La
protesta dei monzunesi per l'annunciata prossima installazione di una
pala eolica di notevoli dimensioni sul crinale di Gabbiano non si è
rivelata sterile.
La
giunta dell’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese, di cui
Monzuno fa parte, ha infatti comunicato la 'volontà' di richiedere
la revisione di una normativa sulla materia che agevola le
istallazioni di impianti eolici ma che rischia di produrre ecomostri
sui crinali, se non opportunamente disciplinata.
La
giunta dell'unione ha annunciato la 'volontà' di sollecitare
interventi appropriati da parte delle istituzioni sovraordinate, ma
l'obiettivo è ben lontano dall'essere raggiunto e come si sul dire,
'fra il dire e il fare c'è di mezzo il mare'. E il mare in questo
caso potrebbero essere tante cose, una delle quali il vantaggio
economico che ne deriva, un'altra le lungaggini, a volte volute,
sulle decisioni da prendere.
Il cantiere dell'eolico a Gabbiano |
Ecco
il comunicato in proposito della Giunta:
Durante
la seduta del consiglio dell’Unione dei comuni dell’Appennino
bolognese svoltasi a Vergato lunedì 31 luglio, il presidente Romano
Franchi ha comunicato ai consiglieri l’intenzione della giunta
dell’Unione di chiedere un intervento, prima di tutto alla Regione
Emilia-Romagna e inseguito al parlamento nazionale, perché si valuti
di modificare e perfezionare la normativa relativa agli impianti
eolici.
La
normativa, che l’Unione richiede di rivedere, prevede infatti che
la misura della portata di un impianto eolico non sia la sua
dimensione strutturale, ma la potenza di energia prodotta. Gli
apparati con potenza inferiore a 60 KWh sono agevolati dallo Stato
che per loro ha pensato alla cosiddetta "PAS" (Procedura
Abilitativa Semplificata): in merito i Comuni non hanno voce in
capitolo, essendo la stessa utilizzata per agevolare l'iter
abilitativo delle installazioni considerate di "pubblica
utilità, ed indifferibili ed urgenti" da una normativa del
2003.
Ha
fatto molto discutere infatti in questi giorni l’episodio che si è
verificato nel Comune di Monzuno, dove sono iniziati i lavori per
l’installazione di una pala eolica nei pressi della strada
provinciale che conduce a Rioveggio all’incrocio con la strada
comunale per la località Gabbiano. A fronte delle proteste allarmate
da parte dei cittadini, che da subito si sono resi conti della
notevole dimensione dell’impianto in questione, - supera i 100
metri di altezza - l’amministrazione comunale di Monzuno ha
infatti risposto che da un punto di vista normativo l’installazione
è in regola e gli amministratori locali in merito possono fare poco.
La
ditta che sta eseguendo i lavori infatti sta impiantando un impianto
eolico che potrebbe produrre un megawatt, ma depotenziandolo evita
tutte le verifiche sull’impatto ambientale dello stesso, visto
che in questi casi l'autorizzazione non è neppure richiesta, essendo
sostituita da una dichiarazione da parte della ditta installatrice
accompagnata dalla relazione di un tecnico abilitato. Insomma,
sembra essere di fronte ad uno di quei casi in in cui prima si
maledice la burocrazia invocando la semplificazione, poi ci si rende
conto che i controllori hanno le armi spuntate.
Non
solo: se i comuni non si attengono alle procedure possono essere
chiamati a pagare i danni all'azienda che ha fatto richiesta di
installazione. Per la normativa attuale tutti i terreni sono
utilizzabili per la realizzazione di impianti di energia rinnovabile,
con le eccezioni stabilite dalle Regioni nell'ambito delle loro
competenze. A conferma di ciò recenti sentenze dei tribunali
amministrativi hanno condannato quei comuni che hanno introdotto
criteri di localizzazione degli impianti diversi dalle linee guida
statali o dalla normativa regionale.
Con
le norme attuali a ben poco, quindi, servono le proteste dei
cittadini che nel caso di Monzuno hanno fatto rilevare come, oltre al
valore paesaggistico dell’area in questione, l’impianto
sorgerebbe su una frana dormiente e la pala (della misura di 31
metri) ruoterebbe direttamente sulla strada comunale che conduce a
Gabbiano.
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