domenica 20 ottobre 2019

FINESTRE SULLA FILOSOFIA


  

di Marco Leoni

PLATONE : 
Analisi del mito della caverna
3° e ultima parte

Riporto una lezione sempre di Matteo Saudino,
fantastico prof. di filosofia.


Vediamo a questo punto nella lettura del mito quali sono i riferimenti alla teoria della conoscenza.
Questo mito ci presenta i quattro gradi della conoscenza platonica.
Innanzitutto Platone divide la conoscenza in due : doxa ed episteme.
La doxa è la conoscenza opinabile, la conoscenza epistemologica è la conoscenza scientifica.
La conoscenza della doxa è quella che avviene all’interno della caverna, la conoscenza epistemologica scientifica è quella che avviene invece al di fuori della caverna.
Ognuno di questi gradi della conoscenza si divide a sua volta in due, due gradi della conoscenza opinabile, due gradi della conoscenza scientifica.
Partiamo dai primi due gradi.
La conoscenza per Platone è una retta inclinata che dal basso va verso l’alto: verticalismo o l’ascesi di Platone.
Si passa dall’ignoranza alla sapienza, dal non bello al bello dal non giusto al giusto e tutto questo è tipico dell’innamorato, perché quando uno è innamorato vuole la bellezza del corpo, la bellezza dell’anima, la bellezza delle leggi, la bellezza della scienza, la bellezza delle idee, perché l’amore è ciò che ti eleva dalla mediocrità alle altezze del bene. E' una linea appunto inclinata.
Per i primi due gradi, quelli della doxa, partiamo dall’eutasia, dalla fantasia, dall’immaginazione che è il grado più basso della conoscenza e collegato a questo c’è la condanna dell’arte.
Platone condanna l’arte: l’arte ha un ruolo marginale nella formazione del filosofo, perché l’arte agisce sulla parte irrazionale dell’uomo. L'arte, che può essere il teatro, la pittura, la poesia, stimola le passioni e le pulsioni e non educa la parte razionale dell’anima. Potremmo dire che l’arte lavora sul cavallo nero, non sul cavallo bianco, e certamente non sulla biga (collegando ciò al mito della biga alata).
Dunque l’arte è portatrice di passioni e pulsioni e non educa e fortifica l’anima. L’arte è copia della copia, l’immaginazione è copia della copia delle idee: se già il mondo delle cose è una copia del mondo delle idee, l’arte è una copia della copia, cioè del mondo delle cose, delle idee. Dunque l’arte, anziché avvicinare alle idee come fa ad es. la filosofia e poi come farà la matematica, avvicina alla copia delle cose dunque l’arte allontana addirittura dalle idee. La fantasia è condannata, l’arte è appunto considerata imitazione dell’imitazione.
Secondo grado della doxa è la pistis cioè la credenza. E' l’opinione comune, è la credenza più vicina alla verità. Diciamo che è il verosimile.
Le credenze possono avere dei richiami con la verità, dei richiami non argomentati, non dimostrati, dei richiami molto spesso sbagliati. La pistis è quella dei sofisti, è quella dei filosofi precedenti a Platone e Socrate.
La credenza è una conoscenza opinabile ma è la conoscenza del mondo delle cose e non della copia delle cose. Dunque la credenza è un passo verso la scienza ma rimane ancora lontana da essa perché è appunto una conoscenza verosimile dotata dunque di fallacità, dotata di errore.
Poi usciamo dalla caverna e abbiamo il terzo e quarto grado della conoscenza: la conoscenza epistemologica, cioè la conoscenza scientifica, è la conoscenza dianoetica che è la conoscenza dunque della matematica, della geometria, dell’astronomia; è la conoscenza delle scienze, è la conoscenza che corrisponde alla visione degli oggetti riflessi nell’acqua, degli oggetti riflessi nel fiume, delle stelle, della luna; è la scienza, è l’astronomia, è la fisica; è una bellezza che ti ha rapito con la matematica. Il matematico vive per conoscere le armonie dell’universo, il matematico, il pitagorico vive per trovare i codici numerici che spiegano l’universo; l’astronomo è colui che è rapito dalle stelle, vuole conoscere il movimento degli astri, il movimento dei cieli, l’ubicazione delle stelle, vuole conoscere la volta stellata, ma in che modo, matematicamente, geometricamente, vedendone i rapporti e le proporzioni.
Oltre alla conoscenza dianoetica vi è la noesis, la conoscenza filosofica, noesis. La conoscenza della filosofia è quella che ci porta alla dialettica, cioè alle scienze delle idee e della conoscenza del bene che contiene il bello, che contiene il giusto: è la conoscenza del sole.
Il sole è il bene ma Platone ci dice una cosa importante come il mondo delle idee nutre il mondo delle cose così il bene nutra tutte le altre idee.
Nel quadrato c’è il bene, nella sfera c’è il bene, nel bello c’è il bene, nel giusto c’è il bene. Il bene è l’idea che nutre tutte le altre idee, è l’idea che è imitata dalle altre idee come il cavallo imita l’idea di cavallinità, come il governante giusto ha dentro di sé la giustizia e imita la giustizia, così l’idea di cavallo, l’idea di sfera, l’idea di triangolo, l’idea di bellezza e di giustizia imitano l’idea di bene; c’è del bene nel bello così come il bello si nutre del bene e la conoscenza del bene è la noesis più elevata e la dialettica è la filosofia.
Questo è il quarto grado della conoscenza platonica, è il quarto grado della conoscenza filosofica, del cammino filosofico che deve compiere un uomo per diventare sapiente. E quando sei arrivato alla conoscenza del bene sei pronto per governare.
Ricordo che la Repubblica è una monarchia mista a aristocrazia. C'è un’elite di uomini aristocratici cioè sapienti filosofi, che conoscono il bene. quando hai conosciuto sei uscito dalla caverna, hai conosciuto la giustizia, la bellezza, il bene, sei stato rapito.
L’amore come follia, l’amore è una divina follia che ti vuole portare alla conoscenza del bene e quando sei arrivato alla conoscenza del bene sei pronto per governare in maniera giusta, corretta e non ci sarà neanche più bisogno delle leggi, perché gli uomini sapranno governare in maniera equilibrata, in maniera buona e di conseguenza gli altri cittadini seguiranno ovviamente le indicazioni dei sapienti.

Questo è il mito della caverna. Il mito della caverna può essere interpretato in mille modi. Può essere interpretato da voi: voi vivete in una caverna che oggi tendenzialmente sarebbe la caverna televisiva, la lettura ovviamente anche più banale, la caverna è la TV sono immagini prodotte, può essere la falsificazione registica televisiva, può
essere la falsificazione dei social. Noi viviamo in caverne. A volte spegnere la TV, spegnere facebook, spegnere twitter, spegnere istagram, ti porta a vedere com'è il mondo reale al di fuori di quella rappresentazione fallace e spesso conoscendo il mondo reale capita poi di avere degli strumenti critici per codificare il mondo dell’illusione e dunque essere autenticamente liberi.


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