mercoledì 20 settembre 2017

Presentazione del restauro della Specola di Bologna, l’Osservatorio Astronomico della città, dopo il terremoto di cinque anni fa. Interventi di Roberto Balzani, Paola Zigarella e Gerardo Mastropaolo.

La Soprintendenza Archeologia e il Sistema Museale di Ateneo - Università di Bologna informano:

  
Sabato prossimo, 23 settembre, alle 10.30, si terrà un incontro/confronto sull’intervento di restauro della Specola di Bologna, interessata dal sisma di cinque anni fa.

L’appuntamento è nella Sala di Ulisse (Via Zamboni 33, piano terra) con interventi di Roberto Balzani, Presidente Sistema Museale di Ateneo dell'Università di Bologna, Paola Zigarella, della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e Gerardo Mastropaolo, Area Edilizia e Logistica dell'Università di Bologna.


Info 051 2099610, sma.museizamboni33@unibo.it

I lavori di costruzione della torre della Specola ebbero inizio nel 1712, su progetto dell’architetto Giuseppe Antonio Torri. L’osservatorio astronomico di Bologna doveva sorgere sul cinquecentesco Palazzo Poggi dove, nel 1711, venne fondato da Luigi Ferdinando Marsili l’Istituto delle Scienze.
L’edificio fu terminato nel 1726 da Carlo Francesco Dotti e nello stesso anno cominciarono le osservazioni di Eustachio Manfredi, primo scienziato a condurre ricerche astronomiche, su incarico di Marsili.
Uno dei contributi più importanti che Manfredi diede a questi studi, fu la pubblicazione del catalogo astronomico Ephemerides Bononienses, tra i più accurati del Settecento. Grazie alle sue osservazioni sui moti apparenti delle stelle, riuscì anche a verificare il moto della Terra intorno al Sole.
La torre astronomica ospita il Museo della Specola dal 1979 e ancora oggi è possibile vedere gli antichi strumenti nelle stesse sale in cui venivano utilizzati dagli astronomi bolognesi dei secoli precedenti.
Tra gli ambienti più suggestivi è senz’altro da ricordare la Sala della Meridiana, costruita nel 1727 per osservare gli astri nel momento di massima altezza sull’orizzonte. Il pavimento attuale risale al 1742 quando l’artista Ercole Lelli realizzò la meridiana in ottone, utilizzata fino alla metà del Novecento per segnalare quotidianamente alla cittadinanza il mezzogiorno.
Proprio sopra questa sala si trovavano lo studio e l’abitazione dell’astronomo.
Accanto alla Sala della Meridiana trova posto il Telescopio a tasselli ideato da Guido Horn d’Arturo e realizzato nel 1952. Con 61 tasselli esagonali si riuscì a creare uno strumento di osservazione di 1,81 m di diametro superando le difficoltà tecniche di realizzazione degli specchi monoblocco. L’invenzione di Horn è considerata oggi anticipatrice dei moderni telescopi a più specchi.
Oltre a strumenti per lo studio e l’osservazione del cielo, il Museo conserva antichi globi, sfere armillari e carte geografiche. Di eccezionale valore sono due rare carte cinesi risalenti ai primi anni del XVII secolo, una delle quali fu realizzata a Pechino dal gesuita Matteo Ricci nel 1602 (se ne conoscono solo altri sei esemplari nel mondo).
Percorrendo la scala elicoidale che conduce alla terrazza della Specola, da cui si gode di una splendida e insolita vista sulla città, è possibile seguire l’esperimento che, nel 1790, portò Giovan Battista Guglielmini a ideare una prova empirica per dimostrare la rotazione della Terra grazie alla misurazione della deviazione dalla verticale dei gravi in caduta libera.

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