domenica 15 marzo 2015

Sara Simeoni, compionessa di semplicità e simpatia, a Sasso Marconi.




Se ci fossero le olimpiadi della semplicità e della schiettezza Sara Simeoni sarebbe certamente la primatista della specialità e il suo record resterebbe certamente imbattuto,  come quello del salto in alto che ha conservato per  ben 19 anni.
L’indimenticata e indimenticabile atleta era ieri a Sasso Marconi, accompagnata dal marito ed ex allenatore, Erminio Azzaro madrina della manifestazione annuale dell’AICAM , associazione dei collezionisti di affrancature meccaniche, inaugurata nell’occasione ed è stata accolta al teatro comunale dove ha risposto alle domande di una giornalista e del pubblico.
La sua cordialità ha incantato i presenti e il racconto dei ricordi relativi alla vicenda sportiva  che l’ha resa porta bandiera e simbolo dell’atletica italiana negli anni settanta-ottanta, ha catturato la simpatia del pubblico e ha dato a tutti la sensazione di essere con ‘una di casa’. Sembrava la cugina  che racconta l’esperienza di un lungo viaggio, in questo caso  atletico.
Così il racconto della sua medaglia olimpica a Mosca nel 1980  è quasi sembrato quello di un evento semplice, di  un fatto  comune. “Avevo paura, cosa che mi capitava di rado,  e sentivo il peso dell’occasione, tanto che la gara l’ho iniziata molto male sbagliando persino il numero dei passi della rincorsa, “ ha raccontato la Simeoni. “Poi ho reagito rivolgendo persino il mio sguardo in alto per dirGLi  ‘se non sei impegnato dai un’occhiata anche qui, ci sono le olimpiadi’. Quasi a dire che il Suo disturbo poteva essere compensato da un grande spettacolo. “Poi tutto è andato bene”.  
 E raccontando del suo primato del mondo con 2 metri e 01, stabilito due volte nel 1978, ha precisato che allora le gare avvenivano in sedi separate per maschi e femmine, come a scuola. Mentre la ragazze gareggiavano a Verona i ragazzi erano a Venezia. I giornalisti si spostavano quindi tutti a Venezia per il grande interesse che aveva l’atletica maschile. Quindi lei fece il record mondiale con l’assenza dei media. Il commento dei giornalisti, irritati per aver mancato l’occasione, fu questo: ‘Potevi dirlo che avresti fatto il record, no? ‘ “.

Il dialogo con il pubblico l’ha poi portata a parlare dell’atletica attuale e dell’approccio allo sport: “Ora si spingono anche i bambini alla competizione estrema e i genitori hanno la mira per loro di un  futuro di successo e di guadagno. Invece i bambini debbono giocare, non gareggiare”, ha raccomandato.
L’atleta  veronese non ha mancato di ricordare Pietro Mennea, altro simbolo dell’atletica italiana degli anni ottanta. Ha ricordato di essersi allenata nello stesso campo in diverse occasioni e di aver avuto dalla sua determinazione stimoli a procedere. “Come sono certa che lui ha avuto stimoli dalla mia perseveranza e voglia di fare bene,” ha detto.
La grande atleta  ha ricevuto gli omaggi della città di Sasso Marconi tramite il primo cittadino Stefano Mazzetti, del Circolo Filatelico Guglielmo Marconi, organizzatore dell’evento  e dei tanti che la ricordano con affetto. Infine, ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione della mostra degli annulli postali meccanici.







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