venerdì 13 marzo 2015

Bersani lancia a Bologna il «suo» Pd. Sabato la convention di «Area Riformista».



Un lettore ha inviato questo articolo Tratto dal Corriere della Sera.

 Mentre Gianni Cuperlo evoca lo spettro della scissione, sotto le Due Torri la sinistra pd, galvanizzata dall’elezione di Francesco Critelli a segretario provinciale, non è mai stata così compatta come adesso. Tanto che dopo la federazione provinciale, sta tentando di prendersi gli altri posti liberi in circolazione.
Non c’è da stupirsi quindi se la Ditta ha scelto Bologna per ritrovarsi domani, davanti agli occhi attenti dell’ex leader Pierluigi Bersani, che terrà a battesimo la convention di «Area Riformista», la corrente del capogruppo dem alla Camera Roberto Speranza (anche lui presente all’hotel I Portici con il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina). Qui, a differenza che altrove, la minoranza dem non si è mai divisa. Bersaniani e cuperliani sono sempre andati a braccetto. L’ipotesi scissione richiamata dalle dichiarazioni di fuoco dell’altro ieri di Cuperlo («non è in gioco la sorte del governo, ma il destino del Pd»), con molta fatica troverebbe seguaci sotto le Torri.
Per dire, ieri sera in città la minoranza Pd si è riunita per contarsi: capire cioè quanti bersaniani e cuperliani in Emilia-Romagna vogliono continuare a stare sotto lo stesso tetto e promuovere la candidatura del consigliere regionale Stefano Caliandro per la segreteria regionale contro il renziano Paolo Calvano, il civatiano Antonio Mumolo, la giovane turca Giuditta Pini e l’ex sindaco di Carpi Enrico Campedelli. Calvano ieri sera però ha spiazzato tutti, chiedendo durante un lungo summit agli altri candidati di fare un passo indietro e convergere in modo unitario su di lui. Caliandro in questo modo potrebbe prendere il suo posto e diventare il nuovo capogruppo del Pd in viale Aldo Moro. Tutti i quattro contendenti si sono presi 24 ore di tempo proprio per sondare le correnti di appartenenza e decidere il da farsi. La proposta di Calvano, quindi, ha colpito nel segno, e la sua successione a Stefano Bonaccini alla guida del partito ora pare più in discesa.
Caliandro, dal canto suo, può sempre contare del sostegno di Critelli, del deputato Andrea De Maria e di diversi parlamentari, come Donata Lenzi, Claudio Broglia, Marilena Fabbri e Carlo Galli. C’è poi la presidente dell’Assemblea legislativa Simonetta Saliera, la più votata alle regionali. Tanto basta per mostrare domani a Bersani un fronte compatto, dialogante con i renziani, al punto da riuscire ad eleggere assieme il nuovo leader regionale. In solitaria si muovono i Giovani Turchi, la corrente rappresentata in regione dalla deputata modenese Pini e in città dai vertici dei Giovani Democratici come Alberto Aitini e Vinicio Zanetti. Tutti esponenti dem che con la Ditta in Emilia-Romagna hanno sempre dialogato più che volentieri. Se l’accordo su Calvano andasse in porto, la Pini potrebbe diventare la numero due del partito regionale. I grattacapi, piuttosto, sono tutti per i renziani che hanno capito quanto in questa fase sia agguerrita la Ditta e che senza un accordo si rischia il bagno di sangue ai gazebo. E lo sa bene anche Bonaccini che, conoscendo le intenzioni della minoranza dem in Emilia Romagna, non ritiene plausibile una sua fuoriuscita dal partito. Ieri mattina ad Agorà lo ha detto chiaramente: «Scissione della sinistra Pd? No, non ci credo».

5 commenti:

Anonimo ha detto...

L' avidità del partito l' arroganza della divisione a tutti i costi, non porterà al raggiungimento degli obbiettivi di bersani, cuperlo e fabbri il loro destino è segnato.....rimanere solo ed infondo alla fila, al seguito.

Anonimo ha detto...

fosse vero che la sinitra nel pd se ne vada fuori da un partito che non gli è MAI appartenuto.

ma lo faccia prima delle regionali di maggio

almeno tutti sapranno della finzione

altro che 41 per cento alle europee e balle varie.

poi vuol dire proprio volersi far male il voler ricostituire il partito comunista a Bologna dove alla Bolognina Occhetto ne decretò la scomparsa.

Del resto parliamo di Bersani che da eletto come candidato premier ha fatto perdere tempo al Paese per lunghi mesi per essere poi costretto a lasciare a dei nominati la guida del Paese.

E con che risultati fino ad ora.

Che vada a fare il nonno a Piacenza.


Anonimo ha detto...

...bla ...bla ...bla ...bla

Se la politica dovesse mai produrre qualcosa di diverso da una marea di chiacchiere per distrarre i cittadini e spartirsi poltrone e soldi, tutti questi sarebbero disoccupati.

Anonimo ha detto...

tutte balle ...sono TUTTI renziani, lo fanno per guadagnare tempo in realtà sono colpevoli per il disastro europeo e devono pagarla.

Anonimo ha detto...


A dire il vero qui gli unici che pagano in concreto ed in soldoni siamo noi. Loro arraffano solo sia in denaro che nel giro delle poltrone.
Occhio ragazzi x le prossime chiamate alle elezioni, perchè ci saranno prima o poi.
Bersani !!!! ma cosa vuoi lanciare, abbiamo perso solo del gran tempo per permettere a voi di mettere insieme gli anni x i vs. vitalizi e pensioni, lo scopo era di aspettare che l' italia fosse miracolata da un non so cosa, per non affondare.
X un pelo ci salveremo, ma grazie alla bontà ed il coraggio degli italiani sono esclusi i politici naturalmente che con il loro blaterare,l' avidità e la sete di potere, pensano a farsi le scarpe l' uno contro l'altro, come se gli italiani fossero degli idioti e non vedessero l' andazzo. Altrochè salvare il paese......è più importante la poltrona di montecitorio.