mercoledì 30 settembre 2020

Travaso di cloruro ferrico da cisterna danneggiata in A1

L'operazione è stata supervisiona da una squadra dei Vigili del Fuoco e dagli specializzati del gruppo 'Nucleare Batteriologico Chimico Radiologico' . Sul posto anche Polstrada e ASPI.


Alle 17 circa di oggi pomeriggio i Vigili del Fuoco sono intervenuti sull'A1, nel tratto in direzione sud che attraversa il Comune dei Castiglione dei Pepoli, nell'area di servizio "Badia Nuova", con una squadra e il nucleo NBCR (nucleare, batteriologico, chimico e radilologico) per fare assistenza e sicurezza ad un'operazione di travaso di cloruro ferrico da una cisterna di un camion ad un'altra.

Un autoarticolato in transito sull'autostrada ha avuto un problema meccanico al semirimorchio che trasportava il cloruro. Il conducente si è fermato alla stazione di servizio e ha allertato i soccorsi. Sul posto sono giunti i Vigili del Fuoco insieme alla Polstrada, al personale tecnico di Aspi e ai tecnici di un'azienda specializzata ad effettuare travasi di questo tipo di sostanze.

La manovra è stata supervisionata dal nucleo NBCR specializzato negli interventi con sostanze pericolose. Per ragioni di sicurezza è stata interdetta al traffico parte dell'area di sosta. Nessuna perdita di materiale tossico.

 

1 caso di Sars-CoV-2 in un istituto scolastico a Bologna


L'Azienda USL di Bologna informa:

Ieri, 29 settembre, è stato notificato al Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda Ausl di Bologna un caso di positività a Sars-CoV-2 riconducibile ad uno studente, sintomatico, che frequenta il Liceo Ginnasio Statale Minghetti. Il suo ultimo giorno di scuola è stato lo scorso 25 settembre.

Il Dipartimento di Sanità Pubblica, in collaborazione con il dirigente scolastico ed il referente Covid dell’Istituto coinvolto, si è attivato per la presa in carico del soggetto positivo e dei rispettivi contatti stretti, 22 persone, tra compagni di classe e personale docente.

 

Coronavirus: 101 nuovi positivi e nessun morto in Emilia Romagna

Stabili i ricoverati, calano i casi attivi in regione

Sono 101 i nuovi positivi al Covid in Emilia-Romagna, in una giornata in cui non si registra nessun morto. Dei nuovi casi, 58 sono asintomatici, 50 erano già in isolamento, 54 sono stati individuati nell'ambito di focolai noti, 20 sono collegati a rientri dall'estero, tre da altre regioni. L'età media dei nuovi positivi è 43 anni. Il maggior numero di casi si rileva nelle province di Bologna (34), Parma (12), Ferrara (11) e Modena (10). In calo i casi attivi, 4.653 (-57), le persone in isolamento a casa, 4.434 (-58), il 95%. Stabili i pazienti in terapia intensiva, 14 e 205 i ricoverati negli altri reparti (+1). I guariti hanno raggiunto quota 26.174 (+158).

 

Lagune non dimenticherà 'Mario dla Masca'

Mario Verati

E' deceduto, dopo una lunga degenza, il lagunese Mario Verati, meglio conosciuto come 'Mario dla Masca' (Mario della Mosca). Mosca è il toponimo del fondo dove risiedeva quale coltivatore diretto. Aveva 96 anni.

Una vita particolare la sua, istintiva, interamente dedicata alla famiglia e al lavoro, basata sulla sua grande forza, maturata nel costante sforzo di strappare il necessario a una terra severa e impegnativa come quella dell'Appennino. E nessuno ormai crede, e lo ritiene una frottola, al racconto della sfida di cui fu protagonista negli anni '60, quando ancora la giovinezza lo assisteva: trasportò sulle spalle un quintale di grano da Codivilla, il centro frazionario di Lagune, fino a Sasso Marconi, scommettendo il grano di cui era caricato. 

Il tutto era nato in una serata di primavera all'osteria di Codivilla, dove i racconti fiabeschi, annaffiati dal vino, non mancavano. In una di queste narrazioni, Mario, figura esile, magra, con la sua vocina flebile, dichiarò candidamente, indicando un sacco di grano all'ingresso della cucina dell'osteria, “ quello io lo porto da qui al Borgo se dopo è mio”. 

I presenti accolsero la sfida ed iniziò quindi un intenso lavoro di preparazione. Agli increduli si aggiunsero anche i divertiti, poiché quell'affermazione che si sparse rapidamente fino a raggiungere il centro di Sasso, non poteva che essere stata pronunciata da un 'millantatore sbruffone'. Così Mario, alla presenza di parecchi testimoni tra cui anche il vicesindaco Attilio Mazzini, 'Titti', che seguiva il corteo in macchina, si caricò il quintale sulle spalle e passo dopo passo raggiunse il Borgo fermandosi una sola volta perchè scivolò sulla ghiaia della comunale ( l'accordo concedeva tre soste). 

Giunto a Sasso Marconi, dopo 5 chilometri di camminata con un carico superiore al suo peso e davanti ai presenti, basiti per quella impresa, dichiarò: “ Adesso, per un altro quintale di grano sono pronto a riportarlo a Lagune” . Nessuno a quel punto azzardò raccogliere la seconda sfida. 

Fra i testimoni dell'accaduto c'ero anch'io, bambino lagunese, e ricordo perfettamente le luci lente che percorrevano la comunale di fronte a casa mia. Chiesi il perchè di quel procedere lento e mi fu spiegato che era l'auto degli scommettitori che seguiva il lento procedere di Mario con il quintale di grano addosso, per verificare che non avvenissero imbrogli. Dovettero invece constatare a loro spese che quel piccolo uomo 'non raccontava balle'.

Anni più tardi, in una intervista, chiesi a Mario il perchè di tanta fatica per un solo quintale di grano. E lui rispose. “ Allora un quintale di grano costava 6.500 lire e io lavoravo da 'bur a bur' ( dall'alba al tramonto) per 1.000 lire”. Insomma quel quintale era il lavoro di una settimana. Il tempo era passato ma il prezzo del grano non era mutato nonostante la forte inflazione dell'epoca e ciò rendeva ancora meno credibile il racconto.

Oggi, accompagnando Mario nell'ultimo viaggio ripensavo a quel viaggio d'altri tempi e a quella vita povera e piena di fatiche che ci condusse ai successi economici degli anni seguenti.

Mario è stato uno degli ultimi testimoni di una grande generazione.

 

Obbligo mascherina all'aperto nei week-end in centro Bologna

La decisione del sindaco Merola, in vigore da venerdì

 © ANSA

 Obbligo di mascherina all'aperto nel week-end in centro a Bologna, in vigore da domani, venerdì alle 18 a domenica alle 24, in tutto il centro storico. Lo ha annunciato il sindaco Virginio Merola, a margine di un evento in Comune.
    "Reiterata - ha detto - anche la chiusura di Piazza San Francesco che come sapete scade il 30 settembre". Estesa fino a giugno l'esenzione della tassa sull'occupazione di suolo pubblico. L'ordinanza, condivisa con la giunta, si applica da venerdì. 

 

 

'Riempi il piatto vuoto', carrelli di cibo in piazza Maggiore

Il 10 ottobre iniziativa Caritas-Cefa per mense e bimbi Tanzania

Carrelli della spesa pieni di cibo arriveranno, spinti da volontari, sabato 10 ottobre in piazza Maggiore a Bologna per riempire il più grande piatto vuoto del mondo, formato da circa 6000 piatti bianchi, e sconfiggere la fame. Sarà il momento clou dell'iniziativa 'Riempi il piatto vuoto' promossa da Caritas e Cefa onlus per la Giornata mondiale dell'alimentazione: da venerdì scorso e fino al 10 ottobre si raccolgono cibo e offerte per le mense del capoluogo emiliano e per i bambini malnutriti della Tanzania. Coop ha messo a disposizione oltre 70 carrelli, predisposti da associazioni, parrocchie, aziende e volontari aderenti in tutta la provincia.
    E se il carrello è troppo lontano, si può contribuire tramite il sito piazzacefa.it.
    "Per nove anni - spiega Raoul Mosconi, presidente Cefa - abbiamo realizzato 'In the name of Africa' a Bologna, Milano e Roma. Oggi, anche a causa del Covid-19, fame e malnutrizione sono un problema globale che colpisce anche l'Italia. Nessuno si salva da solo". "Quel carrello - aggiunge l'arcivescovo Matteo Zuppi - vuol dire mettere in moto tanta speranza, non ci costa niente, è una partecipazione diffusa che coinvolge con leggerezza e prossimità".
    In Italia - riferisce la Caritas - la mancanza di soldi e cibo nelle case è un problema che cresce di giorno in giorno e la situazione resta allarmante su tutto il territorio nazionale: tutte le Caritas diocesane segnalano un aumento significativo delle richieste di aiuti alimentari dal 20 al 50 per cento. In Africa, sottolinea a sua volta la Fao, un ostacolo fondamentale è dato dall'alto costo dei cibi nutrienti e dal fatto che i regimi alimentari salutari non sono alla portata di un grande numero di famiglie: entro il 2030 l'Africa ospiterà più della metà degli affamati cronici del mondo.
    Su 'Covid-19 e nuove povertà alimentari' è in programma anche un convegno, il 7 ottobre alla Cappella Farnese di Palazzo d'Accursio (ore 17.30), con la partecipazione delle principali realtà bolognesi che gestiscono le mense.

 

Festa della storia a Casalecchio: “I profughi friulani e veneti da Caporetto al territorio bolognese”

Giovedì 1° ottobre, alle 17.30, sul canale YouTube di Casa della Conoscenza


Casalecchio di Reno aderisce
all’edizione 2020 della Festa Internazionale della Storia, promossa dal DiPaSt – Centro Internazionale di Didattica della Storia e del Patrimonio dell'Università di Bologna, che, causa Covid, rinvia all’anno prossimo gli eventi in presenza e si arricchisce di tanti appuntamenti online sotto il titolo "La storia siamo noi. Il mondo cambia noi, noi cambiamo il mondo".

Dopo la presentazione, lo scorso 24 settembre, della Cronologia di Casalecchio che sul sito del Comune (www.comune.casalecchio.bo.it) racconta gli eventi principali della storia della nostra città tra ‘800 e ‘900, domani, giovedì 1° ottobre, alle 17.30, si terrà il secondo e ultimo appuntamento trasmesso online in diretta streaming sul canale YouTube di Casa della Conoscenza: si tratta della conferenza dello storico Leonardo Goni,  "I profughi friulani e veneti da Caporetto al territorio bolognese", sull'accoglienza con cui, nell'autunno 1917, i 5.000 abitanti di Casalecchio, già stremati da oltre due anni di guerra, ospitarono 800 degli oltre 500.000 fuggitivi dai territori a nord del Piave, invasi dall'Impero Austro-Ungarico dopo la rotta di Caporetto.

  


 

 

 

martedì 29 settembre 2020

Coronavirus: 97 nuovi casi e due morti in Emilia Romagna

 Uno in meno in terapia intensiva, ora sono 14

Sono 97 in più rispetto a ieri i contagi da Covid-19 in Emilia-Romagna, di cui 42 asintomatici.
    Di questi, 51 erano in isolamento al momento dell'esecuzione del tampone, 52 sono stati individuati nell'ambito di focolai già noti, 14 sono collegati a rientri dall'estero, tre da altre regioni.
    L'età media dei nuovi positivi di oggi è 38 anni, trovati su quasi 10.600 tamponi. Il maggior numero di casi si registra nelle province di Bologna (21), Modena (14) e Reggio Emilia (12).
    I casi attivi sono 4.710 (+25), le persone in isolamento sono 4.492 (+23), sempre il 95%. I pazienti in terapia intensiva sono 14 (-1), quelli ricoverati negli altri reparti Covid sono 204 (+3 rispetto a ieri), i guariti sono 26.016 (+70). Si registrano due morti nel territorio emiliano-romagnolo: un uomo di 65 anni della provincia di Bologna e una donna di 78 anni della provincia di Parma. (ANSA).

Mattarella: la Repubblica si inchina a memoria Marzabotto

'Lì piantate radici robuste della Costituzione Repubblicana'

"Lo sterminio degli innocenti che le SS compirono 76 anni or sono nelle terre attorno a Monte Sole ha impresso un segno così profondo e doloroso nella storia del popolo italiano che nulla e nessuno potrà mai cancellare. La Repubblica si inchina alla memoria di centinaia di donne e uomini, di bimbi e anziani, barbaramente uccisi secondo una logica di annientamento che travalicava persino gli orrori della guerra combattuta". Lo afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione.
    "Le squadre naziste, accompagnate da guide e informatori fascisti - ricorda il Capo dello Stato - si resero responsabili di molteplici crimini nei mesi del loro arretramento sull'Appennino Tosco-emiliano. Tuttavia, Marzabotto e le aree dei comuni di Monzuno e Grizzana Morandi divennero teatro di uno degli eccidi di civili più spaventosi, più disumani che l'Europa abbia conosciuto durante il secondo conflitto mondiale. Ma quelle vite tragicamente spezzate, quel dolore straziante dei sopravvissuti, sono diventate le basi di un riscatto popolare, di una liberazione, di una lunga stagione di democrazia, benessere, pace".
    A Marzabotto e a Monte Sole, ricorda Mattarella, "sono piantate radici robuste della nostra Costituzione repubblicana".


Il calvario di sei immigrati afgani si è interrotto a Bologna

Per raggiungere l'Europa hanno rischiato la vita. La tragedia probabilmente avviene molte più volte di quelle che si sanno.

Foto dei Carabinieri Bologna.

Malati di scabbia e assiderati, è il prezzo che sei profughi afghani hanno dovuto pagare per entrare in Italia, viaggiando di nascosto nel cassone frigorifero di un Tir proveniente dal Porto di Salonicco (Grecia) e diretto al Porto di Ancona.

Sono stati i Carabinieri della Stazione di Castel San Pietro Terme a fare la sconcertante scoperta, aprendo il portellone di carico di un autocarro destinato al trasporto refrigerato di formaggio tradizionale greco (feta) fermo in un’area di servizio situata sui Stradelli Guelfi.

Alla vista dei militari che stavano ispezionando il cassone frigo, i profughi, magri, malati e in evidente stato di shock provocato dall’ipotermia, hanno iniziato a urlare, chiedendo aiuto.

Soccorsi dai sanitari del 118, i malcapitati sono stati trasportati d’urgenza al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Imola per ricevere le prime cure. Dopo molte ore, assistiti dall’Arma di Imola , dai sanitari del Pronto Soccorso e con l’interessamento del personale dell’AUSL - UOC Igiene e Sanità Pubblica e della Prefettura di Bologna, cinque profughi sono stati trasferiti in un “Centro Accoglienza Straordinaria”, mentre il sesto, positivo al COVID-19, è stato sottoposto alla sorveglianza sanitaria, con isolamento fiduciario in un albergo di Imola . L’autista del TIR che si era fermato all’area di servizio per fare rifornimento di gasolio al suo autocarro, 62enne serbo, dipendente di un’azienda ungherese di trasporti su gomma, è risultato estraneo alla vicenda. L’Autorità giudiziaria è stata informata dai Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Imola che hanno avviato le indagini per far luce sulla vicenda.

Dal Comando Provinciale Carabinieri Bologna

L'apertura dell’anno scolastico in Consiglio comunale a Casalecchiuo di Reno

La scuola tra opportunità e nuove sfide”, in Sala consiliare 


Il Comune di Casalecchio di Reno informa:

La scuola tra opportunità e nuove sfide”: domani, mercoledì 30 settembre, a partire dalle 17, la seconda parte della seduta di Consiglio comunale sarà dedicata, come avviene tradizionalmente con il primo consiglio comunale di settembre, all’apertura dell’anno scolastico.

Quest’anno più di ogni altro presenta, così come recita il titolo stesso, opportunità e nuove sfide di cui ci parleranno:

Massimo Bosso, sindaco di Casalecchio di Reno

Concetta Bevacqua, assessore a Scuola e Infanzia

Andrea Gurioli, presidente del Consiglio comunale

Enrico Battisti, dirigente dell’Istituto comprensivo Ceretolo

Andrea Sallese, dirigente dell’Istituto comprensivo Centro

Roberto Munnuri, docente dell’Istituto comprensivo Croce (in rappresentanza della dirigente Virna Venturoli)

Sergio Solazzo, presidente del Consiglio d’Istituto I.C. Ceretolo

Matteo Di Monte, presidente del Consiglio d’Istituto I.C. Centro

Linda Pazzaglia, presidente del Consiglio d’Istituto I.C. Croce

 Sono stati invitati a partecipare anche i dirigenti delle scuole secondarie di secondo grado del territorio.

 Data la particolare situazione causata dall’emergenza sanitaria da Covid-19 la presenza di pubblico in sala è limitata; invitiamo pertanto gli interessati a seguire la diretta streaming sulla piattaforma casalecchiodireno.civicam.it

Bonaccini, mascherina all'aperto già obbligatoria se vicini

 'Pronti a prendere provvedimenti, solo vaccino uccide virus'

Carrelli della spesa pieni di cibo arriveranno, spinti da volontari, sabato 10 ottobre in piazza Maggiore a Bologna per riempire il più grande piatto vuoto del mondo, formato da circa 6000 piatti bianchi, e sconfiggere la fame. Sarà il momento clou dell'iniziativa 'Riempi il piatto vuoto' promossa da Caritas e Cefa onlus per la Giornata mondiale dell'alimentazione: da venerdì scorso e fino al 10 ottobre si raccolgono cibo e offerte per le mense del capoluogo emiliano e per i bambini malnutriti della Tanzania. Coop ha messo a disposizione oltre 70 carrelli, predisposti da associazioni, parrocchie, aziende e volontari aderenti in tutta la provincia.
    E se il carrello è troppo lontano, si può contribuire tramite il sito piazzacefa.it.
    "Per nove anni - spiega Raoul Mosconi, presidente Cefa - abbiamo realizzato 'In the name of Africa' a Bologna, Milano e Roma. Oggi, anche a causa del Covid-19, fame e malnutrizione sono un problema globale che colpisce anche l'Italia. Nessuno si salva da solo". "Quel carrello - aggiunge l'arcivescovo Matteo Zuppi - vuol dire mettere in moto tanta speranza, non ci costa niente, è una partecipazione diffusa che coinvolge con leggerezza e prossimità".
    In Italia - riferisce la Caritas - la mancanza di soldi e cibo nelle case è un problema che cresce di giorno in giorno e la situazione resta allarmante su tutto il territorio nazionale: tutte le Caritas diocesane segnalano un aumento significativo delle richieste di aiuti alimentari dal 20 al 50 per cento. In Africa, sottolinea a sua volta la Fao, un ostacolo fondamentale è dato dall'alto costo dei cibi nutrienti e dal fatto che i regimi alimentari salutari non sono alla portata di un grande numero di famiglie: entro il 2030 l'Africa ospiterà più della metà degli affamati cronici del mondo.
    Su 'Covid-19 e nuove povertà alimentari' è in programma anche un convegno, il 7 ottobre alla Cappella Farnese di Palazzo d'Accursio (ore 17.30), con la partecipazione delle principali realtà bolognesi che gestiscono le mense. (ANSA).


Riapre a tempo pieno il pronto soccorso di Vergato

Riapertura del pronto soccorso 24 ore su 24, dieci posti letto in più per le cure intermedie, nuovi progetti per le case della salute: il distretto dell'Appennino torna a guardare al futuro dopo la sospensione dovuta al Covid



di
Carmine Caputo

A partire dal primo ottobre il pronto soccorso di Vergato tornerà a essere attivo 24 ore su 24, dopo la riduzione dei servizi a causa dell'emergenza sanitaria.

Non solo: sono previsti 10 ulteriori posti letto per le cure intermedie e un generale potenziamento dei servizi. In concreto questo potenziamento si tradurrà nella revisione della dotazione tecnologica presente, utile per migliorare le attività ambulatoriali, e nell'incremento delle agende dei prelievi settimanali.

Riguardo ai lavori di ristrutturazione del 3° piano, invece, si è in attesa della firma dell'accordo di programma tra Regione Emilia-Romagna e Ministero della salute, in modo da poter avviare le fasi di gara d'appalto a seguito delle quali, tra l'altro, saranno resi disponibili nuovi spazi per la fisioterapia e la riabilitazione post chirurgica.

Il Comitato ha inoltre discusso di vari temi in agenda che occorrerà affrontare nei prossimi mesi, quali il potenziamento dei servizi nei due Ospedali di Vergato e Porretta e della Casa di Cura Villa Nobili di Castiglione dei Pepoli, il rinforzo sul territorio dei servizi relativi al “Percorso nascita” (il programma rivolto alle donne in gravidanza, per accompagnarle, dall'inizio della stessa, fino ai primi mesi di vita del bambino o della bambina). Inoltre tra gli obiettivi del comitato c'è l'avvio di un progetto di telemedicina, la creazione di un sistema incentivante per portare personale specializzato in Appennino, la collaborazione per la valorizzazione del Centro Termale di Porretta, il monitoraggio sui tempi di realizzazione della Casa della Salute di Vado, la valutazione del possibile ampliamento di quella di Castiglione dei Pepoli.

C'è inoltre tra sindaci e dirigenti Ausl la consapevolezza che si possa implementare la comunicazione verso i cittadini, per aumentare la conoscenza e consapevolezza dei servizi offerti, che occorra dare risposte sui servizi di prossimità, con particolare riferimento alla medicina generale e pediatria.

Soddisfatto il presidente del Comitato Alessandro Santoni, che afferma: «Mi ha fatto molto piacere ricevere nuovamente nel nostro distretto il neo direttore generale Paolo Bordon, a cui auguriamo buon lavoro, ma ancora di più ho apprezzato l'approccio di prospettiva, non ancorato alla conservazione bensì alla crescita dei servizi e delle opportunità sull'intero distretto».

La riapertura a tempo pieno del pronto soccorso di Vergato, poi, è un ottima notizia soprattutto per il sindaco del Comune Giuseppe Argentieri, che sottolinea come «la riapertura del pronto soccorso di Vergato sia un atto doveroso, dopo lo sforzo che gli ospedali di Vergato e Porretta hanno fatto durante il periodo più critico dell'emergenza Covid. Sono positivamente colpito dalle aperture fatte dal direttore Bordon, che dimostrano come non sia solo necessario riaprire i servizi dell'ospedale di Vergato ma occorra implementarli».

 

lunedì 28 settembre 2020

Coronavirus: 85 nuovi casi in Emilia Romagna su cinquemila tamponi

Stabili i ricoverati, nessun morto nelle ultime 24 ore

E' in calo il numero di nuovi positivi al Coronavirus in Emilia-Romagna, 85, anche se a fronte di un numero inferiore di tamponi, circa cinquemila. Dei contagiati scoperti nelle ultime 24 ore, 36 sono gli asintomatici, 37 erano già in isolamento, 52 sono stati individuati nell'ambito di focolai già noti. I casi collegati a rientri dall'estero sono 14, due da altre regioni. L'età media dei nuovi positivi è 37,6 anni.
    Il maggior numero di positività si registra nelle province di Bologna (20), Parma (15), Ravenna (13) e a Forlì (13).
    I casi attivi sono 4.685 (+3), le persone in isolamento sono 4.469 (+3), il 95%. Stabile il numero dei pazienti in terapia intensiva, 15 e invariato anche quello dei pazienti ricoverati negli altri reparti Covid: 201. Nessun morto nelle ultime 24 ore. I guariti hanno raggiunto quota 25.946 (+82). (ANSA).

 

Coronavirus: in Emilia Romagna studio per produrre plasma iperimmune

Protocollo arruolerà due gruppi di persone su base volontaria

Al via in Emilia-Romagna un nuovo studio voluto dalla Regione per valutare la fattibilità di un percorso di produzione di plasma, la componente liquida del sangue, da pazienti e donatori che hanno contratto l'infezione da Sars-CoV-2 sviluppando poi gli anticorpi. L'immunoterapia passiva effettuata con l'impiego del plasma dei pazienti guariti - definito plasma iperimmune - potrebbe, spiega la Regione, "rappresentare un approccio da tenere in considerazione nel trattamento delle infezioni da Sars-CoV-2, sulla base delle esperienze maturate in altri Paesi, tra cui Cina e Stati Uniti".
    Il protocollo, predisposto dal Centro regionale sangue e dall'Agenzia sanitaria e sociale insieme all'assessorato alle Politiche per la salute, arruolerà su base volontaria due gruppi di persone: i pazienti che hanno sviluppato l'infezione in tempi recentissimi, precedentemente ospedalizzati o in quarantena fiduciaria a domicilio e attualmente guariti; e i donatori periodici volontari di plasma, che hanno contratto l'infezione in forma asintomatica o paucisintomatica, individuati tra coloro che si presentano per l'aferesi - cioè la donazione mirata, solo di alcune componenti del sangue, come il plasma - periodica. (ANSA).

 

Via alla campagna olivicola, crolla la produzione di extravergine (-22%)


Da Coldiretti:

Scatta in anticipo per il caldo la raccolta delle olive in Italia con l’arrivo del primo olio nuovo Made in Italy del 2020, particolarmente atteso in un anno segnato dall’emergenza coronavirus che ha sconvolto produzione e mercati. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti, Unaprol e Ismea in occasione del via alla raccolta delle olive in Italia con la prima spremitura della Penisola in Sicilia, a Chiaramonte Gulfi (Ragusa), nel Frantoio Cutrera dove è stato presentato il rapporto “L’olio italiano al tempo del Coronavirus”. Secondo le prime previsioni, la produzione di olio extravergine d’oliva in Italia vede un calo del 22% causato principalmente dalle anomalie climatiche, dal maltempo alla siccità, che hanno colpito soprattutto le regioni del Sud, senza dimenticare gli effetti della Xylella che ha di fatto devastato gran parte degli uliveti del Salento, in Puglia. Anche se bisognerà fare i conti con il clima, che ha favorito una maturazione precoce delle olive al Sud, e con l’andamento delle piogge e delle temperature nei prossimi mesi, si stima una produzione nazionale di circa 287 milioni di chili rispetto ai 366 milioni di chili della campagna precedente. A pesare è il crollo dei raccolti nelle regioni del Sud, a partire dalla Puglia, dove si concentra circa la metà dell’intera produzione nazionale, mentre nel Centro Nord i numeri sono un po’ ovunque in netto aumento.

L’avvio della raccolta rappresenta un momento importante dal punto economico ed occupazionale per una filiera che conta oltre 400 mila aziende agricole specializzate in Italia ma anche il maggior numero di oli extravergine a denominazione in Europa (43 Dop e 4 Igp), con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, il più vasto tesoro di biodiversità del mondo. Ma l’olio italiano è anche il simbolo della Dieta Mediterranea che si è classificata come migliore dieta al mondo del 2020 su 35 regimi alimentari presi in considerazione da U.S. News & World’s Report’s, oltre che uno dei prodotti Made in Italy più conosciuti al mondo.

A livello mondiale il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda) stima una produzione complessiva di poco più di 3 miliardi di chili, in leggero calo nel confronto con la campagna precedente. Ma se si guarda ai principali concorrenti dell’Italia, la situazione è variegata con la Spagna che dovrebbe produrre tra 1,4 e 1,5 miliardi di chili di olio d’oliva, in aumento rispetto agli 1,25 miliardi dello scorso anno, mentre la Grecia si collocherebbe sui 200 milioni di chili, in calo rispetto ai 300 mln di chili del 2019. In calo anche la produzione in Tunisia.

Il calo produttivo colpisce un settore che ha già pagato un conto salatissimo all’emergenza Covid. A pesare è stato soprattutto il crollo delle vendite per la chiusura del canale della ristorazione, che rappresenta uno sbocco importante per l’olio Made in Italy. Ma la pandemia fa sentire i suoi effetti anche con la necessità di garantire una raccolta sicura con il rispetto rigoroso delle norme anti contagio.

A incidere sulle imprese olivicole italiane è stato anche il crollo del 44% dei prezzi pagati ai produttori, scesi a valori minimi che non si registravano dal 2014. Un trend causato dalla presenza sul mercato mondiale di abbondanti scorte di olio “vecchio” spagnolo, spesso pronto a essere spacciato come italiano a causa della mancanza di trasparenza sul prodotto in commercio, nonostante sia obbligatorio indicare l’origine per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009.

Ma i pericoli arrivano anche a livello internazionale dalla diffusione di sistemi di etichettatura fuorviante, discriminatori ed incompleti, dal traffic light inglese al nutriscore francese, che finiscono per mettere il bollino rosso ed escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Si rischia di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di bocciare elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea.

Con l’82% degli italiani che con l’emergenza coronavirus sugli scaffali cerca prodotti Made in Italy per sostenere l’economia ed il lavoro del territorio, il consiglio è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive.

Per sostenere la ripresa del settore servono provvedimenti immediati con massicci investimenti pubblici e privati – ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini -, a partire da un piano straordinario di comunicazione sull’olio che rappresenta da sempre all’estero un prodotto simbolo della dieta mediterranea”.

Un intervento importante sarebbe anche l’estensione del pegno rotativo dai soli prodotti Dop e Igp a tutto l’olio extravergine d’oliva 100% italiano – ha sottolineato il presidente di Unaprol David Granieri -. Ma più in generale occorre promuovere la grande qualità dell’olio extravergine Made in Italy ed è in tale ottica che abbiamo promosso assieme a Coldiretti la Fondazione Evoo School, la prima scuola per diffondere la conoscenza e promuovere la cultura gastronomica dell’olio extravergine fra i consumatori e formare professionisti e imprese”.

Il settore dell’olio d’oliva ha evidenziato una buona capacità di tenuta alla crisi sanitaria”. Ha dichiarato Raffaele Borriello Direttore Generale dell’Ismea. “Alla maggior domanda da parte della Gdo si è aggiunto un export piuttosto dinamico che ha parzialmente mitigato le perdite dovute al fermo della ristorazione. Nei primi sei mesi del 2020, la maggior domanda estera di olio imbottigliato è arrivata soprattutto dagli Usa (+28) e dalla Francia (+42%) e, caso raro per il settore, abbiamo avuto una bilancia commerciale in attivo. Le previsioni per la campagna appena avviata sono di una flessione produttiva accompagnata però da un buon livello qualitativo del prodotto. La minore disponibilità di prodotto nazionale e la contrazione delle scorte stimata dalla Ue, potrebbero aiutare un recupero dei prezzi, fortemente penalizzati per tutta la campagna 2019-2020.

Una rivalutazione dei listini dei nostri extravergini – ha concluso Borriello – passa anche attraverso una maggiore conoscenza e apprezzamento da parte del consumatore italiano del nostro patrimonio di oli di qualità. A questo scopo l’Ismea è impegnata in una campagna di comunicazione promossa dal Ministero delle Politiche agricole e che vedrà proprio negli ultimi mesi dell’anno un grande dispiegamento di azioni e risorse per valorizzare presso il grande pubblico questo prodotto simbolo del Made in Italy”.

 

Il primo Sindaco Comunista di Marzabotto nel libro di Patrizia Zanasi


 


Amedeo Nerozzi nacque il 3 aprile 1891 a Marzabotto. Figlio di piccoli proprietari terrieri, divenne dirigente della lega contadina locale.

Venne eletto poi consigliere comunale nella lista socialista e sindaco di Marzabotto il 19 settembre 1920. Ricoprì tali cariche fino 29 novembre 1921. Essendosi iscritto al PCI fin dalla sua fondazione, l'amministrazione di Marzabotto che presiedette fu considerata una tra le pochissime nelle mani del nuovo partito.
Nell'autunno 1925 dovette emigrare in Belgio dove svolse intensa attività politica fra gli emigrati antifascisti italiani.
Scoppiata la rivolta franchista contro la Repubblica, entrò in Spagna alle fine dell'agosto 1936 e il 10 settembre partecipò al suo primo combattimento. Ebbe lo pseudonimo “Mitraglia”. Fu portaferiti durante le prime battaglie e poi infermiere: Venne promosso tenente medico per meriti acquisiti.
Il 16 giugno, mentre stava praticando le prime cure ad un ferito, fu colpito da un proiettile ad un polpaccio. Bevve un gran sorso di cognac, si estrasse il proiettile, si medicò e continuò il suo lavoro come se nulla fosse accaduto. Zoppicò diverse settimane. Zoppicava ancora quando alla fine del mese di luglio si buscò un'altra palla perduta che gli causò una leggera ferita alla spalla destra.
Il 9 settembre 1938 durante un bombardamento nemico, un proiettile di artiglieria scoppiò a pochi metri dalla tenda - ospedale e l'uccise, assieme a vari feriti che stava curando.
Nell'atrio del palazzo comunale di Marzabotto è murata la seguente epigrafe: 'Ad Amedeo Nerozzi. Sindaco nel 1921, combattente della libertà e dell'antifascismo in questa città e nell'esilio in terra di Spagna fino alla morte in battaglia sulla Sierra Cabals'

E' ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno.

domenica 27 settembre 2020

Soccorso un cervo ospite del centro faunistico Monte Adone

L'animale è stato trasferito in infermeria per essere curato



Nel tardo pomeriggio di oggi i Vigili del Fuoco sono intervenuti nel centro di recupero della fauna selvatica 'Monte Adone' a Brento di Sasso Marconi per aiutare il personale della struttura a spostare un cervo di grandi dimensioni in un ricovero adatto a ricevere le cure di cui l'animale aveva necessità.

Il cervo era stato salvato qualche giorno fa dai Vigili del Fuoco che lo avevano trovato in una scarpata nei pressi di Monzuno e lo avevano affidato al centro faunistico.

 




Incendio a Casalecchio di Reno. Evacuati per fumo



A mezzogiorno di oggi, domenica 27 settembre, i Vigili del Fuoco sono intervenuti a Casalecchio di Reno, in via Guglielmo Marconi, per un incendio in un palazzo. A bruciare un quadro elettrico, situato nella parte alta del palazzo. La combustione del materiale elettrico ha emesso un fumo denso che ha invaso l'intero condominio creando notevole disagio a tutti i presenti nello stabile. La squadra dei Vigili del Fuoco ha evacuato gli inquilini degli ultimi piani, particolarmente coinvolti dal fumo. L'incendio è stato spento in poco tempo e una persona è stata affidata al 118 per le verifiche mediche. Presenti anche i Carabinieri.

 

Maltempo: allerta in Emilia Romagna per temporali e vento

Attenzione in particolare sulla costa, per burrasca forte

 © ANSA

Nuova allerta meteo in Emilia-Romagna, di media entità, 'gialla' nella scala della protezione civile, per forti temporali e raffiche di vento attese per la giornata di oggi e domani, lunedì 28 settembre, in particolare sulla costa. Possibili piene anche di corsi minori e frane.

Temporali, tempeste di fulmini e grandinate sono attese nel settore centro-orientale della regione, in particolare dal pomeriggio attesi venti di bora sulla costa e sul mare superiori a 62 chilometri orari, con raffiche anche oltre 74 km orari. Per lunedì 28 settembre sulla costa sono attesi ancora temporali, grandinate e forte vento in esaurimento nel corso della mattinata. Burrasca forte sul mare con onde al largo anche oltre due metri e mezzo.

 

Coronavirus: in Emilia Romagna 96 casi su quasi 9mila tamponi, un morto

In terapia intensiva due pazienti in meno per un totale di 15

In Emilia-Romagna si contano 96 nuovi casi di Sars-Cov2 rilevati nelle ultime 24 ore sulla base di quasi 9.300 tamponi e oltre 2mila test sierologici. Dei nuovi contagi, 54 sono persone asintomatiche individuate dalle attività di screening e contact tracing. C'è una nuova vittima, un uomo di 93 anni a Parma. Cala il numero dei pazienti di Covid-19 in terapia intensiva, due in meno per un totale di 15 ricoverati, mentre c'è un paziente in più per un totale di 201 negli altri reparti Covid.

L'età media dei nuovi casi, comunica la Regione, è di 38 anni. Per quanto riguarda la situazione nel territorio il maggior numero di casi si registra nelle province di Reggio Emilia (17), Piacenza (14), Bologna (13), Parma (11) e a Forlì (12). Complessivamente i casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, ad oggi sono 4.682 (-35 rispetto a ieri).


Molto apprezzate le orchidee dell'Unicef


La piazza di Sasso Marconi, come  tante altre, ha ospitato questa mattina il banchetto con le orchidee dell'Unicef e in molti si sono avvicinati per l'acquisto finalizzato a un sostegno appunto di questa organizzazione umanitaria che si adopera contro la malnutrizione infantile. Nella campagna 'Una Orchidea per l'Unicef' è stata coinvolta anche l'Associazione Vigili del Fuoco volontari di Monzuno. 

In piazza a Sasso Marconi il banchetto era tenuto dai volontari Eugenio Salamone e Giacomo Terni che non hanno nascosto la loro soddisfazione  per la risposta positiva dei sassesi. 

Al costo dell'acquisto dell'apprezzato fiore si poteva aggiungere anche una offerta e chi si è avvinato al banchetto non ha lesinato il sostegno economico. 

Eugenio e Giacomo hanno poi avuto un altro riscontro positivo: anche nei banchetti di Casalecchio di Reno e di Monzuno, gli altri comuni della zona dove stamattina era organizzata la vendita delle orchidee pro Unicef, i risultati erano soddisfacenti.


 

Coronavirus: dispositivo a plasma freddo per sanificare l'aria

'Virus Killer', lo sta sviluppando l'Università di Bologna

Si chiamerà VIKI (VIrus KIller) e potrà essere utilizzato in scuole, uffici pubblici, ospedali, studi dentistici e attività commerciali per sanificare l'aria e depurarla dal Sars-Cov2. È il dispositivo che stanno mettendo a punto dei ricercatori dell'Università di Bologna e che sfrutta la tecnologia del plasma freddo. Pronto già un prototipo e l'obiettivo è arrivare a una prima produzione pilota di VIKI entro la prima metà del 2021.
    Il dispositivo, messo a punto con un progetto finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, punta a ridurre la probabilità di trasmissione del contagio in un ambiente chiuso inattivando le particelle di virus presenti nelle goccioline sospese nell'aria e contaminate da Sars-Cov2, il coronavirus responsabile della sindrome Covid-19. Il punto di partenza del team di ricerca è un prototipo già sviluppato in grado di inattivare il 99,9% dei batteri contenuti nel bioaerosol in appena 0,3 secondi. Un primo studio - che i ricercatori hanno pubblicato sullo 'Special Issue on Advanced Applications of Plasmas in Life Sciences' della rivista Plasma Processes and Polymers - evidenzia che risultati di inattivazione totale si hanno anche per bioaerosol con Rna purificato di Sars-Cov2. Si tratta, spiegano i ricercatori, dei primi riscontri finora ottenuti su questo tema a livello internazionale.
    Il dispositivo agisce aspirando l'aria dell'ambiente in cui si trova e trattandola attraverso scariche di plasma freddo.
    Questo viene prodotto applicando un campo elettrico all'aria contaminata, generando una serie di specie reattive dell'ossigeno e dell'azoto in grado di distruggere i microrganismi, tra cui i virus. Le prime prove con virus vitale sono programmate presso l'Ausl Romagna, a Pievesestina, entro la fine di settembre. (ANSA).


Sasso Marconi. Servono volontari per mantenere aperto il Campo del Prete

In un volantino delle parrocchie sassesi di San Pietro e di San Lorenzo si legge:

Visto il prolungarsi dell’emergenza sanitaria, la diocesi di Bologna ha emanato nuove disposizioni per l’utilizzo degli oratori parrocchiali e più in generale per tutti gli spazi aperti dotati di attrezzature sportive.

Le nuove norme indicate nella circolare diocesana prevedono che:

Nel caso in cui si decidesse l’apertura degli spazi per momenti di accoglienza informale siano chiari:

gli orari di apertura e di chiusura e siano rispettati

il luogo di accesso e di uscita con gel igienizzante a disposizione

si chieda all’ingresso nome e cognome, per tenere traccia in un diario giornaliero delle presenze, per fornire tali informazioni all’Autorità Sanitaria competente, in caso di comprovato contagio

la figura adulta responsabile sia per gli spazi esterni, che per gli spazi interni

le regole di convivenza nello spazio dell’Oratorio (disposizioni sanitarie e quali giochi si possono fare e quali no), attraverso cartellonistica adeguata.”

Risulta chiaro ed evidente che l’oratorio parrocchiale comunemente chiamato “ Campo del Prete” potrà rimanere aperto solamente con la presenza di volontari che verifichino l’ottemperanza delle regole indicate.

A tal fine, onde evitare di disperdere un patrimonio così prezioso non solo per le Parrocchie di San Pietro e San Lorenzo, ma più in generale per tutta la collettività, si richiede la collaborazione di volontari che diano disponibilità per mantenere aperto l’oratorio e permetterne l’utilizzo in sicurezza.


Per informazioni e/o adesioni 051 841936

 

La Protezione Civile prevede una domenica fredda e bagnaticcia


Al mattino nuvolosità variabile con piogge sparse;

nel pomeriggio in pianura nuvolosità variabile con rovesci sparsi, sui rilievi nuvolosità variabile con piogge sparse;

dalla sera molto nuvoloso con piogge deboli intermittenti.

Temperature minime del mattino comprese tra 8 °C sui rilievi e 10 °C in pianura, massime pomeridiane comprese tra 14 °C sui rilievi e 18 °C in pianura.

Velocità massima del vento compresa tra 40 (rilievi) e 46 km/h (pianura).

 

PUNTI NASCITA, RIAPERTURA ANCORA IN ALTO MARE.

Piccinini (m5s): “serve accelerazione per ridare alle mamme il diritto di partorire in sicurezza”  


Riceviamo   

Sui punti nascita di montagna la Regione, nonostante gli annunci fatti in campagna elettorale, è in ritardo. Non ci sfugge come l’emergenza Coronavirus abbia rallentato il procedimento per la loro riapertura, ma è un dato di fatto che l’annunciato protocollo che a gennaio era stato dato per fatto e completo ad oggi è ancora in divenire. Per questo serve una netta accelerazione perché bisogna ridare al più presto alle mamme che vivono nel nostro Appennino il diritto di partorire senza rischi”. È questo il commento di Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, dopo che questa mattina l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, ha risposto a un question time presentato dalla stessa consigliera sul tema della riapertura dei punti nascita di Castelnovo ne’ Monti, Borgo Val di Taro, Porretta Terme e Pavullo. “L’emergenza per il Covid-19 non può più essere più utilizzata come giustificazione per lo stallo che sta riguardando la riapertura dei punti nascita, anche perché in altri settori l’Emilia-Romagna è stata in prima fila per superare blocchi e criticità legate alla pandemia – aggiunge Silvia Piccinini – I parti non seguono le leggi e le tempistiche della pandemia e di certo non si fermano per il Covid. È quindi più che mai necessario dare delle risposte immediate alle mamme della nostra montagna. Bene quindi che, dopo il nostro interessamento attraverso un accesso agli atti per avere copia del protocollo sperimentale, sia ripreso anche il confronto con le Ausl già ai primi di settembre. Ora la Regione acceleri passando dalle parole ai fatti”.  

Monica Biagioni, artista eclettica ora anche poetessa



L'artista Monica Biagioni (nella foto), nota come pittrice per la sua recente personale presentata a Porretta Terme, invia ora una sua composizione poetica dal titolo Edere (e vite interrotte) , presentandola con un commento : “E' una metafora sulla vita, un'eterna domanda, a volte ignara e beffarda e poi un anelito di vita ed il ramarro, ovvero la mutazione, l'evoluzione e la sua stessa risata; un inno alla Vita”.


Come un ramarro cerco la muta,

cerco l'incanto che questa vita in travaglio non mi dà.   Mi nutro di edera rampicante.  

Mi soffermo alla sostanza.  

Essere o non essere?

E se il ramarro volesse solo prendere raggi di sole e di luna?  

Vivemmo… e di qual paurosa larva?  

Ottenni il sacro e il profano.  

Adagiai su edere il mio culo.  

Spine! Erano rose e mi punsi.  

Tornai alla natura del ramarro, beffarda ed ignara.   Cambiando pelle di tanto in tanto, luride pezze che mi coprivano carni e seni nudi.  

Edere recise dal troppo poco vivere.

Sommosso da un anelito di vento, rise anche il ramarro!

 

sabato 26 settembre 2020

Un vento tremendo quello di ieri

Danneggiate per lo più piante e pali dei servizi

 

Un aggiornamento dei danni provocati dal vento e dalle condizioni meteo segnala: gli interventi dei Vigili del Fuoco nel bolognese sono andati avanti per tutta la notte è qualche residuo questa mattina. Erano quaranta i soccorsi fino alle 20 di ieri sera e questa notte almeno altri venti. 

 

Il resoconto generale registra oltre 1.000 interventi effettuati dai Vigili del Fuoco per il maltempo che da ieri sta interessando il Nord Italia e il versante tirrenico della penisola.

 Particolarmente coinvolte Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio e Campania.
 

In Lombardia, nelle province di Varese e Como proseguono gli interventi per alberi abbattuti e dissesti statici, 200 i soccorsi fatti.
 

In Emilia Romagna 120 interventi dei vigili del fuoco tra Parma e Reggio Emilia.
 

Per il forte vento a Perugia, sono stati 150 gli interventi.
Nella serata di ieri una tromba d’aria ha colpito la zona di Cecina e Rosignano (LI) provocando danni ai tetti di diverse abitazioni.
 

Anche a Roma per le forti raffiche di vento sono stati 140 gli interventi per alberi abbattuti e dissesti statici.
 

In Campania, colpite Salerno e Napoli: 230 interventi tra il capoluogo campano e Salerno è stata colpita da una tromba d’aria che ha interessato la zona orientale della città.




Se vai per funghi porta con te il telefonino acceso

Un cercatore di funghi è scivolato ferendosi. Era senza telefono ed è stato difficile localizzarlo e quindi soccorrerlo.


Un 72enne bolognese ieri pomeriggio si è inoltrato nei boschi di Monghidoro in cerca di funghi.

Giunto in un tratto scosceso è scivolato riportando un doloroso trauma alla gamba che non gli ha più consentito di proseguire.

Per sua fortuna nella zona c’era la linea telefonica e ha potuto dare l'allarme. Ma per i soccorritori non è stato facile localizzarlo proprio perchè non aveva il telefonino. Ciò ha ritardato l'arrivo degli aiuti e ha aumentato il tempo della dolorosa attesa del ferito.

Solo dopo alcuni tentativi l'uomo è stato raggiunto e trasportato sulla strada asfaltata, dove poi l’ambulanza lo ha trasferito all’ospedale per i necessari controlli e interventi medici.



 

Ogni promessa è debito. La bretella Pianoro-Sasso Marconi va fatta.

Mastacchi  chiede conto dello stop a un progetto a lungo discusso e dibattuto e che, se realizzato, porterebbe a una sensibile riduzione di traffico sull’attuale rete viaria

La Regione crede ancora nel progetto della Bretella Pianoro-Sasso Marconi nel bolognese? E “perché non è stato ancora realizzato lo studio di fattibilità promesso dall’ex assessore alle infrastrutture nella scorsa campagna elettorale?”.

Queste le principali domande poste da Marco Mastacchi (Rete Civica) in un’interrogazione che vuole fare luce sullo stato di un’infrastruttura che, se realizzata, rappresenterebbe -specifica Mastacchi- “un intervento di modernizzazione e adeguamento della rete viaria al fine di snellire il traffico veicolare”.

Per il consigliere bolognese la Bretella Pianoro-Sasso Marconi sarebbe “una sorta di passante sud anche per i mezzi pesanti che dalla valle del Savena vogliono prendere l’autostrada in direzione Firenze, riducendo notevolmente i chilometri da percorrere. Tale passante comporterebbe quindi una notevole riduzione delle emissioni in atmosfera, dal momento che attualmente, fin dalle prime ore della mattina, il traffico è bloccato e congestionato e i tempi di percorrenza per circa 8 km sono quasi di 2 ore”.

Stante la situazione creatasi e in aggiunta alle principali domande poste, il consigliere di Rete Civica interroga la Giunta anche per capire se “la Regione ha avviato studi e indagini per valutare il livello di inquinamento atmosferico del traffico giornaliero dei mezzi che percorrono la strada di collegamento tra Ponte Albano e Pian di Macina suddivisi tra automobili e mezzi pesanti e TIR”.

  I punti sui quali si concentra l’attenzione del Consigliere Mastacchi e che chiama la Giunta a rispondere:

Alla fine di settembre del 2019 al cinema Vittoria di Loiano, durante un incontro con i rappresentanti dell’Unione Savena Idice e con i cittadini, il presidente della Regione Stefano Bonaccini affermava che: "La Regione non si sarebbe tirata indietro e avrebbe finanziato la Bretella Pianoro-Sasso Marconi".

Il 26 novembre 2019 di fronte a un migliaio di persone intervenute al teatro delle Celebrazioni in piena campagna elettorale l’ex Assessore alle infrastrutture Raffaele Donini annunciava che sarebbe stato realizzato uno studio di fattibilità del collegamento fra Pianoro e Sasso.

Da quanto è emerso dalla riunione in sede congiunta della prima e seconda commissione della Città Metropolitana si è appreso che al 30 novembre 2019 la Bretella di Pianoro non rientrava più nelle infrastrutture da finanziare perché non è stato effettuato lo studio di fattibilità.

Non resta che prendere atto della assenza di risposte legate alla mobilità di prossimità soprattutto in Appennino.

Sarebbe interessante e utile avviare un’indagine sui livelli dell’inquinamento atmosferico causato dal traffico giornaliero dei mezzi che percorrono la strada di collegamento tra Ponte Albano e Pian di Macina e altrettanto utile individuare separatamente il livello dell’apporto dei TIR e delle auto.

Sarebbe utile predisporre lo studio di fattibilità di un’opera che si rivelerebbe strategica per tutto l’hinterland bolognese, oggetto oltre al resto di promesse elettorali da parte dell’attuale Giunta della Regione. Rimangono oscuri anche i motivi che hanno impedito l’esecuzione di tale studio.


 

Grizzana Morandi non è un comune di serie B, ha diritto a un ufficio postale attivo a pieno regime

L'appello del sindaco di Grizzana Morandi: basta code, le Poste riaprano subito lo sportello del capoluogo


di Carmine Caputo

I cittadini di Grizzana Morandi sono stanchi di file chilometriche per accedere ai servizi postali. È quanto denuncia Franco Rubini, sindaco di Grizzana Morandi, che sottolinea come oltre tutto vedere tante persone in coda, spesso anziane, non è affatto rassicurante dal punto di vista della prevenzione della diffusione del coronavirus.

«Abbiamo pazientemente atteso la riapertura a pieno regime dell'ufficio postale del capoluogo, come tutti» spiega il primo cittadino. «Ci sono stati momenti difficili durante il lock-down e li comprendiamo, ma stiamo ricevendo sempre più sollecitazioni da parte dei cittadini che sono stanchi che l'ufficio del capoluogo continui a essere aperto a giorni alterni, con le inevitabili lungaggini e assembramenti che si creano quando è aperto».

Il Comune di Grizzana Morandi è uno tra i più estesi dell'Appennino bolognese: ma mentre l'ufficio di Pioppe di Salvaro, nella valle del Reno, è tornato alle aperture abituali e quello a Pian di Setta, sul versante del Setta, ha mantenuto l'apertura settimanale (di per sé insufficiente), è proprio l'ufficio centrale a rimanere chiuso tre giorni alla settimana.

E così, anziché essere aperto tutte le mattine dal lunedì al sabato, l'ufficio è accessibile solo il martedì e il giovedì dalle 8,20 alle 13,45 e il sabato mattina dalle 8,20 alle 12,45.

Il sindaco si è ovviamente rivolto alla dirigenza locale di Poste Italiane, che però allarga le braccia dichiarando la propria impotenza rispetto a scelte che vengono dalla direzione centrale. Scelte che l'amministrazione comunale spera possano essere urgentemente riviste