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articolo del Corriere Bologna.
La macchina della trattativa si è messa in moto. La meta da
raggiungere è la mobilità incentivata su base volontaria, un punto
su cui i vertici della Saeco hanno concesso un’inedita apertura. Le
tappe intermedie: trovare un accordo sull’ammontare degli
incentivi, sul numero dei licenziamenti, e sul contributo del governo
e della Regione a un piano di reindustrializzazione. È su questo che
si sta orientando la vertenza condotta a colpi di lunghi e
ravvicinati faccia a faccia al ministero dello Sviluppo economico. I
sindacati e l’azienda hanno incontrato anche ieri, dopo il summit
di martedì, il ministro Federica Guidi. E un altro incontro è
previsto per stamattina. Dal Ministero si ribadisce la volontà di
«portare al termine la trattativa nel più breve tempo possibile».
E tutte le parti coinvolte
stanno lavorando alacremente: anche l’incontro di ieri è
andato avanti fino a tarda sera. Dai rappresentanti della Philips
seduti al tavolo ministeriale sarebbe anche arrivato il via libera
agli esodi incentivati e un’altra piccola apertura riguarderebbe la
quantità degli esuberi. Che potrebbero diminuire dai 243 annunciati
a novembre a un numero inferiore, seppure di poco. «No» deciso da
parte della multinazionale, invece, a una riconversione industriale
della fabbrica di Gaggio Montano dove al momento si producono
soltanto macchine da caffè. Bocciata anche la richiesta di riportare
nello stabilimento bolognese una parte della produzione delocalizzata
nel corso degli anni in Romania, nel sito gemello dove ogni anno
vengono realizzati 490.000 pezzi (contro i 130.000 stimati l’anno
scorso a Gaggio).
Che cosa rimane da noi?
Qual è il piano industriale per salvare la fabbrica di Gaggio? A
queste e altre domande stanno cercando una risposta i sindacati,
interrogando l’azienda in attesa di una risposta che sia per loro
convincente. Dal tavolo romano non trapelano gli umori delle ultime
ore: la trattativa viene condotta nel più stretto riserbo. Ieri «nel
confronto le organizzazioni sindacali hanno esplicitato le proposte
discusse nell’assemblea di martedì scorso — hanno fatto sapere
Fiom Cgil e Fim Cisl — sulle quali l’azienda ha chiesto una pausa
di riflessione». Ma la Saeco non dorme mai, a Roma come a Gaggio
dove il presidio dei lavoratori in lotta contro i 243 esuberi va
avanti giorno e notte. Ora aspettano notizie fresche che mantengano
viva la speranza di salvare il posto di lavoro.
3 commenti:
Andare in mobilità è esattamente "essere licenziati", vedrai vedrai come lo trovi un lavoro dopo!!!!
del resto per le imprese non è terreno fertile lavorare in italia e dopo che hanno sfruttato lo sfruttabiele possibile, vanno dove c' è mercanzia migliore per lo sfruttamento.
Anonimo delle 14.15...presto in Italia avremo l'IVA al 27% ma quale azienda vuoi che rimanga, o per assurdo ritorni in Italia, "state buoni se potete"(grazie PIDDI').
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