mercoledì 23 ottobre 2019

La zona pastorale Sasso Marconi-Marzabotto commemora le vittime dell'eccidio di Monte Sole

di Giancarlo Giovagnoni

La Zona Pastorale di Sasso Marconi - Marzabotto domenica prossima, 27 ottobre, alle 10.30 si riunirà presso la chiesa parrocchiale di Marzabotto per una solenne concelebrazione eucaristica in memoria di tutte le vittime della strage di Monte Sole.
770 furono le vittime che trovarono la morte per mano dei nazisti nei territori di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi. Fra loro vennero trucidati tre sacerdoti diocesani: don Giovanni Fornasini, don Ubaldo Marchioni, don Ferdinando Casagrande e due religiosi: don Elia Comini e Padre Martino Capelli, sacerdote del Sacro Cuore di Gesù. Anche Suor Maria Fiori, Maestra Pia, venne uccisa insieme a cinquanta persone, a San Giovanni di Sotto.
Il bilancio della strage, considerata la più grande strage di civili avvenuta in Europa nella Seconda Guerra mondiale, è drammatico: 115 furono i luoghi teatro dei massacri. Persero la vita persone miti e innocenti fra queste: 316 donne, 216 bambini inferiori ai 12 anni, 142 persone anziane oltre i 60 anni.
Al termine della celebrazione eucaristica, presieduta da mons. Alberto Di Chio, già postulatore per la causa di beatificazione (fase diocesana) dei tre sacerdoti diocesani, nella sala parrocchiale di Marzabotto verrà proiettato il documentario "I luoghi di Don Giovanni Fornasini" opera del prof. Massimiliano Belluzzi, e il volume: "I sacerdoti, i religiosi e le comunità martiri di Monte Sole", unitamente ad un cd che riproduce più di 300 diapositive che descrivono il territorio di Monte Sole, le parrocchie, la gente e le fasi salienti dell'eccidio. Queste due ultime opere, edite dalla nostra Zona Pastorale, sono state prodotte dai prof.ri Giovagnoni e Sidoli, già docenti presso l'Istituto Comprensivo di Marzabotto.

Abbiamo intervistato don Paolo Russo, parroco di San Lorenzo e di San Pietro di Sasso Marconi, nonché moderatore della Zona Pastorale.

Perché don Paolo questa celebrazione?
Le comunità parrocchiali dei nostri territori, che comprendono i comuni di Sasso Marconi e Marzabotto, sono in qualche modo le custodi più impegnate a mantenere viva la memoria di quanto accaduto a Monte Sole.
Lassù per noi esiste una sorta di "santuario a cielo aperto". Santuario perché in quei luoghi è stato sparso sangue innocente di sacerdoti, di religiosi, di persone innocenti e inermi e soprattutto il sangue di bambini e perfino di neonati.
Era gente religiosissima. Come raccontano gli storici queste persone frequentavano assiduamente la chiesa, partecipavano ogni domenica alla Messa, ritornandovi nel pomeriggio per il canto del Vespro.

Che ruolo aveva il prete in quelle parrocchie?
Come più volte don Dario Zanini ci ha raccontato, insieme ad altri sacerdoti che hanno narrato le vicende di Monte Sole come padre Franchini, don Carboni e mons. Gherardi, il parroco era il centro di tutta la vita della parrocchia. Si interessava principalmente di evangelizzare la propria gente, ma nel contempo non trascurava di assisterla anche nelle questioni normali della vita, sia economicamente, quando vi era bisogno, sia nel curare la loro formazione e la loro istruzione, come ha fatto don Casagrande che aveva aperto una scuola serale per aiutare i ragazzi a conseguire la licenza elementare o come, invece, don Fornasini, aprendo addirittura una specie di scuola professionale per le giovani della sua parrocchia.
Al prete tutti si rivolgevano, per la gente era il faro, la colonna, il porto sicuro nelle difficoltà.

Quale aspetto della vita di questi sacerdoti l'ha particolarmente colpito?
Erano quasi tutti sacerdoti molto giovani, inviati in montagna, in un luogo difficile da gestire per gli aspetti tipici delle località. Erano molto uniti fra loro. Il servizio ecclesiale era al primo posto della loro azione pastorale. Ricordo in particolare don Fornasini, che aveva appena 28 anni che con la sola bicicletta, percorreva le strade ghiaiose di allora, correndo in aiuto dei parroci anziani e ammalati.
Era normale per lui, al di là delle condizioni del tempo, sia che fosse bello, sia che piovesse o nevicasse, ogni domenica celebrare la Messa a Sperticano, per poi salire a Montasico e a Vedegheto. Ritornare a casa, pranzare e ripartire nel pomeriggio per fare lo stesso tragitto per la celebrazione del Vespro.
Avevano il senso del servizio, questi preti, formati in modo esemplare nel seminario, pronti ad intervenire dove vi fosse bisogno.
L'aspetto che più mi ha colpito, in particolare è che questi preti, benché avessero ricevuto dal Cardinale l'invito a venir via dai luoghi pericolosi dove vivevano, hanno declinato il consiglio e sono rimasti fino all'ultimo momento, seguendo in modo concreto l'esempio di Gesù Buon Pastore che non abbandona il gregge, condividendo così la morte tragica dei loro fedeli.

Il messaggio di queste persone è ancora valido oggi a distanza di 75 anni?
Certamente! I preti e suor Maria Fiori, hanno testimoniato con la loro vita i valori fondamentali che Gesù ci ha insegnato: il servizio, la solidarietà, l'impegno compiuto a 360 gradi che tocca ogni aspetto della vita: da quello spirituale a quello materiale, il sacrificio, l'abnegazione, l'amore disinteressato, la condivisione di quanto avevano. Ricordo in modo particolare che uno di questi sacerdoti diceva al suo contadino: "prima mangia te e se ne rimane mangio io".
L'aspetto che potrei definire eroico compiuto da questi sacerdoti e religiosi è stato soprattutto il dono totale della loro vita. L'abbiamo già rilevato: potevano andarsene e abbandonare al loro destino le persone della montagna, invece, sono rimasti lì e hanno accompagnato i loro parrocchiani con la preghiera e con i conforti che solo la religione è in grado di offrire in quei frangenti, all'incontro di questa povera gente con Gesù Crocifisso .

Allora a Marzabotto il 27 ottobre?
Si! Invito tutti alla celebrazione eucaristica a Marzabotto domenica prossima, 27 ottobre alle 10.30.
Sarà un'occasione per ritrovarci come fedeli della Zona Pastorale per condividere questa memoria e per pregare perché il Signore Gesù, per intercessione di Maria, doni ai nostri giorni sentimenti di perdono, di pace, di amore e di accoglienza.

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