venerdì 14 aprile 2017

Approvato a Vergato un ordine del giorno che chiede di rivedere il piano di riordino ospedaliero dell'Appennino.



L'unione dei Comuni dell'Appennino Bolognese riferisce:

Una sala gremita di cittadini ha partecipato con interesse al consiglio comunale aperto di Vergato che si è tenuto nel cinema cittadino la sera del 12 aprile. Il consiglio ha approvato un ordine del giorno in cui si criticano le proposte presentate dall’AUSL di Bologna per la riorganizzazione dei servizi sanitari nel Distretto dell’Appennino bolognese, perché mettendo in discussione l’assetto attuale rischiano di non garantire pari opportunità di accesso ai servizi per i cittadini.
Pertanto il Comune di Vergato, con il sostegno di quelli di Castel d’Aiano, Grizzana Morandi e Marzabotto proporrà nel comitato di distretto che si mantengano i servizi attuali (tra i quali degenza ordinaria e day ospital anche oncologico, pronto soccorso, medicina interna e ortopedia, dialisi) e che anzi si dotino ospedale e casa della salute di risorse tecnologiche adeguate, sviluppando maggiormente l’offerta di cure intermedie e garantendo al tempo stesso maggiore autonomia gestionale all’ospedale.
Tra le proposte dell’AUSL che i sindaci del territorio avevano contestato c’era invece l’ipotesi di riconvertire il pronto soccorso in un punto di primo intervento e di trasferire l’attività di chirurgia a Porretta Terme. Contro tale piano si sono espresse anche le forze consiliari di minoranza e diversi comitati cittadini che in questi giorni hanno raccolto 4000 firme e organizzato un corteo di protesta. Viceversa, è stata accolta favorevolmente l’ipotesi di sviluppare l’assistenza ai malati cronici attraverso i cosiddetti “ospedali di comunità” e gli investimenti proposti per le Case della salute e l’assistenza domiciliare.
Il dibattito ha toccato diversi punti: è stata apprezzata unanimemente la scelta del sindaco di Vergato Massimo Gnudi di aprire il consiglio comunale alla presenza del pubblico e di altri consiglieri locali, per favorire la trasparenza e la partecipazione, da più parti poi ci si è interrogati su chi sia deputato a fare delle scelte in questo ambito. Sul tema ha voluto sgombrare il campo da ogni equivoco il direttore generale dell’AUSL di Bologna Chiara Gibertoni, che ha spiegato come il ruolo dei tecnici dell’AUSL sia quello di tradurre in piani operativi le scelte politiche prese da chi amministra il territorio, in questo caso in primo luogo la Regione, chiamata alla gestione delle risorse in ambito sanitario. Regione che dispone di strumenti quali la Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria e i Comitati di distretto per esercitare le funzioni di indirizzo, programmazione, valutazione e vigilanza, coinvolgendo i sindaci. Da parte dell’AUSL, ha continuato il direttore, non ci sono preclusioni di natura tecnica nei confronti della proposta presentata nell’ordine del giorno. Tale posizione è stata confermata dal consigliere regionale di Sinistra Italiana Igor Taruffi, che ha ricordato come non sia corretto attribuire ai tecnici responsabilità o talvolta carenze che invece sono da attribuire alla politica, compresa la scelta miope di investire su due ospedali vicini come quelli di Vergato e Porretta, e dal presidente del Distretto Socio Sanitario Marco Mastacchi il quale ha sottolineato come ci sia il tempo e ci sono gli strumenti per rivedere il piano proposto dall’AUSL sulla base delle criticità segnalate, ricordando però sia i paletti imposti dalla normativa nazionale, sia che alcuni cambiamenti possono essere un’opportunità per i migliorare i servizi. Molto critica nei confronti della Regione è stata la posizione espressa dalla consigliera regionale 5 Stelle Raffaella Sensoli la quale ha affermato che prima andrebbero potenziati i servizi sanitari territoriali, solo in un secondo momento si potrebbe pensare ad una riorganizzazione ospedaliera.
Romano Franchi, presidente dell’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese, ha segnalato gli aspetti positivi del piano dell’AUSL, come quelli relativi ai servizi intermedi, all’assistenza familiare e alle case della salute, ribadendo la sua contrarietà sulla riduzione dei servizi prettamente ospedalieri. Inoltre il sindaco di Marzabotto ha anche voluto sgombrare il campo da certi discorsi vittimistici, ricordando come ci siano servizi in ambito sociale nei territori montani che sono delle vere e proprie eccellenze e rivendicando i buoni risultati ottenuti in tanti settori dall’Unione dell’Appennino in questi anni, riconosciuti anche dal sindaco metropolitano Virginio Merola durante una recente visita.




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