Se ci fossero le olimpiadi della semplicità e della
schiettezza Sara Simeoni sarebbe certamente la primatista della specialità e il
suo record resterebbe certamente imbattuto, come quello del salto in alto che ha
conservato per ben 19 anni.
L’indimenticata e indimenticabile atleta era ieri a
Sasso Marconi, accompagnata dal marito ed ex allenatore, Erminio Azzaro, madrina della manifestazione annuale dell’AICAM , associazione
dei collezionisti di affrancature meccaniche, inaugurata nell’occasione ed è
stata accolta al teatro comunale dove ha risposto alle domande di una
giornalista e del pubblico.
La sua cordialità ha incantato i presenti e il racconto
dei ricordi relativi alla vicenda sportiva che l’ha resa porta bandiera e simbolo dell’atletica
italiana negli anni settanta-ottanta, ha catturato la simpatia del pubblico e ha
dato a tutti la sensazione di essere con ‘una di casa’. Sembrava la cugina che racconta l’esperienza di un lungo viaggio,
in questo caso atletico.
Così il racconto della sua medaglia olimpica a Mosca
nel 1980 è quasi sembrato quello di un
evento semplice, di un fatto comune. “Avevo paura, cosa che mi capitava di
rado, e sentivo il peso dell’occasione,
tanto che la gara l’ho iniziata molto male sbagliando persino il numero dei
passi della rincorsa, “ ha raccontato la Simeoni. “Poi ho reagito rivolgendo
persino il mio sguardo in alto per dirGLi ‘se non sei impegnato dai un’occhiata anche qui,
ci sono le olimpiadi’. Quasi a dire che il Suo disturbo poteva essere
compensato da un grande spettacolo. “Poi tutto è andato bene”.
E raccontando del suo primato del mondo con 2
metri e 01, stabilito due volte nel 1978, ha precisato che allora le gare avvenivano
in sedi separate per maschi e femmine, come a scuola. Mentre la ragazze gareggiavano
a Verona i ragazzi erano a Venezia. I giornalisti si spostavano quindi tutti a
Venezia per il grande interesse che aveva l’atletica maschile. Quindi lei fece
il record mondiale con l’assenza dei media. Il commento dei giornalisti,
irritati per aver mancato l’occasione, fu questo: ‘Potevi dirlo che avresti
fatto il record, no? ‘ “.
Il dialogo con il pubblico l’ha poi portata a
parlare dell’atletica attuale e dell’approccio allo sport: “Ora si spingono
anche i bambini alla competizione estrema e i genitori hanno la mira per loro di
un futuro di successo e di guadagno.
Invece i bambini debbono giocare, non gareggiare”, ha raccomandato.
L’atleta veronese
non ha mancato di ricordare Pietro Mennea, altro simbolo dell’atletica italiana
degli anni ottanta. Ha ricordato di essersi allenata nello stesso campo in
diverse occasioni e di aver avuto dalla sua determinazione stimoli a procedere.
“Come sono certa che lui ha avuto stimoli dalla mia perseveranza e voglia di
fare bene,” ha detto.
La grande atleta ha ricevuto gli omaggi della città di Sasso Marconi
tramite il primo cittadino Stefano Mazzetti, del Circolo Filatelico Guglielmo
Marconi, organizzatore dell’evento e dei
tanti che la ricordano con affetto. Infine, ha partecipato alla cerimonia di
inaugurazione della mostra degli annulli postali meccanici.
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