lunedì 31 luglio 2023

Impegnato in un trekking si distrae e cade in uno strapiombo

Trasferito al Maggiore con un ginocchio malmesso


di Giulia Berni

 

Soccorso Alpino Rocca di Badolo all’opera, questa sera, lunedì 31 luglio, in aiuto di un escursionista scivolato in un canale impervio a  Barragazza di Castiglione dei Pepoli.
L’uomo,  in compagnia della moglie, stava svolgendo un trekking su un tracciato Cai quando, per una disattenzione, è scivolato ed è precipitato in un canale impervio  per una quindicina di metri, riportando una probabile frattura al ginocchio sinistro.
A seguito della chiamata di soccorso è giunta sul posto una squadra della stazione Rocca di Badolo del Soccorso Alpino Emilia Romagna che, tramite tecniche alpinistiche, ha recuperato l'infortunato. L'operazione è stata delicata e complessa data la zona in cui si trovava l'uomo.
Per il recupero dell'uomo, bloccato dalle ferite riportate nella caduta,  è stato richiesto l'intervento di EliPavullo che, poco distante dal luogo dell'infortunio, ha sbarcato, tramite verricello, il medico e il Tecnico di Elisoccorso. 

L'uomo è stato posto su barella e, dopo essere stato recuperato dal canale, è stato trasportato dai tecnici del Saer fino ad una piazzola in cui l'elicottero ha potuto caricarlo a bordo  e trasportarlo all'ospedale Maggiore di Bologna per i controlli medici del caso. L'intervento si è concluso poco prima delle 22.



C'è chi perde tempo per creare pericolo


Sempre meno comprensibile il comportamento degli umani o , per lo meno,  di certi umani. Nella parte alta di via Castello, a Lagune di Sasso Marconi,  una grossa frana, dovuta al maltempo dello scorso maggio, ha portato via un lungo tratto di strada dimezzandone la larghezza  percorribile con le auto. Il passaggio a senso unico alternato è regolato dal semaforo e il restringimento della carreggiata è segnalato con luci sempre accese. Per rendere ancora più evidente il ridimensionamento della comunale e garantire la sicurezza su tutto il tratto smottato sono state poste transenne collegate da un nastro colorato.

Ebbene, già diverse volte, probabilmente nottetempo, tutte le transenne, luci comprese, vengono spinte giù nel dirupo formato dalla frana, costringendo gli operatori ogni volta a un faticoso intervento per riportare su tutto il materiale e ripristinare sul tratto le debite segnalazioni. Inoltre costringe  gli agenti della Polizia locale a frequenti passaggi di controllo.

Il tutto rimane incomprensibile: a chi giova e cosa potrà mai giustificare la perdita di tempo e la fatica  di questi incivili? Può solo derivarne un pericolo per chi passando si avvicina troppo al precipizio  e certamente utilità a nessuno.

Mah!

Purtroppo si è costretti a sopportare e subire le intemperanze degli imbecilli.

La proposta di fine settima di Ca' del Costa

 Il Gruppo di Studi Savena Setta Sambro ricorda: 




Giacomo Leopardi si presenta al fresco estivo di Tolè

 


 Nell’ambito del calendario di incontri culturali promossi dalla pro loco di Tole', giovedì prossimo 3 agosto,  alle 20.30 nella sala del cinema parrocchiale, si terra' una serata dedicata a Giacomo Leopardi.

Alcune poesie del grande poeta di Recanati verranno recitate e commentate dal professor Dario Mingarelli, sempre disponibile a offrire, con apprezzata e appassionata  qualità espositiva,  la sua profonda conoscenza della cultura italiana .


Torna ARTOLE con una grande mostra

 La Pro Loco di Tolè informa:

In collaborazione con la Proloco,  Giuseppe Bonantini presenta  la  mostra  di sculture e pitture organizzata  presso gli impianti sportivi della frazione di Tolè da sabato prossimo, 5, a martedì 15 agosto. Saranno esposte opere di  artisti da tutta la regione ed oltre.

La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle 9.30 alle 12 e dalle 16.30 alle 18.30.




Gli artisti che espongono: 



domenica 30 luglio 2023

Cosa bolle nella pentola politica

 


Si avvicinano gli appuntamenti elettorali per le europee e per i  rinnovi delle amministrazioni locali e, anche se non appare, i movimenti per le formazioni delle squadre in campo sono in atto da tempo. Le elezioni si terranno la prossima primavera e,  considerando che è appena iniziata la sosta per le ferie e che le preparazioni richiederanno mesi, l’appuntamento è da considerarsi ormai prossimo.  

Pochi giorni fa a Ca’ Vecchia di Sasso Marconi si è tenuto un incontro dei quadri regionali di Forza Italia in cui sono stati affrontati i temi e gli appuntamenti che attendono il partito nell’ immediato futuro e fra gli argomenti affrontati vi è stato anche quello delle prossime amministrative. Pur non essendo scesi sui particolari delle candidature, è stato indicato come orientamento del partito per le prossime amministrative, la  partecipazione unita delle forze di centro destra e la salvaguardia dell’identità delle forze in campo: quindi  non partecipare a formazioni che non accolgano i simboli, per una chiarezza identitaria dei soggetti che sostengono le singole liste. 

Questo è parso anche un segnale per Sasso Marconi dove quattro anni fa le attuali opposizioni avrebbero ottenuto la maggioranza se si fossero presentate unite la Lista Civica di Mastacchi e il Centrodestra. All’origine della divisione proprio il rifiuto dei simboli di partito nella lista civica.

Intanto qualcosa si è già mosso a Marzabotto, comune notoriamente laboratorio politico dove anticipazioni e fughe in avanti non mancano, come per esempio 15 anni fa l’inedita scesa in campo di Romano Franchi, noto esponente della sinistra, in contrasto con il candidato sindaco ufficiale del PD, Valter Cardi, presidente del Comitato Regionale per le Onoranze ai Caduti di Marzabotto. Franchi sbaragliò l’avversario prosciugando il PD e raccogliendo molte preferenze da elettori  del centro destra.

Seguendo l’esempio di Franchi, a Marzabotto si starebbe formando una lista che avrebbe la partecipazione di una parte della sinistra e del centro destra.  Sarebbe escluso da questa nuova formazione il capogruppo di centro destra a Marzabotto, il forzista Morris Battistini, che avrebbe chiesto, tanto per rendere più effervescenti le scelte politiche al vaglio dei partiti, di candidarsi sindaco a Sasso Marconi o a Vergato. La sua preferenza sarebbe per quest’ultimo comune dove il sindaco in carica, Giuseppe Argentieri, conclude il primo mandato alla guida di una formazione di centro destra e, a giudizio di molti, in modo apprezzato. Una sua seconda candidatura appare quindi ovvia, a meno che non punti alle europee.

Tutto questo per provare che la partita candidature è quanto mai aperta e in atto. 

Sarà interessante seguire l’iter formativo che porterà alle scelte definitiva degli attori che saliranno sul palcoscenico dello scontro elettorale della prossima primavera.  

La corsa alla pensione dei medici

 La schiera dei «camici bianchi» che vanno in pensione, nel nostro Paese, è sempre più folta: dal 2014 al 2022, infatti, i trattamenti ordinari hanno registrato un’impennata del «257%»

di Simona D'Alessio

 


La schiera dei «camici bianchi» che vanno in pensione, nel nostro Paese, è sempre più folta: dal 2014 al 2022, infatti, i trattamenti ordinari (quelli, cioè, corrisposti in virtù del raggiungimento dei requisiti anagrafici, o contributivi) hanno registrato un'impennata del «257%», a cui, nell'ultimo triennio, potrebbe aver dato man forte lo scoppio della pandemia. E, soltanto l'anno scorso, la spesa per prestazioni previdenziali effettuata dall'Enpam, la Cassa privata dei medici e degli odontoiatri, «è stata pari a 2 miliardi 670 milioni e 664.965 euro (+14,44%, al confronto con le uscite del 2021)». Nel frattempo, si assiste all'incremento degli studenti universitari che presteranno il giuramento di Ippocrate iscritti all'Ente, giacché dal 2017 al 2022 se ne contano 16.730. A permettere a ItaliaOggi di fotografare lo scenario di quanti stanno andando in quiescenza e di quanti, invece, stanno intraprendendo l'attività medica sono i più recenti dati elaborati dal Centro studi dell'Enpam, la più grande Cassa di previdenza italiana che, recita l'ultimo bilancio, ha raggiunto la soglia dei 25,25 miliardi di patrimonio (risorse, queste, pari a circa 9,5 volte l'importo complessivo necessario per pagare le prestazioni pensionistiche dello scorso anno), con una platea di 365.754 associati (-3.148, rispetto al 2021).

L'ascesa graduale dei «camici bianchi» che smettono di frequentare le corsie degli ospedali, oppure gli studi e gli ambulatori non è una sorpresa per il presidente dell'Ente Alberto Oliveti: l'arrivo della cosiddetta «gobba previdenziale», generata dall'uscita dal mercato occupazionale della nutrita coorte dei nati negli anni '50, (quando, dopo la fine della seconda guerra mondiale, l'Italia si avviava verso la stagione di ricostruzione e di progresso economico e sociale, ndr), «era già ampiamente previsto, ben prima dell'avvento del Covid-19», che, però, osserva, «potrebbe averlo un po' accelerato».

Puntando, poi, i fari sulle singole gestioni dell'Enpam, tra quanti esercitano la medicina generale i pensionati sono cresciuti in un anno del 12%, con un'«escalation» del 503% a partire dal 2014; per quel che concerne, invece, la libera professione (la «Quota B») la spesa dell'Enpam per i trattamenti è stata superiore del 21,33%, rispetto al 2021 (pari, cioè, a oltre 304,4 milioni 304.487.837,84) e, se nell'ultimo anno, il numero di chi è andato in quiescenza ha fatto un salto in avanti del 5,43%, l'incremento, però, è del 265% dal 2014. Sul fronte della medicina territoriale, che presenta dei «buchi» in alcune aree della Penisola (con lampanti danni alle persone che ci vivono), tira le somme Oliveti, «il vero problema è il rimpiazzo», perciò «è indispensabile rendere attrattiva la professione», partendo dall'esigenza di «potenziare al massimo il rapporto fiduciario» coi pazienti. 

Il Cai al lavoro per il ripristino dei sentieri colpiti dall’alluvione


Il Club alpino italiano realizzando una puntuale mappatura dei dissesti presenti nella rete escursionistica dei territori collinari e appenninici compresi tra Bologna e Cesena, in modo da supportare le autorità competenti nella programmazione degli interventi di ripristino

 

La ripresa delle aree montane dell'Emilia-Romagna colpite dalle recenti alluvioni passa anche dal recupero della percorribilità della rete escursionistica, frequentata ogni anno da migliaia di turisti.

Ne è convinto il Club alpino italiano che, superata la prima fase emergenziale, durante la quale i suoi volontari hanno dato il proprio contributo nell'aiutare a ripulire dal fango strade e abitazioni, ha iniziato le ricognizioni sui sentieri della fascia collinare e appenninica nelle province di Bologna, Ravenna e Forlì-Cesena.


A essere impegnati nei rilievi sul campo oltre cento soci delle Sezioni di Bologna, Imola, Lugo, Faenza, Ravenna, Forlì e Cesena.

«I volontari delle nostre Sezioni hanno iniziato da due settimane una puntuale mappatura dei dissesti presenti nella rete sentieristica e sono già a buon punto. Il loro impegno e la loro dedizione mi riempiono di orgoglio», afferma il Presidente generale del Cai Antonio Montani. «Siamo a disposizione delle autorità competenti per la programmazione degli interventi di ripristino proponendo un elenco di priorità e, come sempre, per intervenire direttamente laddove l'entità dell'intervento sia compatibile con un impegno portato avanti a titolo volontario».

A inizio luglio il Cai Emilia-Romagna ha attivato un conto corrente nel quale la Sede centrale del Sodalizio, i Gruppi regionali e tantissime Sezioni e singoli soci hanno effettuato donazioni per dare il proprio contributo alla sistemazione dei sentieri colpiti dall'acqua e dal fango.

Il presidente del Cai Emilia-Romagna Massimo Bizzarri evidenzia come le donazioni ricevute si stiano rivelando molto preziose. «Sui sentieri i nostri volontari impegnati nei rilevazioni stanno lavorando fianco a fianco con diversi cartografi digitali professionisti. L'utilizzo della "App del sentierista", predisposta e messa a punto dalla Struttura operativa Sentieri e Cartografia del Cai per i Soci che in tutta Italia si occupano del monitoraggio e della manutenzione della rete escursionistica, permetterà di far confluire i dati raccolti nel Catasto Nazionale dei Sentieri, restando così a disposizione anche per necessità future».

Intitolazione a Mirella Fornasari della rotonda Isonzo-63° Brigata Bolero

 Mercoledì 2 agosto alle 18.30 la cerimonia dedicata alla vittima casalecchiese della strage alla stazione di Bologna del 1980 

Mercoledì 2 agosto la rotonda tra le vie Isonzo e 63° Brigata Bolero a Casalecchio di Reno, sarà intitolata a Mirella Fornasari, vittima della strage del 2 agosto 1980. 

La cerimonia, che avrà inizio alle ore 18.30 sul posto, vedrà gli interventi di Massimo Bosso, Sindaco di Casalecchio di Reno e di Paolo Lambertini, figlio di Mirella Fornasari e vicepresidente dell'Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage di Bologna. 

In rappresentanza del Comune di Bologna, parteciperà anche la consigliera comunale Giulia Bernagozzi, nonché le autorità civili e le forze dell’ordine. La cittadinanza è invitata. 

Mirella Fornasari aveva 36 anni e viveva a Casalecchio di Reno. Sposata e madre di Paolo, all’epoca 14enne, lavorava per la ditta Cigar, una società che si occupava della ristorazione all’interno della Stazione e che aveva i suoi uffici sopra alle sale d’aspetto. L’esplosione della bomba, il 2 agosto del 1980, la colse mentre lavorava e il suo corpo senza vita fu ritrovato solo a notte inoltrata. 

Al ricordo della strage del 2 agosto 1980 sarà dedicata anche la serata di giovedì 3 agosto alla Casa per la Pace (via Canonici Renani, 8), nell'ambito della rassegna Estate tra musica e memoria a cura di Percorsi di Pace. A partire dalle ore 19.00, si terranno infatti una serie di eventi, tra cui la mostra del C.A.I.B. (Collettivo Artisti Irregolari Bolognese) in collaborazione con l’Associazione Familiari della Vittime del 2 agosto, allestita nella sala Giulio Regeni, e la presentazione di due libri per ragazzi Davanti a quel muro (Bacchilega Junior, 2020) e ConTatto (Bacchilega Junior, 2022), entrambi con i testi di Maria Beatrice Masella e le illustrazioni di Claudia Conti. 

Alle  20.30 sarà proiettato il documentario Davanti a quel muro: la rabbia e la scelta, realizzato da Lara AlpiFrancesca Gianstefani Michela Sartori, prodotto dalla Cooperativa Bacchilega in collaborazione con l’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage di Bologna, con il patrocinio del Comune di Bologna.  A seguire, gli interventi degli avvocati maggiormente coinvolti nei processi per la verità sul 2 Agosto, Andrea Speranzoni, Alessandro Forti e Lisa Baravelli, coordinati da Paolo Lambertini dell’Associazione tra i Familiari delle Vittime, che ripercorreranno le novità scaturite dall’ultimo processo e sulle successive battaglie che l’associazione ha intenzione di portare avanti.

sabato 29 luglio 2023

Il Concertrekking Festival 2023 ha ancora bisogno di un sostegno: ULTIMO GIORNO PER DONARE

                                       Ecco il link per donare 

"Tante gocce fanno immenso il mare" 

https://www.ideaginger.it/progetti/concertrekking-festival-2023-quarta-edizione.html 

 


 

L'orchestra L'Oro del Reno  invia: 

Abbiamo realizzato grazie a voi i primi 

tre meravigliosi Concertrekking 2023:

 Casalecchio di Reno - Novi di Modena - Cascate del Dardagna  


Con il tuo aiuto renderemo unici i prossimi 

tre eventi di settembre: 

9 settembre Villa Acquaderni - Sasso Marconi

15 settembre Borgo di Colle Ameno - Pontecchio Marconi

17 settembre Prati di Mugnano - Sasso Marconi

 

GRAZIE DI CUORE A TUTTI VOI



Brinati (FDI): boccia la riorganizzazione sanitaria regionale

 Sui tagli delle automediche intervengano Lepore e Rizzo Nervo

Il  consigliere del Comune Bologna, Fabio Brinati, scrive: 

Il progetto di riordino emergenza urgenza che l’azienda Ausl proporrà alla CTSS della provincia di Bologna il prossimo 3 agosto presenta novità sconcertanti ma soprattutto pericolose per i cittadini . 

Il taglio (o riduzione oraria) di 5 automediche e il taglio completo di 3 automediche a Bazzano, Budrio e Pian del Voglio, come denunciato in un comunicato anche dal Sindacato SNAMI, pone serie riflessioni su quanto a Bologna stiano per realizzare gli amministratori Asl a discapito della sicurezza sanitaria che una ottimale rete di automediche sul territorio può dare. 

Ciò che lascia senza parole è il dimezzamento dell’operatività delle automediche per Loiano e Bologna con una sola automedica di notte per un territorio sterminato che si estende da Bazzano a Ozzano dell’Emilia.

A quanto sembra nell’azienda Ausl di Bologna non vi è carenza di medici 118, quindi ci chiediamo quale sia la ragione di questa pessima rimodulazione del 118 , visto che si prefigura un grave e non equo accesso alle cure dei pazienti in pericolo di vita  sul territorio succitato.

Si prefigura una enorme responsabilità da parte della Regione e dalla Ausl di voler organizzare il sistema emergenziale 118, senza tener conto della fondamentale importanza della tempodipendenza sull’esito e l’efficacia degli interventi che possono trasformarsi in exitus o sopravvivenza ma con gravi lesioni cliniche  del paziente che potevano essere evitate. Quanto vale la vita umana per chi ci amministra se arriviamo a tagli di questo genere? Chiediamo l’intervento del Sindaco Lepore e dell’assessore Rizzo Nervo che intervengano prontamente a difendere i propri cittadini.

La riforma sulla nuova organizzazione sanitaria regionale non piace a tutti

Erika Seta: " Scelte non solo sbagliate ma soprattutto sconcertanti".

Erika Seta, coordinatore regionale Azzurro Donna-Forza Italia e capogruppo Centrodestra per Casalecchio, scrive:

 

La riforma del comparto emergenza urgenza pianificata dalla Regione ER piove sulla testa dei cittadini come una mannaia. E per quello che riguarda il territorio nel medio Appennino si abbatte con il profilo della vera slavina.

La trasformazione imminente del PS di Vergato in CAU provvisto, secondo tabelle Asl, di un solo medico e di un infermiere, senza alcun potenziamento, nemmeno intenzionale, delle attrezzature diagnostiche rispetto alle attuali già impoverite dalle intenzioni, con una manovra lenta che parte da lontano, di chiusura di quel presidio, si porta dietro la lenta dismissione del reparto di medicina interna, tanto ringraziato con targa fuori dalla porta per il suo encomiabile impegno nel periodo Covid, che oggi suona come una presa in giro, l’unico che possa garantire assistenza in loco ai cittadini del comparto territoriale.

 Reparto che a causa delle  continue limitazioni imposte, in un vergognoso scarso impegno generale della politica, lavora con encomiabile sollecitudine seguendo i pazienti che per diagnostica devono essere frequentemente trasferiti tra Porretta e il Maggiore, perché la Asl non ha ritenuto di dotare quell’ospedale di quanto necessario per pazienti acuti malgrado i dati di ricovero evidenzino la presenza di tali pazienti.

La battaglia per il radiologo e l’anestesista in presidio e per i contatti di consulenza con la confinante Casa della Salute sono battaglie assurde considerando che parliamo di un ospedale.

Una scelta politica senza acume che porta a riversare spesso sul Maggiore pazienti che potrebbero essere assistiti in loco con un migliore servizio di caregiver per le famiglie e snellendo gli accessi verso la città.

Sconcertante anche l’assoluta nebulosità in merito alle decisioni future su quel reparto, ma oso dire che ormai le carte sono scoperte, abbiamo sempre avuto ragione noi quando dicevamo che Vergato sarebbe stato ridotto ad una lungo degenza senza acuti lasciando il territorio sprovvisto di un servizio essenziale.

Siamo alla resa dei conti. Ma ora qualcuno si assuma la responsabilità politica di tale scelta. Qualcuno ci metta la faccia e vada sui territori, da Casalecchio in su, a spiegare alla gente cosa si vuole fare e cosa significa “posti letto 0” come si legge in un documento Asl.

Sarebbe stato saggio utilizzare quel presidio come punto di alta specialità nefrologica ma l’urgenza di coprire il buco nel bilancio della Regione alla voce Sanità fa si che si preferisca chiudere un ospedale per risparmiare con buona pace del servizio al cittadino. Sconcertante apprendere la riduzione del 50% delle auto mediche con una limitazione enorme del soccorso considerando quanti km separeranno la richiesta di soccorso dal punto di soccorso..

Una catena di scelte non solo sbagliate ma soprattutto sconcertanti.

Anche davanti a quei medici che ad oggi non sanno quale sarà il loro futuro professionale.

Adesso mi aspetto che qualcuno se ne assuma la responsabilità.


Viaggiava in compagnia di un chilogrammo di cocaina.

 Arrestato un trafficante di droga  all’aeroporto Marconi dalla Guardia di Finanza di Bologna .


La Guardia di Finanza informa: 

Durante un controllo della Guardia di Finanza e dell'Agenzia delle Dogane all’aeroporto Marconi un italiano originario di Forlì, in arrivo dalla Colombia via Madrid, è stato trovato in possesso di oltre un chilogrammo di cocaina ed è stato arrestato dagli operanti per traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

In particolare, l'ispezione ha permesso di rinvenire cinque involucri sottovuoto riempiti con kg 1,100 di cocaina, occultati sulla persona.

A seguito di giudizio direttissimo, il trafficante è stato condannato a 3 anni e 10 mesi reclusione ed associato presso la Casa Circondariale di Bologna.

La riforma della giustizia al centro di un convegno a Bologna

 “Verso una giustizia giusta”, il titolo dell’incontro con il viceministro Delmastro

Lunedì prossimo, 31 luglio,  alle 20.30 presso Zanhotel Europa (Via Boldrini 11, Bologna) si terrà il convegno “Verso una giustizia giusta” durante il quale il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, il Viceministro alle Infrastrutture e Trasporti Galeazzo Bignami e il capogruppo FDI in Commissione Affari Istituzionali, Sen Marco Lisei, illustreranno la riforma della giustizia.

Si tratta di un convegno , su iniziativa di Fratelli d’Italia, sulle prime riforme della giustizia del governo Meloni.

Modera l’incontro Sandro Callegaro, Responsabile Coordinamento Giustizia Emilia Romagna.


San Lazzaro di Savena ha lo Spazzino di Quartiere. Un servizio da clonare?

Gli operatori in campo sono a integrazione dei servizi già attivi. Tra gli obiettivi, la cura sempre più attenta del territorio e il coinvolgimento dei cittadini che avranno così un punto di riferimento efficace sui temi ambientali


A San Lazzaro di Savena dal 17 luglio ha lo Spazzino di Quartiere cui è affidato il compito di risolvere rapidamente eventuali criticità legate a piccoli abbandoni o pulizie urgenti e rappresentare un punto di riferimento sui temi ambientali per i cittadini, le attività commerciali e l’Amministrazione comunale. L’integrazione dei servizi, richiesta dal Comune di San Lazzaro di Savena, sarà curata da Hera. 

Tra i primi obiettivi dell’introduzione di questo servizio c’è quello di aggiungere uno specifico intervento di pulizia manuale e così limitare l’impatto dei soffiatori, l’operatore potrà risolvere rapidamente le criticità relative a piccoli abbandoni o pulizie urgenti. 

Attraverso la puntuale conoscenza del territorio e la stretta relazione con i cittadini, lo Spazzino di Quartiere svolge servizi sempre più efficaci, come per esempio le segnalazioni di eventuali cassonetti pieni o non funzionanti, ingombranti abbandonati, lo spazzamento manuale intorno alle isole di base, la raccolta di eventuali piccoli abbandoni, la pulizia di punti critici. Gli Spazzini di Quartiere si distinguono dagli altri operatori per i mezzi utilizzati e per le divise che li rendono immediatamente e facilmente riconoscibili da parte dei cittadini. 

Come Hera ha provveduto a San Lazzaro, lo potrà fare anche per altri Comuni: lo spazzino di quartiere sarebbe più che utile anche in altre realtà territoriali.

Frutticoltura in caduta libera, nell’ultimo anno ulteriore crollo delle superfici coltivate

 Pesche -6,5%, pere addirittura -7,8%. Insostenibile l’incremento dei costi di produzione.

Confagricoltura Emilia Romagna informa:

 

La frutticoltura è in caduta libera, continua a perdere superfici coltivate: in poco meno di vent’anni è scesa da 66.000 a 44.000 ettari in Emilia-Romagna. Solo nell’ultimo anno le pesche hanno subito una contrazione del 6,5%, le nettarine del 3,6%, le albicocche del 3,3% e le pere addirittura del 7,8% (Rapporto Agroalimentare 2022 di Regione e Unioncamere). 

Confagricoltura Emilia Romagna dà il via alla mobilitazione degli associati, chiediamo segnali concreti, l’incremento dei costi di produzione è ormai insostenibile. 

«Il comparto frutticolo non può sfidare il cambiamento climatico senza avere validi sistemi di difesa attiva e passiva», sintetizza il presidente regionale dell’organizzazione agricola, Marcello Bonvicini. «Siccità e caldo torrido, gelo e grandine, alluvioni e dissesti: auspichiamo un piano di ripresa e rilancio della frutticoltura. Servono risorse per reimpiantare dove alluvioni e maltempo hanno spazzato via gli impianti frutticoli e dove le coltivazioni non sono più rispondenti alle esigenze del mercato, bisogna accelerare sulla ricerca di nuove varietà resilienti». 

Confagricoltura regionale (ri)mette nero su bianco le azioni improrogabili sotto il profilo della difesa passiva. «Non c’è uno strumento efficace di protezione dal rischio climatico: Agricat dovrà avere le risorse adeguate per fronteggiare i risarcimenti del danno causato dalle gelate primaverili – spiega Bonvicini -. Occorre rendere meno costose le polizze assicurative, agendo sui valori dei parametri oggi definiti dal Piano nazionale per la gestione del rischio. Programmare un progetto di riconversione varietale, dando un contributo agli agricoltori che espiantano, per favorire l’introduzione di varietà più resistenti al climate change. E ancora, la moratoria sui mutui e strumenti di sostegno creditizio che garantiscano alle aziende la liquidità necessaria». 

Nell’ambito della difesa attiva, secondo Confagricoltura Emilia Romagna, è necessario incentivare la realizzazione di impianti anti-gelo e anti-grandine, sostenere gli investimenti in tecniche innovative per migliorare le fasi di conservazione, trasformazione e confezionamento dei prodotti. 

Da ultimo, ma ugualmente prioritario, è applicare alle aziende agricole le aliquote contributive previste per le zone svantaggiate.

venerdì 28 luglio 2023

La riforma del comparto emergenza urgenza non piace


Erika Seta,
 Capigruppo  Centrodestra per Casalecchio, scrive:

 

La Regione Emilia Romagna impone ai Comuni  e alla stessa Asl una riforma del comparto emergenza urgenza che non solo porta alla chiusura di presidi territoriali come il Pronto Soccorso di Vergato, utile anche ai cittadini di Casalecchio, ma anche di guardia medica vantando una trasformazione in CAU, sigla che allo stato attuale rappresenta solo una nebulosa confusa.

È così apprendiamo dalla Stampa che la continuità assistenziale di Casalecchio diventa un presidio di assistenza urgenza e diventa CAU.

Con quali medici e quali attrezzature e che tipo di assistenza potrà vantare non ci è dato di saperlo, noi siamo il popolo.

Il Pd che vanta in ogni ambito la “partecipazione” svela le sue carte, su ciò che non gli conviene il popolo non va fatto partecipare e nemmeno la politica di base.

Nessuno è stato preventivamente consultato in merito a queste decisioni, scandaloso che i Sindaci vengano convocati il 3 agosto per essere informati di decisioni già prese, nessun rispetto per i Consigli Comunali e per i cittadini che sino i fruitori di quei servizi.

Un metodo dittatoriale di gestione, una fretta gestionale senza precedenti che si accompagna a tagli sconsiderati sul comparto sanitario.  Inutile dire che siamo estremamente interdetti e preoccupati.

Ho chiesto la convocazione di una Conferenza dei Capigruppo urgente nei giorni immediatamente successivi al 3 agosto per essere informati dal Sindaco su cosa succederà con l’avvento del CAU e su quali territori limitrofi si riverserà questo nuovo assetto del quale nemmeno i medici e il personale sono informati.

Non posso che stigmatizzare tutto il modus operandi di questa riforma. 

Alluvione, il Governo lascia fuori una parte dei comuni bolognesi dalle misure del decreto emergenza

Lo Giudice: “Rifiuto inspiegabile che getta un’ulteriore ombra sull’avvio di un percorso di ricostruzione”


La Città Metropolitana informa:

Fra gli emendamenti proposti dall’Emilia-Romagna al decreto 61 sull’alluvione, convertito ieri in legge con il voto in Senato, non è andato in porto quello con cui la Città metropolitana di Bologna aveva chiesto di rivedere l'elenco dei Comuni interessati alle misure previste. 

Quell’allegato, presentato dalla Città metropolitana, individuava i luoghi in cui sono presenti famiglie e imprese la cui possibilità di svolgere in condizioni di normalità le attività di vita quotidiana, lavorativa e di impresa era stata impedita dall’impatto degli eventi alluvionali.

In maniera ingiustificata erano rimaste fuori numerose aree del territorio metropolitano che il sindaco Matteo Lepore aveva chiesto fossero aggiunte. 

La richiesta riguardava l’inserimento (limitatamente alle aree colpite) dei comuni di Baricella, Bentivoglio, Camugnano, Casalecchio, Marzabotto, e l’inserimento di aree di altri Comuni assenti dall’allegato: le zone Saffi, Collina, Bellaria e San Savino del comune di Bologna e altre aree dei comuni di Castel Guelfo, Castel Maggiore, castel san Pietro, Castenaso, Imola, Medicina, Ozzano, Pianoro, San Benedetto val di Sambro e Sasso Marconi.

 

“Adesso la doccia fredda della mancata modifica - spiega il Capo di gabinetto in Città metropolitana Sergio Lo Giudice -. Quell’elenco non riguarda i danni materiali che potranno essere richiesti, se e quando il Governo sbloccherà i fondi necessari, da famiglie e imprese di tutti Comuni dell’area metropolitana, anche se la cifra stanziata di 4,5 miliardi è solo la metà di quanto stimato dalla sola Emilia Romagna. Ma l’assenza da quell’elenco impedisce alle popolazioni dei comuni esclusi di accedere a una serie di opportunità importanti: sospensione dei termini in materia di adempimenti tributari, contributivi e giudiziari, esonero dal pagamento dei contributi universitari, accesso agli ammortizzatori sociali e indennità per i  lavoratori autonomi, interventi in ambito contabile e finanziario a favore delle imprese proroga dei termini per il rendiconto 2022 dei comuni, per citare le misure principali. Un rifiuto inspiegabile che getta un’ulteriore ombra sull’avvio di un percorso di ricostruzione che tarda ancora a partire.

A Sasso Marconi si saccheggiano le tombe


 

“Neppure i morti hanno più pace qua. Qualcuno disturba persino il riposo eterno. E’ incomprensibile, inaccettabile, demenziale.”  E’ lo sfogo a caldo di una signora che ha appena visitato la tomba dei suoi cari e ha trovato il corredo floreale razziato. “E non è il vento,” precisa. “ La triste sorpresa purtroppo la verifico con una frequenza superiore a quella in cui il vento supera la brezza.  E’ qualcuno che si sfoga con i poveri morti e non si capisce  quale beneficio ne tragga, quale possa essere il movente”.  I vandalismi si ripetono ormai con troppa frequenza a Sasso Marconi e in altri cimiteri del Comune e si aggiungono a quelli perpetrati pochi mesi fa ai danni degli orti degli anziani in via Ponte Albano, dell’area agricola e della serra utilizzata dagli studenti del Ferrarini e si sommano ad altre  mascalzonate come l’aver incollato la serratura della porta d’ingresso dell’Istituto Agroambientale costringendo le scolaresche a una lunga attesa all’aperto fino all’arrivo dei Pompieri.  Al cimitero comunque pare siano abituali le incursioni dei guastatori, tanto che qualcuno ha pensato di lasciare  un messaggio ai predatori delle tombe in cui sfoga la  rabbia e lo sconcerto. Altri invece con un comunicato affisso al marmo pregano i razziatori di risparmiare quella tomba: “Per favore  non toccatela. Non mi è possibile venire spesso. Abito lontano e non voglio lasciare ai miei cari l’immagine di disattenzione”.  Le denunce delle razzie sono state portate anche agli amministratori comunali ed è stata promessa l’istallazione di telecamere di sorveglianza, Nell’attesa ci si affida alla bontà divina e al buon senso umano.



Il colonnello Bramato è il nuovo comandante dei Carabinieri di Bologna

Si presenta il nuovo comandante provinciale dei carabinieri e promette: 'Arma vicina alla Comunità'

 


"Il concetto principale è che vogliamo essere vicini alla comunità, vicini ai cittadini".

Si è presentato così il colonnello Ettore Bramato ( nella foto), incontrando i giornalisti appena insediatosi come comandante provinciale dei carabinieri a Bologna.

Arrivato al posto di Rodolfo Santovito, Bramato negli ultimi due anni è stato capo dell'ufficio cerimoniale del comando generale dell'Arma, mentre in passato ha guidato le compagnie di Monreale, Cosenza, Roma Trionfale; è stato aiutante di campo del ministro della Difesa con Mauro e Pinotti, comandante provinciale di Verona, capo ufficio del vicecomandante generale.
    Il nuovo comandante ha sottolineato le "sinergie istituzionali già presenti su Bologna" e l'impegno dell'Arma per "i reati di genere, i codici rossi, l'attività di prevenzione e contrasto al traffico di droga, i reati predatori, le truffe agli anziani". Ci sarà un'attenzione particolare per i minori, "non solo in termini di polizia, ma anche culturali, con protocolli di legalità e incontri nelle scuole". (ANSA)