zanini.

Le “richieste di prestazione” (questo il termine tecnico) cui doveva rispondere il progetto sono state sostanzialmente quattro:

1)                        la principale :  adeguamento della chiesa secondo la riforma liturgica come da nota pastorale della CEI del 1996, di cui già abbiamo già parlato, oltre tema importante, trattandosi di un Santuario, di individuare una collocazione adeguata all’immagine della Beata Vergine del Sasso che, per la citata nota pastorale, non sarebbe stato opportuno fosse collocata sul presbiterio : la soluzione naturale è stata di dedicarle la prima cappella a destra dell’altare, la più preziosa per materiali e decori, posizione sottolineata  dalla collocazione di fronte al fonte battesimale e dal distanziamento delle panche a formare un percorso a croce con la navata centrale ;

2)                       ancora relativamente alla chiesa, la necessità di renderla più capiente, meglio accessibile e dotata di servizi : la maggior capienza la si è ottenuta con un accesso più agevole alla cantoria (circa 50 posti) ed una nuova disposizione del presbiterio  (altri 50 posti), l’accessibilità, con rampa e gradini più agevoli dal sagrato, rendendo complanare il portico e l’aula; infine i locali lato municipio,  prima sottoutilizzati, sono stati destinati a servizi igienici e attrezzature per la  manutenzione quotidiana della chiesa;

3)                       ripensare la canonica alla luce degli orientamenti dell’Arcidiocesi, per far fronte alla diminuzione del numero dei Presbiteri, con la collegialità di parrocchie limitrofe individuandone una come punto di riferimento : nel nostro caso, come è poi successo, San Pietro oltre a San Lorenzo, Badolo e Sirano …per ora.

Le soluzioni, anch’esse concordate con Curia e Soprintendenza, in sintesi sono state : l’installazione di un ascensore che consentisse un migliore utilizzo dei quattro piani; biblioteca e locali di servizio al piano sottostrada, uffici e archivi a livello piazza,  alloggio del Parroco e locali di foresteria per eventuali  Presbiteri,  da altre parrocchie o di aiuto temporaneo, al primo piano; archivi remoti e locali di servizio al piano sottotetto.

4)                       Rirpistino del “teatrino”,  del Campo don Dario Zanini ed in generale delle aree esterne per un miglioramento funzionale ed estetico…

 

E’ rimasta in sospeso, ma lo si temeva fin dall’inizio, la sagramatura (una specie di intonaco) dell’esterno della chiesa per la quale sarà necessario, da parte della comunità e di chi altri vorrà, contribuire a formare un nuovo fondo risorse per riuscire a portare a termine anche questa  impresa … occorre essere fiduciosi e confidare anche nella Provvidenza. 

 

1 commento:

Anonimo ha detto...

L'ingresso alla chiesa anzichè farla a gradini si poteva farla a "cordonata" o la sopraintendenza non era d'accordo ?

Sarebbe stata esteticamente più bella.