Marialaura Dibenedetto |
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Da
il Corriere di Bologna.
Guidava
ubriaco, sotto l’effetto di cannabis e la sua auto, una Ford
Sierra, era stata truccata e non poteva avere l’omologazione. Con
un quadro probatorio definito e fatto l’interrogatorio di garanzia,
è stato richiesto il giudizio immediato per il 23enne di Marzabotto
accusato di omicidio stradale.
La
sera del 14 aprile con la sua auto ha travolto e ucciso in
tangenziale Marialaura Dibenedetto in sella del suo Aprilia. La
29enne siciliana, residente da anni a Bologna, quella sera è morta
sul colpo. La famiglia della ragazza si costituirà parte civile.
Dagli
esiti delle diverse perizie disposte è emerso che il ragazzo quel
venerdì sera era alla guida con un tasso di alcol nel sangue di 2,41
grammi al litro, cinque volte superiore al limite concesso di 0,5. Il
23enne è risultato positivo ai test tossicologici per aver assunto
cannabis: guidava sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e a una
velocità tale da non poter evitare possibili pericoli.
Dalla
relazione sulla dinamica dell’incidente e sullo stato dell’auto è
emerso che la velocità sostenuta in tangenziale poco era superiore a
quella consentita: 115 chilometri orari a fronte dei 90, «comunque a
una velocità non idonea a evitare ogni pericolo per la sicurezza
delle persone e ad arrestare tempestivamente il veicolo», si legge
nel decreto del gip. A questo si aggiunge il fatto che la Ford Sierra
era stata «truccata», come emerge dalla perizia, non aveva
l’omologazione e quindi non avrebbe potuto circolare. La vittima,
Marialaura Dibenedetto, secondo i risultati dell’autopsia, è morta
poco dopo l’incidente, dopo essere stata sbalzata via dalla moto e
aver sbattuto contro il parabrezza e il tetto della Ford Sierra.
Dalla
relazione, inoltre, emerge che la ragazza in quel momento andava ai
43 chilometri orari. E a qualche metro da lei c’erano in auto il
papà e il fratello. Il pm Beatrice Ronchi, dunque, concluse le
indagini in maniera molto spedita, ha deciso di chiedere al giudice
di andare subito a processo e il gip Grazia Nart ha deciso di
procedere con il giudizio immediato: se la difesa del ragazzo non
dovesse chiedere il rito abbreviato o il patteggiamento, il processo
sarà celebrato il prossimo 21 settembre.
Soddisfazione da parte
della famiglia della ragazza e del legale: «Ci costituiremo parte
civile nel processo penale qualunque sia la scelta difensiva
dell’imputato — ha spiegato l’avvocato Francesco Villardita —
. Ho sentito la famiglia di Marialaura e mi associo a loro: siamo
estremamente soddisfatti per la velocità con cui la Procura di
Bologna ha portato avanti questa vicenda giudiziaria».
Quella
sera l'accusato, in stato di choc, aveva abbandonato l’auto ed era
andato a piedi verso l’uscita della tangenziale all’altezza del
quartiere Mazzini per poi chiamare i carabinieri. In un primo momento
aveva raccontato di essere stato derubato dell’auto, subito dopo ha
raccontato la verità. In questi mesi di indagine il 23enne è stato
agli arresti domiciliari nella sua abitazione a Marzabotto, dove vive
con la famiglia.
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