di
Marco Leoni
PLATONE
:
Analisi del mito della caverna
3° e ultima
parte
Riporto una lezione sempre
di Matteo Saudino,
fantastico prof. di filosofia.
Vediamo
a questo punto nella lettura del mito quali sono i riferimenti alla
teoria della conoscenza.
Questo
mito ci presenta i quattro gradi della conoscenza platonica.
Innanzitutto
Platone divide la conoscenza in due : doxa
ed episteme.
La
doxa è la conoscenza opinabile, la conoscenza epistemologica è la
conoscenza scientifica.
La
conoscenza della doxa è quella che avviene all’interno della
caverna, la conoscenza epistemologica scientifica è quella che
avviene invece al di fuori della caverna.
Ognuno
di questi gradi della conoscenza si divide a sua volta in due, due
gradi della conoscenza opinabile, due gradi della conoscenza
scientifica.
Partiamo
dai primi due gradi.
La
conoscenza per Platone è una retta inclinata che dal basso va verso
l’alto: verticalismo o l’ascesi di Platone.
Si
passa dall’ignoranza alla sapienza, dal non bello al bello dal non
giusto al giusto e tutto questo è tipico dell’innamorato, perché
quando uno è innamorato vuole la bellezza del corpo, la bellezza
dell’anima, la bellezza delle leggi, la bellezza della scienza, la
bellezza delle idee, perché l’amore è ciò che ti eleva dalla
mediocrità alle altezze del bene. E' una linea appunto inclinata.
Per
i primi due gradi, quelli della doxa, partiamo dall’eutasia,
dalla fantasia,
dall’immaginazione che è il grado più basso della conoscenza e
collegato a questo c’è la condanna dell’arte.
Platone
condanna l’arte: l’arte ha un ruolo marginale nella formazione
del filosofo, perché l’arte agisce sulla parte irrazionale
dell’uomo. L'arte, che può essere il teatro, la pittura, la
poesia, stimola le passioni e le pulsioni e non educa la parte
razionale dell’anima. Potremmo dire che l’arte lavora sul cavallo
nero, non sul cavallo bianco, e certamente non sulla biga (collegando
ciò al mito della biga alata).
Dunque
l’arte è portatrice di passioni e pulsioni e non educa e fortifica
l’anima. L’arte è copia della copia, l’immaginazione è copia
della copia delle idee: se già il mondo delle cose è una copia del
mondo delle idee, l’arte è una copia della copia, cioè del mondo
delle cose, delle idee. Dunque l’arte, anziché avvicinare alle
idee come fa ad es. la filosofia e poi come farà la matematica,
avvicina alla copia delle cose dunque l’arte allontana addirittura
dalle idee. La
fantasia è condannata, l’arte è appunto considerata imitazione
dell’imitazione.
Secondo
grado della doxa è la
pistis cioè la credenza. E'
l’opinione comune, è la credenza più vicina alla verità. Diciamo
che è il verosimile.
Le
credenze possono avere dei richiami con la verità, dei richiami non
argomentati, non dimostrati, dei richiami molto spesso sbagliati. La
pistis è quella dei sofisti, è quella dei filosofi precedenti a
Platone e Socrate.
La
credenza è una conoscenza opinabile ma è la conoscenza del mondo
delle cose e non della copia delle cose. Dunque la credenza è un
passo verso la scienza ma rimane ancora lontana da essa perché è
appunto una conoscenza verosimile dotata dunque di fallacità, dotata
di errore.
Poi
usciamo dalla caverna e abbiamo il terzo e quarto grado della
conoscenza: la conoscenza epistemologica,
cioè la
conoscenza scientifica, è la conoscenza dianoetica
che
è la conoscenza dunque della matematica, della geometria,
dell’astronomia; è la conoscenza delle scienze, è la conoscenza
che corrisponde alla visione degli oggetti riflessi nell’acqua,
degli oggetti riflessi nel fiume, delle stelle, della luna; è la
scienza, è l’astronomia, è la fisica; è una bellezza che ti ha
rapito con la matematica. Il matematico vive per conoscere le armonie
dell’universo, il matematico, il pitagorico vive per trovare i
codici numerici che spiegano l’universo; l’astronomo è colui che
è rapito dalle stelle, vuole conoscere il movimento degli astri, il
movimento dei cieli, l’ubicazione delle stelle, vuole conoscere la
volta stellata, ma in che modo, matematicamente, geometricamente,
vedendone i rapporti e le proporzioni.
Oltre
alla conoscenza dianoetica vi è la
noesis, la conoscenza
filosofica, noesis. La
conoscenza della filosofia è quella che ci porta alla dialettica,
cioè alle scienze delle idee e della conoscenza del bene che
contiene il bello, che contiene il giusto: è la conoscenza del sole.
Il
sole è il bene ma Platone ci dice una cosa importante come il mondo
delle idee nutre il mondo delle cose così
il bene nutra tutte le altre idee.
Nel
quadrato c’è il bene, nella sfera c’è il bene, nel bello c’è
il bene, nel giusto c’è il bene. Il bene è l’idea che nutre
tutte le altre idee, è l’idea che è imitata dalle altre idee come
il cavallo imita l’idea di cavallinità, come il governante giusto
ha dentro di sé la giustizia e imita la giustizia, così l’idea di
cavallo, l’idea di sfera, l’idea di triangolo, l’idea di
bellezza e di giustizia imitano l’idea di bene; c’è del bene nel
bello così come il bello si nutre del bene e la conoscenza del bene
è la noesis più elevata e la dialettica è la filosofia.
Questo
è il quarto grado della conoscenza platonica, è il quarto grado
della conoscenza filosofica, del cammino filosofico che deve compiere
un uomo per diventare sapiente. E quando sei arrivato alla conoscenza
del bene sei pronto per governare.
Ricordo
che la Repubblica è una monarchia mista a aristocrazia. C'è
un’elite di uomini aristocratici cioè sapienti filosofi, che
conoscono il bene. quando hai conosciuto sei uscito dalla caverna,
hai conosciuto la giustizia, la bellezza, il bene, sei stato rapito.
L’amore
come follia, l’amore è una divina follia che ti vuole portare alla
conoscenza del bene e quando sei arrivato alla conoscenza del bene
sei pronto per governare in maniera giusta, corretta e non ci sarà
neanche più bisogno delle leggi, perché gli uomini sapranno
governare in maniera equilibrata, in maniera buona e di conseguenza
gli altri cittadini seguiranno ovviamente le indicazioni dei
sapienti.
Questo
è il mito della caverna. Il mito della caverna può essere
interpretato in mille modi. Può essere interpretato da voi: voi
vivete in una caverna che oggi tendenzialmente sarebbe la caverna
televisiva, la lettura ovviamente anche più banale, la caverna è la
TV sono immagini prodotte, può essere la falsificazione registica
televisiva, può
essere
la falsificazione dei social. Noi viviamo in caverne. A volte
spegnere la TV, spegnere facebook, spegnere twitter, spegnere
istagram, ti porta a vedere com'è il mondo reale al di fuori di
quella rappresentazione fallace e spesso conoscendo il mondo reale
capita poi di avere degli strumenti critici per
codificare il mondo dell’illusione e dunque essere autenticamente
liberi.
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