venerdì 18 ottobre 2019

Da Di Maio: "No a Bonaccini", ma i 5S in Regione (e Grillo) aprono

Pd e 5 Stelle continuano a discutere sull'ipotesi di un'alleanza comune alle elezioni emiliane del 26 gennaio. Di Maio mette il veto su Bonaccini, sostenuto da 200 sindaci. Ma un'apertura arriva dai consiglieri regionali del M5S (e da Grillo)

Richiesto da Dubbio

In Umbria c'è già l'accordo, in Emilia-Romagna si vedrà. Ogni passo avanti nella trattativa tra Pd e 5 Stelle per un'alleanza comune alle Regionali del 26 gennaio è seguito da una brusca marcia indietro. 
 

Se a fine settembre il governatore dem Stefano Bonaccini aveva aperto al Movimento ("C'è uno spazio importante di possibile collaborazione" su temi quali "lavoro, diritti delle persone, lotta e prevenzione del dissesto idrogeologico, sanità e politiche educative e formative"), da parte di Luigi Di Maio non sembra esserci la stessa disponibilità. A farlo capire è Maria Edera Spadoni, vicepresidente grillina della Camera e tra i parlamentari emiliani più influenti. "Il voto su Rousseau parla chiaro. Noi appoggiamo una lista civica e un candidato civico. Possiamo eventualmente valutare qualcosa con il Pd - ha detto Spadoni al Corriere di Bologna - ma poniamo un veto sulla candidatura di Bonaccini".
Profilo a cui la sinistra in Regione, Italia Viva compresa, non sembra disposta a rinunciare. A maggior ragione dopo l'appello sottoscritto da più di 200 sindaci per sostenere la ricandidatura del governatore. Il documento è stato siglato, tra gli altri, dai primi cittadini dei capoluoghi governati dal centro-sinistra (Bologna, Modena, Reggio Emilia, Ravenna, Rimini, Cesena) compresa Parma, amministrata dal leader di Italia in Comune, l'ex pentastellato Federico Pizzarotti. Nella lista compaiono anche 24 sindaci "civici", segno di come Bonaccini abbia l'apprezzamento di una larga fetta del Pd dell'Emilia-Romagna.
Regione che, si legge nell'appello firmato da 206 sindaci - "merita un presidente solido e competente, in grado di rappresentarla e governarla per il ruolo che essa ha e che dovrà avere qui nel territorio, nel Paese e nell'Unione europea". Ecco perché, scrivono i sindaci, "Bonaccini deve proseguire in questa esperienza di positiva collaborazione con noi, che vede al centro i territori e il loro ascolto, mentre agli elettori rivolgiamo un appello perché, ognuno con le proprie idee, vogliano sostenerlo per quanto ha fatto e potrà fare come Presidente della nostra Regione". Dunque Bonaccini gode di un largo sostegno tra i sindaci.
Ma non basta. I sondaggi non sono rassicuranti e per blindare una delle ultime roccaforti rosse serve l'intesa con i pentastellati. Intervistato da Radio24, il presidente emiliano ha detto: "Se ci si mette a sedere e ci si confronta sui programmi, in caso di convergenza, si può pensare a un’alleanza. Se non c’è convergenza, amici come prima e ci si rispetta da avversari alle prossime elezioni regionali". Parole da cui si capisce come un accordo sia possibile, ma ancora lontano. Ecco arrivare però un'apertura da parte dei consiglieri 5S in Regione. Il capogruppo Andrea Bertani ha ammesso: "L’importante è la discontinuità forte sui temi. Se ci si vuole ragionare, questo è il momento", anche se "è complicato ragionare con chi fino ad ora ha portato avanti temi che non abbiamo condiviso". Il fronte grillino è spaccato tra contrari (Spadoni), scettici (Di Maio) e possibilisti (Bertani), a cui aggiungere la scheggia impazzita rappresentata da Beppe Grillo. Infatti, il comico genovese è favorevole all'intesa con il Pd, da portare avanti ovunque. Regionali emiliane comprese.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

IL Popolo non è al governo del paese, il paese non è governato dal popolo, il popolo non può neanche attraverso le elezioni influire sulle scelte di questa classe dirigente autoeletta auto referenziata, difficilmente gli eletti mantengono le promesse elettorali al massimo il 3,8% del programma, votare è inutile, il popolo non reagisce alle continue spremiture di diritti acquisiti ma negati, nei fatti nessuno rappresenta il popolo, il popolo non conta niente (vedi le pensioni, prima 30 poi 35 poi 38 poi 40 poi 41 poi 42,10 poi mai!!), al popolo rimangono due scelte: SUBIRE PASSIVAMENTE o RIVOLTARSI ma per fare quest'ultima è necessario che il popolo abbia una COSCIENZA DI CLASSE--- ne il PD ne i cinque stalle hanno coscienza di classe!

inos68 ha detto...

Ottima disanima, quindi?

Anonimo ha detto...

Inos68, ha proprio bisogno di altre spiegazioni vero? A te oltre all'acqua dovrebbero prima toglierti il diritto di voto, poi privatizzarti l'aria che respiri, forse cominceresti a capire che ti hanno tolto tutto e che ti considerano "non meritevole di ulteriori spiegazioni".