Anche
la replica di ANPI Marzabotto, in risposta alle recenti affermazioni
del consigliere Battistini, non si è fatta attendere.
Il direttivo dell'ANPI marzabottese scrive infatti:
Abbiamo
appreso dagli organi di stampa di un recente comunicato del
consigliere Battistini in cui si lamenta del recente pronunciamento
del sindaco Romano Franchi in merito alla proposta di legge Fiano.
“SIAMO
SERI??” si chiede nel suo comunicato. Abbiamo pensato molto circa
l'opportunità di questa risposta, perché non ci importa la polemica
politica, ma crediamo che le affermazioni fatte rappresentino a pieno
i tempi bui che stiamo vivendo. Noi rispondiamo per la storia che
rappresentiamo e per quel che sentiamo profondamente di dover dire,
non tanto all'estensore di tale comunicato ma ai cittadini di
Marzabotto.
Noi
non siamo seri, siamo serissimi e anche molto fermi nel dire che
l'antifascismo è un valore fondante del nostro paese ed il
comunicato di cui sopra dimostra una volta di più che c'è ancora
molto da fare. Quando si dice “si tenta come al solito di
strumentalizzare facendo leva sui brutti episodi accaduti per mano
del nazismo” si commette l'errore grossolano di derubricare a
semplici “episodi” tutti gli orrori perpetrati da quella folle
ideologia. E si dimentica il fascismo. Le legge razziali in Italia
sono state promulgate dal fascismo, così come le “leggi
fascistissime” che di fatto distrussero i pochi scampoli di libertà
ancora presenti in Italia nel 1926. Senza dimenticare l'entrata in
guerra e la repubblica sociale.
“Lasciate
che i nostalgici continuino a riciclare gadget fascisti, perché non
è vietandone il commercio che sopprimerete quel senso di
insoddisfazione..” si legge ancora nel comunicato. Può darsi, ma
ci sentiamo di dissentire anche qui. I nostalgici non sono così
innocui come si crede. I fatti di Firenze del 2011, con un duplice
omicidio da parte di un simpatizzante di Casa Pound e l'omicidio
dell'anno scorso a Fermo dimostrano che in Italia abbiamo dei
problemi col razzismo. E che le frange dell'estrema destra sono un
fertile bacino di cultura. Inoltre la legge Fiano non parla di gadget
ma di propaganda fascista, con specifico interesse per quella via
Internet.
“A
oltre 70 anni dai fatti ben noti, stiamo davvero ancora parlando di
Fascismo?” si legge nel comunicato. Sinceramente noi preferiremo
non parlarne, anzi preferiremo non aver senso di esistere come
associazione antifascista in un paese che – avendo fatto bene i
conti con la sua storia – potesse finalmente preoccuparsi di
costruire un futuro migliore. E per costruire c'è bisogno di solide
fondamenta. Ma purtroppo così non è. Anzi, proprio questa crisi
economica, sociale e culturale fa riaffiorare spettri di un passato
che sono stati vinti dalla storia ma che si ripresentano ora per
alimentare pericolose “guerre fra poveri”.
“Da
Marzabotto, dalla nostra storia dovremmo ripartire e cercare di
RESISTERE davanti ad un invasione incontrollata...” si legge infine
nel comunicato.
Qui
– ci scuserà il consigliere – ci rivolgiamo direttamente a Lei
per chiederLe sommessamente di evitare di utilizzare i termini
“RESISTERE” e “invasione” accanto a Marzabotto. Questo perché
l'unica invasione che si ricordi a Marzabotto a memoria d'uomo è
quella perpetrata dai nazifascisti a Monte Sole e che la Resistenza
fu quella che fecero i nostri partigiani. Lo sappiamo che lei non ha
nessun rispetto per la nostra storia ma almeno abbia RISPETTO per i
nostri morti! Siamo disponibili a discutere con chi almeno si sforza
di conoscere e rispetta la storia per quella che è stata. Se in
Italia non c'è una legge sulle vittime del comunismo è perché quel
partito in Italia non ha commesso stragi, non ha emesso leggi
razziali, non ha ordinato guerre ma soprattutto risulta tra i
firmatari (assieme agli altri partiti democratici) di quella
Costituzione che è alla base del nostro vivere civile. Quella stessa
Costituzione che contiene la norma contro la ricostituzione del
partito fascista. Concludiamo con un pensiero di una nostra iscritta
che ci pare importante condividere “rimuovere il dolore è un
normale processo di sopravvivenza ma dimenticarne le cause è un
errore da non commettere”.
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