Raccolto mediamente in calo del 10% nonostante l’aumento delle superfici coltivate in regione. È una lotta contro il cambiamento climatico che si vince soltanto con varietà tolleranti allo stress idrico
di Barbara Bertuzzi
Confagricoltura Emilia Romagna
Dove la
siccità ha colpito duro le piante di grano sono in sofferenza. Soprattutto
nelle varietà medio-tardive lo sviluppo del chicco è stato rallentato dai
picchi di temperatura e dalle ondate di calore. Si prevedono dunque produzioni
di grano al ribasso in Emilia-Romagna nonostante l’aumento delle superfici
coltivate, che nell’ultimo anno sono passate complessivamente da 240 a 250 mila
ettari.
«Le stime
attuali di Confagricoltura Emilia Romagna per il raccolto del grano 2022
riflettono un calo delle rese medie ad ettaro attorno al 10%, più accentuato
nell’areale che va dalla Romagna alle province di Bologna, Modena e in parte
Ferrara, a causa delle scarse precipitazioni a partire da inizio anno», spiega
il presidente della sezione cereali Lorenzo Furini. «Si teme un
basso peso specifico del grano e un minor numero di chicchi per ogni spiga –
poi aggiunge – l’Emilia-Romagna ha prodotto 1,6 milioni di tonnellate di
frumento tenero e duro nel 2021, quest’anno arriverà all’incirca a 1,44 milioni
di tonnellate».
Più passano i
giorni, più lo scenario rischia di peggiorare. «Le irrigazioni di soccorso
possono risolvere il problema ma le aziende agricole non sono attrezzate –
sottolinea Furini – servirebbero impianti capaci di garantire la nebulizzazione
dell’acqua per evitarne la dispersione, oltre alla disponibilità degli
agricoltori a effettuare gli interventi nelle ore serali o notturne».
Così Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna: «Occorre una vera programmazione delle superfici investite. È una lotta contro il cambiamento climatico che si vince soltanto mettendo in campo varietà tolleranti allo stress idrico, rilanciando con forza gli investimenti nella ricerca e nel miglioramento genetico varietale, grazie all’ausilio di nuove biotecnologie di precisione: cisgenesi e genome editing». E si unisce al monito del presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in relazione all’esito delle discussioni svolte al Consiglio Agricoltura della UE sulle conseguenze economiche della guerra in Ucraina. «La richiesta avanzata dalla maggioranza degli Stati membri – dichiara Giansanti - è assolutamente chiara e motivata. Per scongiurare una crisi alimentare su scala globale e frenare la corsa al rialzo dei prezzi, la UE deve aumentare la produzione interna di cereali, semi oleosi e colture proteiche. Spetta ora alla Commissione avviare rapidamente le necessarie iniziative legislative per dare agli agricoltori un chiaro quadro di riferimento per le scelte colturali. Ogni ritardo sarebbe incomprensibile ed ingiustificato».
1 commento:
tutti sull'appennino, daiii.
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