La
Soprintendenza Archeologia e il Sistema Museale di Ateneo -
Università di Bologna informano:
Sabato
prossimo, 23 settembre, alle 10.30, si terrà un incontro/confronto
sull’intervento di restauro della Specola di Bologna, interessata
dal sisma di cinque anni fa.
L’appuntamento
è nella Sala di Ulisse (Via Zamboni 33, piano terra) con interventi
di Roberto
Balzani, Presidente Sistema
Museale di Ateneo dell'Università di Bologna, Paola
Zigarella, della
Soprintendenza
Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di
Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e Gerardo
Mastropaolo,
Area Edilizia e Logistica dell'Università di Bologna.
Info
051 2099610, sma.museizamboni33@unibo.it
I
lavori di costruzione della torre della Specola ebbero inizio nel
1712, su progetto dell’architetto Giuseppe Antonio Torri.
L’osservatorio astronomico di Bologna doveva sorgere sul
cinquecentesco Palazzo Poggi dove, nel 1711, venne fondato da Luigi
Ferdinando Marsili l’Istituto delle Scienze.
L’edificio
fu terminato nel 1726 da Carlo Francesco Dotti e nello stesso anno
cominciarono le osservazioni di Eustachio Manfredi, primo scienziato
a condurre ricerche astronomiche, su incarico di Marsili.
Uno
dei contributi più importanti che Manfredi diede a questi studi, fu
la pubblicazione del catalogo astronomico Ephemerides Bononienses,
tra i più accurati del Settecento. Grazie alle sue osservazioni sui
moti apparenti delle stelle, riuscì anche a verificare il moto della
Terra intorno al Sole.
La
torre astronomica ospita il Museo della Specola dal 1979 e ancora
oggi è possibile vedere gli antichi strumenti nelle stesse sale in
cui venivano utilizzati dagli astronomi bolognesi dei secoli
precedenti.
Tra
gli ambienti più suggestivi è senz’altro da ricordare la Sala
della Meridiana, costruita nel 1727 per osservare gli astri nel
momento di massima altezza sull’orizzonte. Il pavimento attuale
risale al 1742 quando l’artista Ercole Lelli realizzò la meridiana
in ottone, utilizzata fino alla metà del Novecento per segnalare
quotidianamente alla cittadinanza il mezzogiorno.
Proprio
sopra questa sala si trovavano lo studio e l’abitazione
dell’astronomo.
Accanto
alla Sala della Meridiana trova posto il Telescopio a tasselli ideato
da Guido Horn d’Arturo e realizzato nel 1952. Con 61 tasselli
esagonali si riuscì a creare uno strumento di osservazione di 1,81 m
di diametro superando le difficoltà tecniche di realizzazione degli
specchi monoblocco. L’invenzione di Horn è considerata oggi
anticipatrice dei moderni telescopi a più specchi.
Oltre
a strumenti per lo studio e l’osservazione del cielo, il Museo
conserva antichi globi, sfere armillari e carte geografiche. Di
eccezionale valore sono due rare carte cinesi risalenti ai primi anni
del XVII secolo, una delle quali fu realizzata a Pechino dal gesuita
Matteo Ricci nel 1602 (se ne conoscono solo altri sei esemplari nel
mondo).
Percorrendo
la scala elicoidale che conduce alla terrazza della Specola, da cui
si gode di una splendida e insolita vista sulla città, è possibile
seguire l’esperimento che, nel 1790, portò Giovan Battista
Guglielmini a ideare una prova empirica per dimostrare la rotazione
della Terra grazie alla misurazione della deviazione dalla verticale
dei gravi in caduta libera.
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