Un lettore ha inviato
l'articolo e ne chiede la pubblicazione.
C'è da chiedersi se
l'autonomia delle Regioni è tale da permettere all'ente di
legiferare in contrasto con le disposizioni di quello superiore, lo
Stato.
Sarà interessante seguire il proseguo della vicenda.
Presto
affittare case «ad uso civile» a cooperative che le usano per
ospitare migranti potrebbe essere più difficile, se non
impossibile. La Lega in Regione Lombardia sta studiando un progetto
di legge che, sulla falsa riga di quello "anti moschee",
aiuti a scoraggiare questa pratica.
Il
continuo flusso di migranti, infatti, ha esaurito in fretta i posti
che le varie strutture che si occupano di accoglienza avevano a
disposizione, così le prefetture hanno iniziato a indicare nelle
case private sfitte nuove possibili valvole di sfogo. E per tanti
proprietari che di entrare nel business dell' accoglienza proprio
non ne vogliono sapere, ce ne sono altri che non si fanno troppi
problemi. Con buona pace degli abitanti di palazzi e quartieri
costretti a subire una vera e propria "invasione". Da qui
il bisogno del Carroccio in Regione di operare una stretta.
L'
idea al Pirellone l' ha data il sindaco di Lazzate, Loredana Pizzi,
che a fine luglio, al termine di una lunga battaglia contro la
prefettura che voleva riempire il centro storico di richiedenti
asilo, ha firmato una delibera che, richiamando il piano regolatore
e una serie di norme urbanistiche, di fatto complica la vita ai
proprietari di case sfitte che provano a fare cassa con il business
dei migranti. La delibera parte dal presupposto che ci sono
differenze normative tra «un' abitazione privata e una struttura
ricettiva, o addirittura socio assistenziale». Ovvero, se un
normale contratto d' affitto prevede l' accordo tra locatario e
locatore, quello con una cooperativa (o altra forma societaria) che
si occupa di accoglienza è più complicato: intanto perché gli
"inquilini" di quell' appartamento potrebbero cambiare in
continuazione o variare di numero, e poi perché l' accoglienza ai
migranti prevede una serie di servizi «esterni» che nulla hanno a
che vedere con un normale contratto d' affitto.
Proprio
per queste ragioni il sindaco di Lazzate ha previsto nell' ordinanza
due serie di norme per scoraggiare questa pratica.
La prima riguarda la sfera edilizia, ovvero i requisiti di agibilità e dell' uso che si fa del fabbricato. Quindi per poter affittare ad una cooperativa il proprietario dovrà richiedere al Comune un cambio di destinazione d' uso dell' immobile ed eventualmente eseguire una serie di lavori di adattamento quali, ad esempio, l' abbattimento di barriere architettoniche o integrazioni dei servizi igienico-sanitari. La seconda sfera d' azione riguarda invece il livello urbanistico e quindi il piano del territorio che, a seconda della zona, potrebbe prevedere per un immobile adibito a residenziale socio-assistenziale, la presenza di particolari infrastrutture urbane, senza le quali un eventuale cambio di destinazione dovrebbe essere rifiutato.
La prima riguarda la sfera edilizia, ovvero i requisiti di agibilità e dell' uso che si fa del fabbricato. Quindi per poter affittare ad una cooperativa il proprietario dovrà richiedere al Comune un cambio di destinazione d' uso dell' immobile ed eventualmente eseguire una serie di lavori di adattamento quali, ad esempio, l' abbattimento di barriere architettoniche o integrazioni dei servizi igienico-sanitari. La seconda sfera d' azione riguarda invece il livello urbanistico e quindi il piano del territorio che, a seconda della zona, potrebbe prevedere per un immobile adibito a residenziale socio-assistenziale, la presenza di particolari infrastrutture urbane, senza le quali un eventuale cambio di destinazione dovrebbe essere rifiutato.
Fin
qui il Comune di Lazzate, il cui esempio, c' è da scommerci, verrà
presto imitato dagli altri Comuni a guida leghista. Ovviamente
queste norme non posso essere prese e portate così come sono nell'
ordinamento regionale. Per questo su impulso del capogruppo del
Carroccio Massimiliano Romeo, un gruppo di lavoro formato dai
consiglieri Roberto Anelli e Pietro Foroni e dai tecnici regionali,
si è già messo all' opera per studiare un pacchetto normativo che
possa essere approvato nel più breve tempo possibile. Quello che
dovrebbe restare rispetto a Lazzate è la distinzione tecnica tra
gli appartamenti «ad uso civile» e quelli «con finalità
ricettive/socio assistenziali» e le limitazioni di carattere
urbanistico.
Da
qui si svilupperà la legge che dovrebbe impedire affitti ritenuti
impropri dal Carroccio. «Il modello di riferimento - spiega il
capogruppo della Lega in Regione, Massimiliano Romeo - sarà quello
della legge che ha permesso di fermare la costruzione indiscriminata
di moschee a Milano e in Lombardia. Perché - chiude Romeo - a
parole son tutti bravi a parlare di accoglienza, ma quando poi te li
trovi come vicini di casa, tutti, da destra a sinistra, si
lamentano. Il caso di Capalbio ne è la prova lampante».
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