giovedì 4 febbraio 2016

Incentivi per gli esuberi e nuovo piano Saeco, con Philips trattativa a oltranza L’azienda, disponibile a ridurre i licenziamenti, rifiuta di riportare le produzioni dalla Romania.

Un lettore ha inviato questo articolo del Corriere Bologna.

La macchina della trattativa si è messa in moto. La meta da raggiungere è la mobilità incentivata su base volontaria, un punto su cui i vertici della Saeco hanno concesso un’inedita apertura. Le tappe intermedie: trovare un accordo sull’ammontare degli incentivi, sul numero dei licenziamenti, e sul contributo del governo e della Regione a un piano di reindustrializzazione. È su questo che si sta orientando la vertenza condotta a colpi di lunghi e ravvicinati faccia a faccia al ministero dello Sviluppo economico. I sindacati e l’azienda hanno incontrato anche ieri, dopo il summit di martedì, il ministro Federica Guidi. E un altro incontro è previsto per stamattina. Dal Ministero si ribadisce la volontà di «portare al termine la trattativa nel più breve tempo possibile».
E tutte le parti coinvolte stanno lavorando alacremente: anche l’incontro di ieri è andato avanti fino a tarda sera. Dai rappresentanti della Philips seduti al tavolo ministeriale sarebbe anche arrivato il via libera agli esodi incentivati e un’altra piccola apertura riguarderebbe la quantità degli esuberi. Che potrebbero diminuire dai 243 annunciati a novembre a un numero inferiore, seppure di poco. «No» deciso da parte della multinazionale, invece, a una riconversione industriale della fabbrica di Gaggio Montano dove al momento si producono soltanto macchine da caffè. Bocciata anche la richiesta di riportare nello stabilimento bolognese una parte della produzione delocalizzata nel corso degli anni in Romania, nel sito gemello dove ogni anno vengono realizzati 490.000 pezzi (contro i 130.000 stimati l’anno scorso a Gaggio).
Che cosa rimane da noi? Qual è il piano industriale per salvare la fabbrica di Gaggio? A queste e altre domande stanno cercando una risposta i sindacati, interrogando l’azienda in attesa di una risposta che sia per loro convincente. Dal tavolo romano non trapelano gli umori delle ultime ore: la trattativa viene condotta nel più stretto riserbo. Ieri «nel confronto le organizzazioni sindacali hanno esplicitato le proposte discusse nell’assemblea di martedì scorso — hanno fatto sapere Fiom Cgil e Fim Cisl — sulle quali l’azienda ha chiesto una pausa di riflessione». Ma la Saeco non dorme mai, a Roma come a Gaggio dove il presidio dei lavoratori in lotta contro i 243 esuberi va avanti giorno e notte. Ora aspettano notizie fresche che mantengano viva la speranza di salvare il posto di lavoro.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Andare in mobilità è esattamente "essere licenziati", vedrai vedrai come lo trovi un lavoro dopo!!!!

Anonimo ha detto...

del resto per le imprese non è terreno fertile lavorare in italia e dopo che hanno sfruttato lo sfruttabiele possibile, vanno dove c' è mercanzia migliore per lo sfruttamento.

Anonimo ha detto...

Anonimo delle 14.15...presto in Italia avremo l'IVA al 27% ma quale azienda vuoi che rimanga, o per assurdo ritorni in Italia, "state buoni se potete"(grazie PIDDI').