Complessità e soluzioni, ne parla l’architetto progettista Moreno Cassani.
2°
Parte
Riprendiamo
la chiacchierata con l’architetto Cassani ( nella foto), progettista del restauro e rinnovamento
del Santuario della Beata Vergine del Sasso.
1 Come sei riuscito a conciliare l'esigenza di portare un forte rinnovamento senza cancellare le tracce del passato ?
Quando
si interviene sul costruito vi sono due scuole
di pensiero: conservare meticolosamente oppure lasciare l’impronta del
tempo che si sta vivendo. Naturalmente fra le due opzioni non c’è un confine
netto, esse si intersecano in quel ping-pong di cui dice Piano, tuttavia il
ruolo della Soprintendenza in questo è determinante e, in Italia, la
Soprintendenza propende per la conservazione (…a volte, dico, per fortuna).
Per
cui, concettualmente i confini erano stabiliti chiaramente : il forte
rinnovamento è scaturito dalla elaborazione delle indicazioni date dal Concilio
Vaticano II, mentre l’approccio conservativo, oltre che da una personale
predisposizione, è risultato dai numerosi incontri con la funzionaria
Architetto della Soprintendenza, confronti a volte piuttosto dibattuti, ma
sempre con l’intento da entrambe le parti di raggiungere la migliore soluzione
progettuale possibile. Questo è successo principalmente quando si è trattato
dei “fuochi liturgici” (altare, ambone, tabernacolo) e della rampa di accesso
sul sagrato.
Il Cardinale Zuppi consacra l'altare |
2 Spiega il lavoro fatto per il nuovo altare
Come premessa
riporto un estratto dalle raccomandazioni della CEI per l’adeguamento liturgico
delle chiese, scaturite dai documenti del Concilio Vaticano II.
Nota pastorale
della Commissione Episcopale Italiana (CEI) per la liturgia del 31 maggio 1996.
“L'altare
nell'assemblea liturgica non è semplicemente un oggetto utile alla
celebrazione, ma è il segno della presenza di Cristo, sacerdote e vittima, è la
mensa del sacrificio e del convito pasquale che il Padre imbandisce per i figli
nella casa comune, sorgente di carità e unità … L'adeguamento liturgico delle
chiese esistenti, mira ad esaltare il primato della celebrazione eucaristica e
quindi la centralità dell'altare…”
L’altare,
cioè, come “fuoco” principale (gli altri sono l’ambone e la sede del
celebrante) verso il quale deve convergere l’attenzione dell’assemblea dei
fedeli, per cui il tema dei “fuochi liturgici” è stato oggetto di molte
riflessioni, da parte nostra e da parte degli esperti della Curia, che hanno
ispirato varie proposte progettuali . Le
più significative : a) spostamento dell’altare originale sul fondo del
presbiterio e costruzione di un nuovo altare rivolto all’assemblea; b)
demolizione integrale dell’altare esistente e costruzione di uno nuovo di diverse
proporzioni; c) mantenimento dell’altare esistente per la sola “mensa” e la
demolizione delle parti emergenti (il tabernacolo e i gradi sui quali
poggiavano i candelabri). Quest’ultima proposta ha avuto il parere
autorizzativo della Soprintendenza con la prescrizione che fossero mantenuti
anche i gradini esistenti, anche se nascosti sotto il nuovo piano di calpestio,
in modo da rendere l’intervento “reversibile”.
Sono
stati mantenuti i fregi originali dai quali la restauratrice, M.a Maria Chiara Cenacchi, ha fatto un calco per poterli riprodurre
fedelmente sulla cornice del tabernacolo e dell’ambone; è stata sostituita la
“mensa” con una pietra naturale di dimensioni adeguate (quella unta e
consacrata dal Cardinale il giorno della
dedicazione) e ripristinati gli intonaci . Gli stessi criteri sono stati
applicati al tabernacolo e all’ambone : in sintesi si è voluto adeguare
l’intervento al carattere di semplicità e sobrietà dell’intero
edificio-chiesa.
3 L'ingresso del Santuario è stato migliorato con la nuova scalinata. Spiega questo lavoro parlando anche dei materiali e della difficoltà di legarli con la piazza.
Fa
piacere che il nuovo ingresso alla chiesa dal sagrato sia stato apprezzato, perché, come per
l’altare, è stato oggetto di molte riunioni fra di noi, con i tecnici
della Curia, ma soprattutto con i tecnici
della Soprintendenza : qui però è successo il contrario rispetto all’altare, la
Soprintendenza ha optato per la soluzione più “coraggiosa” forse convinta anche
dalla motivazione di fondo che l’ha prodotta e cioè una pari accessibilità per
tutte le persone, anche quelle con ridotte capacità.
Quanto
ai materiali, è successo che quando don Paolo ed io siamo andati a presentare
il progetto al Sindaco, con particolare riguardo all’accesso principale, ci
disse che l’Amministrazione aveva in programma il rifacimento della
pavimentazione della piazza e che sarebbe stato opportuno che per i materiali
mi confrontassi con l’ufficio tecnico del comune : così è stato, in
quell’occasione da parte mia ed in seguito da parte del direttore lavori ing.
Cioni è stato concordato il materiale che è stato usato e che sarà congruo con
quello che il comune concorderà con la
Soprintendenza per il rifacimento della pavimentazione.
4
Quali sono state le imposizioni della Curia e quali della Sovrintendenza
(colori, scelte di collocazioni interne ecc.)
Per
quanto riguarda la Curia non parlerei di imposizioni, gli incontri con i
responsabili di vari settori, liturgico, tecnico, amministrativo, sono stati improntati
alla massima collaborazione, certo che, a volte, l’autorevolezza
dell’interlocutore rendeva il parere qualcosa di più impegnativo di un
consiglio. Diverso il discorso con la
Soprintendenza che, al termine degli incontri, pur se generalmente improntati al confronto
costruttivo, si è espressa come sempre
tramite un parere (favorevole o contrario) motivato e prescrizioni che avevano
carattere cogente. Per cui alcune modifiche sono state apportate al progetto
iniziale, altre durante la fase esecutiva,
tuttavia si è trattato di variazioni che non hanno modificato la sostanza delle
soluzioni di progetto iniziali.
La cappella che ospita l'immagine della Beata Vergine del Sasso |
L’intervento
“incisivo” è stato possibile, come sappiamo, per la ragguardevole somma di
denaro lasciata per questo scopo da don Dario Zanini.
Le “richieste di
prestazione” (questo il termine tecnico) cui doveva rispondere il progetto sono
state sostanzialmente quattro:
1)
la principale : adeguamento della chiesa secondo la riforma
liturgica come da nota pastorale della CEI del 1996, di cui già abbiamo già parlato,
oltre tema importante, trattandosi di un Santuario, di individuare una
collocazione adeguata all’immagine della Beata Vergine del Sasso che, per la
citata nota pastorale, non sarebbe stato opportuno fosse collocata sul
presbiterio : la soluzione naturale è stata di dedicarle la prima cappella a
destra dell’altare, la più preziosa per materiali e decori, posizione
sottolineata dalla collocazione di
fronte al fonte battesimale e dal distanziamento delle panche a formare un
percorso a croce con la navata centrale ;
2)
ancora
relativamente alla chiesa, la necessità di renderla più capiente, meglio
accessibile e dotata di servizi : la maggior capienza la si è ottenuta con un
accesso più agevole alla cantoria (circa 50 posti) ed una nuova disposizione
del presbiterio (altri 50 posti),
l’accessibilità, con rampa e gradini più agevoli dal sagrato, rendendo
complanare il portico e l’aula; infine i locali lato municipio, prima sottoutilizzati, sono stati destinati a
servizi igienici e attrezzature per la
manutenzione quotidiana della chiesa;
3)
ripensare
la canonica alla luce degli orientamenti dell’Arcidiocesi, per far fronte alla
diminuzione del numero dei Presbiteri, con la collegialità di parrocchie
limitrofe individuandone una come punto di riferimento : nel nostro caso, come
è poi successo, San Pietro oltre a San Lorenzo, Badolo e Sirano …per ora.
Le soluzioni, anch’esse concordate con
Curia e Soprintendenza, in sintesi sono state : l’installazione di un ascensore
che consentisse un migliore utilizzo dei quattro piani; biblioteca e locali di
servizio al piano sottostrada, uffici e archivi a livello piazza, alloggio del Parroco e locali di foresteria
per eventuali Presbiteri, da altre parrocchie o di aiuto temporaneo, al
primo piano; archivi remoti e locali di servizio al piano sottotetto.
4)
Rirpistino
del “teatrino”, del Campo don Dario
Zanini ed in generale delle aree esterne per un miglioramento funzionale ed
estetico…
E’ rimasta in sospeso, ma lo si temeva
fin dall’inizio, la sagramatura (una specie di intonaco) dell’esterno della
chiesa per la quale sarà necessario, da parte della comunità e di chi altri
vorrà, contribuire a formare un nuovo fondo risorse per riuscire a portare a
termine anche questa impresa … occorre
essere fiduciosi e confidare anche nella Provvidenza.
L'ingresso alla chiesa anzichè farla a gradini si poteva farla a "cordonata" o la sopraintendenza non era d'accordo ?
RispondiEliminaSarebbe stata esteticamente più bella.