Oggi, sabato 28 marzo, alle 15, al Piccolo Paradiso a Sirano di Marzabotto si terrà un convegno sul lupo
dal titolo: “A guardia del lupo. Pastore maremmano abruzzese,
un guardiano millenario nella contemporaneità”
un guardiano millenario nella contemporaneità”
L’ ingresso è libero
L’incontro è stato organizzato dal Circolo del Pastore Maremmano-Abruzzese nell'ambito
del proprio raduno nazionale e così lo presenta:
La
presenza e la convivenza del lupo con l’uomo rappresentano da qualche tempo un
tema al centro del dibattito agricolo, ambientale e politico del territorio
appenninico. Il convegno offre
un'importante occasione di approfondimento e di confronto.
All’inizio
degli anni 70 in Italia il lupo era a rischio di estinzione, con un
centinaio di esemplari sopravvissuti sugli Appennini. In seguito, lo
spopolamento della montagna e una nuova sensibilità ambientale hanno favorito
una graduale ma costante ricolonizzazione di tutta la dorsale appenninica e
delle Alpi. Negli anni ‘80 il lupo viene ammesso tra le specie “particolarmente
protette” e una nuova rete di parchi regionali e nazionali, spesso contigui,
hanno concorso a un processo di rinaturalizzazione del paesaggio a cui si è
legato il rapido e parallelo incremento del numero degli ungulati e quindi il
riformarsi di un habitat particolarmente favorevole al lupo. Oggi solo in
Italia sono stimati circa 1000 esemplari, un grande risultato che tuttavia
porta con sé problemi per ciò che attiene la conservazione della specie e la
connessa convivenza con le attività umane. In particolare, nell’ambito della
convivenza la presenza del lupo, soprattutto in zone da cui mancava da oltre un
secolo, ripropone la necessità della difesa delle greggi e degli animali
domestici.
Negli
ultimi anni, infatti, la diffusione del lupo ha prodotto non pochi problemi
all’allevamento e alla pastorizia, suscitando crescenti proteste tra le
popolazioni coinvolte. Alcune Regioni sono intervenute mettendo a disposizione
risorse per l’indennizzo e per l’attuazione di misure di dissuasione
(recinzioni, sistemi d’allarme attivati da fotocellule, cani da guardia), ma in
modo discontinuo e soprattutto senza una strategia coordinata a livello
nazionale. Il ripetersi di attacchi in zone da tempo abituate all’esercizio del
pascolo non custodito (Emilia-Romagna e Toscana) ha generato un diffuso
risentimento da parte di associazioni agricole e venatorie (per i cacciatori il
lupo è un temibile competitor), culminato in taluni casi nella richiesta di
ripristino della caccia al lupo, come specie nociva. Questo clima ha finito per
deformare la percezione del fenomeno creando allarmismo, con il moltiplicarsi
delle richieste di danni e presunti avvistamenti. Anche in Abruzzo, luogo da
cui il lupo non è mai scomparso e si è raggiunta una presenza a livelli
biologicamente ottimali, si susseguono casi di avvelenamento.
Per
queste ragioni è importante che si adottino sollecitamente rimedi efficaci e
che l’indennizzo sia subordinato alla loro adozione. L’inserimento dei cani da
guardia o protezione è senz’altro lo strumento dissuasivo più efficace, come
prova l’esperienza maturata nei secoli nell’Appennino centrale (Abruzzo), dove
la pastorizia ha sempre svolto un ruolo importante nell'economia locale e in
cui accanto al gregge non sono mai mancati i suoi guardiani bianchi. Lo
evidenziano inoltre i recenti studi che la Dott.sa Silvia Dalmasso, che interverrà al convegno, ha
condotto in Piemonte, regione interessata al problema dagli anni ‘90 e in cui
l’immissione di cani ha prodotto una diminuzione della frequenza degli attacchi
e dei capi predati superiore al 90%.
Il
Cane da Pastore Maremmano Abruzzese è tra quelli che ha dato risultati
migliori sul piano dell’efficacia. Con la sua attitudine a reagire in modo
proporzionato al livello della minaccia può svolgere brillantemente il compito
affidatogli, senza creare troppi problemi in ambiti montani sempre più
frequentati da escursionisti o bikers. Infatti, contrariamente a tante dicerie
su questa razza, oggi il nostro guardiano bianco si distingue per un carattere
affidabile ed equilibrato, che lo rende particolarmente adatto a svolgere una
missione ecologica per una possibile e auspicata convivenza tra uomo e lupo.
Il
Circolo del Pastore Maremmano-Abruzzese in questi anni ha svolto un
incessante lavoro di indirizzo, atto a valorizzare aspetti di tipicità e
comportamento che riavvicinano il cane alle sue caratteristiche originarie di
guardiano delle greggi, ponendosi come interlocutore verso tutti quegli enti,
associazioni ed Istituzioni interessati a stabilire collaborazioni che abbiano
come fine la tutela dei grandi carnivori, grazie ai suoi allevatori ed esperti,
che hanno già gestito l’inserimento del cane guardiano in ambienti
particolarmente critici.
I
temi della convivenza tra uomo e lupo, il rispetto della natura e della
biodiversità, la valorizzazione di un territorio montano in fase di riscoperta
anche dal punto di vista turistico trovano nella collina e nella media-montagna
bolognese un luogo naturale di discussione, poiché proprio qui si sono
verificati nella maniera più evidente, quasi paradigmatica, tutti i fenomeni
descritti, dalla scomparsa del lupo al suo ritorno, ai rapporti con allevatori
di bestiame e cacciatori, fino a quelli tra escursionisti e cani. Una
discussione che non riguarda, quindi, solo gli addetti ai lavori ma tutta la
popolazione che vive il nostro territorio.
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