Segnalato
La
Conferenza
dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome
ha approvato la proposta
di intesa Stato-Regioni
sulle caratteristiche dei punti
di gioco pubblico,
nonché i criteri per la loro distribuzione e concentrazione
territoriale. L'intesa prevede la
diminuzione, in tre anni, dei punti gioco,
dagli attuali 98.600 a circa cinquantamila e delle Awp (le
slot),
dalle circa 400 mila a 265
mila entro il 30 aprile 2018, con un taglio percentuale del 35%.
Inoltre
"le
disposizioni specifiche in materia, previste in ogni Regione o
Provincia autonoma, se prevedono una tutela maggiore, continueranno
comunque ad esplicare la loro efficacia". Inoltre "le
Regioni e le Province autonome ai fini del contrasto delle
patologie afferenti alla dipendenza da gioco d'azzardo, potranno
prevedere forme maggiori di tutela per la popolazione".
L'accordo
permetterà quindi di "regolare
la distribuzione dell'offerta di gioco diffusa nel territorio,
tenendo conto delle accresciute esigenze sociali e dei fenomeni di
dipendenza patologica osservati, sia per mezzo della riduzione dei
volumi di gioco e dei punti vendita (tra l'altro con una
significativa riduzione del numero di slot machine), sia per mezzo
di disposizioni e di criteri applicativi da parte delle Regioni e
degli Enti locali riguardo alla distribuzione territoriale, alle
fasce orarie di esercizio, di accesso al gioco, di monitoraggio e
di visibilità dei punti gioco".
“Un
lavoro faticoso, lungo, ma alla fine di grande soddisfazione.
L’intesa sul riordino dei punti di raccolta del gioco pubblico
segna uno spartiacque importantissimo, perché avvia un’azione di
contrasto alla ludopatia e di contenimento del gioco d’azzardo”,
ha dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni Stefano
Bonaccini.
"Abbiamo
finalmente raggiunto l’intesa sul riordino del settore del gioco
d’azzardo. Un riordino che afferma il potere
dei Comuni di stabilire orari di apertura delle sale e distanze
minime da scuole, chiese e oratori
– ha detto il sindaco di Bari e presidente
dell’Anci, Antonio Decaro
– Come sindaci abbiamo ottenuto quello che volevamo, quello che
le nostre comunità, le associazioni attive sul territorio, la rete
del sistema sociale che ha a che fare ogni giorno con la ludopatia,
ci chiedevano. Lo sintetizzo in tre punti essenziali: si dimezzano
in tre anni i punti gioco e le macchinette più vecchie vengono
rottamate e solo in parte rimpiazzate con altre collegate
direttamente con i Monopoli di Stato; noi sindaci decidiamo le
fasce
orarie di chiusura, fino a sei ore consecutive al giorno,
di queste attività e imponiamo la loro distanza
da tutti i luoghi che riteniamo sensibili,
come scuole e chiese; aumenta lo standard di qualità e sicurezza
dei punti gioco nei quali dovranno essere assicurati accesso
selettivo,
tramite l’identificazione con documento del giocatore, e la
videosorveglianza,
non potranno essere esposte immagini eccessive che inducano al
gioco, e il personale dovrà essere formato anche sul contrasto
al gioco d’azzardo”.
Nessun commento:
Posta un commento