L’angolo di Marco Leoni
“LA RICERCA
DI CIO’ CHE
AMI E’ IL
SENSO DELLA TUA
VITA”
M.
L.
L’incontro
e quindi la scoperta di questo libro di Marco Romano, docente di “Estetica
della città” nelle Università di Venezia, Palermo, Genova, Milano e
all’Accademia di Architettura di Mendrisio, mi ha reso particolarmente felice
in quanto in molti dei suoi concetti mi sono totalmente ritrovato e ho ricevuto
conferme su cose che penso e che ho cercato di promuovere da più di vent’anni.
Questo
piccolo/grande libro di un centinaio di pagine a carattere principalmente
divulgativo contiene i concetti fondamentali sui criteri adottati, da più di
mille anni, per costruire città come opere d’arte.
Proprio
dalle poche righe che si trovano in copertina si comprende già quali argomenti
saranno trattati nel testo:
“ Da
mille anni in Europa la sfera estetica della città
è il mondo simbolico delle nostre libertà e dei nostri
diritti. Se vogliamo sanare le ferite delle
avanguardie
e il disastro delle periferie occorre
conoscere e applicare
le regole consolidate della bellezza.”
Questo
modo di costruire le città era un fenomeno tipicamente europeo dove
“L’INTENZIONE ESTETICA” era alla base di
questi interventi e questa intenzione trovava un riconoscimento pubblico e
collettivo.
Dice
l’autore: “dovremmo considerare ogni
città come una vera e propria opera d’arte che sia espressione non di un
individuo, ma di un’intera comunità, o meglio di una “civitas
“ la quale
costruisce “ l’urbs “, ovvero la città materiale.
Marco
Romano ci mostra poi come lo spirito (o se volete l’essenza o l’anima)
delle
nostre città sia nato nel tardo Medioevo,
quando con il rifiorire del commercio
i
centri urbani sono nati (ri)fondati dalla cittadinanza e non più come in
passato o in altre parti del mondo, da un Signore, Re o Imperatore che dir si
voglia.
Questa
cittadinanza ha poi dato il volto alla città creando nuovi “ TEMI COLLETTIVI" riconoscibili
in ogni CENTRO URBANO, come, ad esempio, il Municipio con la sua piazza (centro politico), la Cattedrale (centro religioso), la piazza del Mercato (centro
economico, il Teatro, le Biblioteche (centri culturali), il Corso (passeggio serale per favorire
incontri), i Giardini e i Parchi
Monumentali ecc…
In
questa disposizione si è sempre tenuto presente il PRINCIPIO
ESTETICO, assieme all’idea che la città doveva essere FUNZIONALE per l’intera comunità.
Nessuna
speculazione, nessuna ghettizzazione hanno quindi sovrinteso la fondazione di
tanti comuni e questa concezione, sempre secondo Romano, si è mantenuta fino
all’Ottocento, quando con l’avvento dell’industrializzazione la città ha dimenticato “il linguaggio consolidato
attraverso i secoli nella sfera estetica”.
La civitas ha così smesso di esprimere l’urbs e i cittadini non sono più stati attori nella costruzione del loro centro urbano.
In questo
modo, continua Romano, sono nate le brutte periferie, “quartieri i cui abitanti
sono quasi del tutto privi di un adeguato riconoscimento simbolico della
loro
appartenenza all’urbs e per questo a pieno titolo alla civitas”.
Alla
fine del saggio, Romano propone quindi una soluzione al degrado delle nostre
città con un ritorno al bello, inteso non come un richiamo nostalgico
al passato artistico della città, ma come un principio portante nella
pianificazione di ogni
CENTRO URBANO.
Video
IMPORTANTISSIMO: andare su
“L’URBANISTICA” -
Passepartout min.30, andato in onda il 06/09/2009
Poi
su video
Rai.TV – Passepartout 2008.09 – L’urbanistica
Continua… prossimo appuntamento domenica 12 aprile
2015.
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