Il titolare: «Ci criticano in tanti, ma gli affari vanno a gonfie vele. Le persone ci scelgono per rilassarsi e non per essere infastidite da chi gioca»
Un
lettore ha inviato per la pubblicazione questo articolo del Corriere
Bologna, cui aggiunge il commento: "Questa la dice lunga sulla debole educazione che i genitori impartiscono ai figli".
«No
bambini e animali, grazie». A dieci minuti da Pianoro, abbarbicata
su una collina a 20 chilometri da Bologna, esiste una realtà che
ha fatto del relax imposto il suo punto di forza. È l’agriturismo
Il Ciuffo, un vecchio casolare, rimesso a nuovo nel 2010, che si
propone da un paio di anni come «una piccola isola di quiete per
rigenerarsi e rilassarsi».
Un
posto dove, per rispettare la tranquillità di tutti, gli under 14
non sono ammessi. Senza alcun tipo di eccezione, anche se il
divieto vige per il solo periodo estivo quando è attiva anche la
piscina. E così tutte le prenotazioni di famiglie con bambini al
seguito vengono respinte e, poco importa se per questo motivo
Tripadvisor e la pagina Facebook dell’agriturismo sono pieni di
recensioni negative, il lavoro al Ciuffo non manca. Anzi, ogni
weekend i gestori registrano il tutto esaurito, con la coda per
entrare in acqua.
Oltre,
infatti alla parte riservata a chi alloggia, anche questa
rigorosamente no kids, l’agriturismo mette a disposizione ogni
giorno 80 ingressi in piscina per chi vuole solo rinfrescarsi. «Non
abbiamo niente contro i bambini, ma al contrario di altre strutture
cerchiamo di far rispettare le regole — sottolinea Roberto
Bortolato, titolare assieme alla moglie Monica — Questo non è un
luogo adatto ai più piccoli: i tavolini sono di cristallo e le
sedute nel giardino in cemento, mentre in piscina non si può
parlare ad alta voce, né correre, né gridare, né giocare a
palla-. Le persone ci scelgono per rilassarsi e non per essere
infastidite da chi, per ovvie ragioni, vuole solo giocare». Una
linea dura, ma che, come spiega il gestore, paga. «All’inizio
quando abbiamo aperto, abbiamo voluto fare qualche test e abbiamo
provato ad accettare anche d’estate chi diceva di avere dei
bambini educati, ma niente. Ne capitavano ogni giorno di tutti
colori. Così, una volta che ci siamo avviati e fatti il nome,
abbiamo deciso di escludere tutti gli under 14 per tutelare il
relax altrui. E, nonostante le critiche, la nostra realtà va a
gonfie vele».
I
proprietari del Ciuffo non sono gli unici in Italia a cavalcare il
business, sempre più in espansione, delle strutture ricettive off
limits per i bimbi. In tutta la Penisola si contano una ventina di
realtà dedicate solo agli adulti. A censirle, anche se si tratta
di dati ufficiosi, ci ha pensato un sito tedesco,
www.urlaub-ohnekinder. info, che stima solo in Europa 400 strutture
alberghiere dove i minori non sono ammessi. A livello legale, però,
la giurisprudenza italiana lascia spazio a diverse interpretazioni.
Secondo il Tulps, il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza,
i titolari di pubblici esercizi, come il Ciuffo, «non possono
senza un legittimo motivo, rifiutare le prestazioni del proprio
esercizio a chiunque le domandi e ne corrisponda il prezzo» (art.
187), escluso il caso di somministrazione di bevande alcoliche a
minori, infermi di mente o persone ubriache.
Resta
solo da stabilire se il desiderio di relax degli ospiti sia da
considerare un legittimo motivo per vietare l’ingresso ai
bambini. «Sono io il proprietario di questo posto — specifica
l’imprenditore —, e di conseguenza le regole le stabilisco io.
L’Emilia-Romagna è piena di strutture più adatte ai bambini».
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