domenica 29 marzo 2015

MARCO ROMANO 1 : “ LA CITTA’ COME OPERA D’ARTE “



L’angolo di Marco Leoni
                               

 “LA  RICERCA  DI  CIO’  CHE  AMI  E’  IL  SENSO  DELLA  TUA  VITA”
                                  M. L.


L’incontro e quindi la scoperta di questo libro di Marco Romano, docente di “Estetica della città” nelle Università di Venezia, Palermo, Genova, Milano e all’Accademia di Architettura di Mendrisio, mi ha reso particolarmente felice in quanto in molti dei suoi concetti mi sono totalmente ritrovato e ho ricevuto conferme su cose che penso e che ho cercato di promuovere da più di vent’anni.

Questo piccolo/grande libro di un centinaio di pagine a carattere principalmente divulgativo contiene i concetti fondamentali sui criteri adottati, da più di mille anni, per costruire città come opere d’arte.
Proprio dalle poche righe che si trovano in copertina si comprende già quali argomenti saranno trattati nel testo:

                    

  Da mille anni in Europa la sfera estetica della città
                   è il mondo simbolico  delle nostre libertà e dei nostri
                   diritti. Se vogliamo sanare le ferite delle avanguardie
                   e il disastro delle periferie occorre conoscere e applicare
                   le regole consolidate della bellezza.”


Questo modo di costruire le città era un fenomeno tipicamente europeo dove
“L’INTENZIONE  ESTETICA” era alla base di questi interventi e questa intenzione trovava un riconoscimento pubblico e collettivo.
Dice l’autore:  “dovremmo considerare ogni città come una vera e propria opera d’arte che sia espressione non di un individuo, ma di un’intera comunità, o meglio di una  “civitas “  la quale costruisce  “ l’urbs “, ovvero la città materiale.
Marco Romano ci mostra poi come lo spirito (o se volete l’essenza o l’anima)
delle nostre città sia nato nel tardo Medioevo, quando con il rifiorire del commercio
i centri urbani sono nati (ri)fondati dalla cittadinanza e non più come in passato o in altre parti del mondo, da un Signore, Re o Imperatore che dir si voglia.
Questa cittadinanza ha poi dato il volto alla città creando nuovi “ TEMI  COLLETTIVI" riconoscibili in ogni  CENTRO URBANO, come, ad esempio, il Municipio con la sua piazza (centro politico), la Cattedrale (centro religioso), la piazza del Mercato (centro economico, il Teatro, le Biblioteche (centri culturali), il Corso (passeggio serale per favorire incontri), i Giardini e i Parchi Monumentali ecc…
In questa disposizione si è sempre tenuto presente il  PRINCIPIO ESTETICO, assieme all’idea che la città doveva essere  FUNZIONALE per l’intera comunità.



Nessuna speculazione, nessuna ghettizzazione hanno quindi sovrinteso la fondazione di tanti comuni e questa concezione, sempre secondo Romano, si è mantenuta fino all’Ottocento, quando con l’avvento dell’industrializzazione la città ha  dimenticato  “il linguaggio consolidato attraverso i secoli nella sfera estetica”.
La civitas ha così smesso di esprimere l’urbs e i cittadini non sono più stati attori nella costruzione del loro centro urbano.
In questo modo, continua Romano, sono nate le brutte periferie, “quartieri i cui abitanti sono quasi del tutto privi di un adeguato riconoscimento simbolico della
loro appartenenza all’urbs e per questo a pieno titolo alla civitas”.
Alla fine del saggio, Romano propone quindi una soluzione al degrado delle nostre città con un  ritorno al bello, inteso non come un richiamo nostalgico al passato artistico della città, ma come un principio portante nella pianificazione di ogni
CENTRO  URBANO.


Video IMPORTANTISSIMO:  andare su

“L’URBANISTICA”  -  Passepartout    min.30,   andato in onda il 06/09/2009
Poi su video Rai.TV – Passepartout 2008.09 – L’urbanistica

Continua…    prossimo appuntamento domenica 12 aprile 2015.

PS: per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento consiglio la visione del sito www.esteticadellacittà.it

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