Eseguite
da oltre 200 Carabinieri di Bologna, con il supporto di
Comandi Territoriali contermini ed Unità Cinofile e Elicotteri, 18
misure cautelari e numerose
perquisizioni a carico di
altrettanti soggetti, indagati a piede libero, in tutto il territorio
nazionale, nonché Spagna ed Albania. Sequestrati oltre 130 kg di
stupefacenti.
Il Comando Provinciale Carabinieri Bologna informa:
L'indagine
condotta dai militari della Compagnia Carabinieri di Borgo Panigale
dal mese di novembre del 2017,
coordinata dal Procuratore Capo di Bologna Giuseppe
AMATO e dai Sostituti
Procuratori Flavio LAZZARINI e
Marco FORTE, condivisa dal
G.I.P. del Tribunale di Bologna,
Sandro PECORELLA, che ha emesso l’Ordinanza di Custodia Cautelare
in carcere, ha permesso di appurare
l’esistenza di una vera e propria associazione
per delinquere italo-albanese,
finalizzata al traffico illecito e
alla produzione di sostanze stupefacenti, nonché detenzione e porto
abusivo di armi, estorsione, lesioni personali e furto.
Le
investigazioni hanno consentito di accertare come i membri
dell’organizzazione, che operavano in Italia (ove
veniva gestita la vendita al dettaglio), in Francia e Spagna (basi di
approvvigionamento dello stupefacente),
più volte si siano recati presso i porti di Malaga,
Valencia,
Barcellona
e Nizza
per rifornirsi dello stupefacente, per poi creare una vera e propria
rete di distribuzione nel territorio bolognese.
Nel corso
delle numerose trasferte all’estero, molti dei consociati si
recavano frequentemente in svariati casinò francesi, allo scopo di
“ripulire” il denaro ricavato dalle attività di spaccio.
L’associazione,
capace di organizzare e gestire periodiche importazioni di droga
dall’estero, era un gruppo armato e pericoloso. In numerosi casi
gli associati si sono resi responsabili di pestaggi
ed estorsioni
ai danni di spacciatori al dettaglio e consumatori che non riuscivano
ad “onorare” i debiti contratti per l’acquisto della sostanza
stupefacente. In una circostanza, hanno prelevato uno degli
spacciatori al dettaglio, che non era riuscito a pagare la droga
acquistata poiché era stato arrestato dai carabinieri per detenzione
di sostanze stupefacenti. Il malcapitato è stato quindi sequestrato
per alcune ore con la sua stessa autovettura e violentemente pestato
con una mazza da baseball in un parcheggio di Castel Maggiore. Pur
avendo riportato lesioni giudicate guaribili in 40 giorni, quali la
frattura del braccio destro ed una lesione orbitale e al timpano, non
ha collaborato nelle indagini, negando i fatti per paura di ulteriori
ritorsioni. In un'altra circostanza, uno dei debitori è stato
prelevato dalla cellula albanese e portato al cospetto del nucleo
centrale del sodalizio in una base logistica nel quartiere San
Ruffillo, ove è stato violentemente pestato poiché non aveva ancora
pagato un debito di circa 50 kg di marijuana.
La
violenza del sodalizio è dimostrata anche dalla disponibilità di
armi da fuoco. Al riguardo, in numerose occasioni, gli associati
usavano le pistole in loro possesso per intimorire gli spacciatori al
dettaglio insolventi.
L’attività
investigativa è supportata da numerose operazioni di servizio dei
carabinieri della Compagnia di Bologna Borgo Panigale, che hanno
tratto in arresto in flagranza 14 soggetti e sottoposto a sequestro
100 kg. di marijuana, 30 kg. di hashish suddivisi in circa 260
panetti, 500 gr. di cocaina (pura con
una percentuale del 90%), nonché
due pistole (tra cui una pistola
artigianale ricavata da un’arma a salve).
Tra i
soggetti arrestati in flagranza figura un albanese che, allo scopo
di sottrarsi alla cattura, nel giugno 2018 per eludere un controllo
si era nascosto sui binari della ferrovia in zona Ponte Samoggia. Lo
stesso, latitante dal 2010 poiché già destinatario di una misura
della custodia cautelare in carcere per spaccio di stupefacenti
emessa dal GIP di Bologna, aveva trovato sostegno ad Imperia dalla
madre, ove aveva trascorso tranquillamente il periodo del Ramadan.
Tornato nel bolognese per continuare i suoi traffici illeciti, dopo
aver fatto “calmare le acque”, è stato invece tratto in arresto
in flagranza nella sua abitazione di Zocca.
Inoltre sono state accertate sia
le modalità del traffico internazionale che quelle dello spaccio al
dettaglio. I capi dell’associazione, alternandosi periodicamente
tra di loro per destare minor sospetto nei loro movimenti, con
frequenza mensile si recavano in Spagna e Francia per acquistare lo
stupefacente e contrattarne personalmente il prezzo. Dopo aver
acquistato la droga, altri associati ne effettuavano il trasporto
dividendosi su almeno tre autovetture, che si distanziavano di circa
5 minuti l’una dall’altra, al fine di allertare quella con la
droga, di solito quella centrale, della presenza di forze
dell’ordine. Le attività illecite fruttavano il 200%-300% circa
del capitale investito. Infatti per 1 kg di Marijuana pagavano in
Spagna e Francia dai 6.000 ai 10.000€, per poi rivenderla al
dettaglio in Italia a circa 15-25€ al grammo (per complessivi
15.000-25.000€/kg). Per un panetto di hashish da 250 grammi
pagavano dai 1.500 ai 2.000€ (circa 6.000-8.000€ al kg),
rivendendo al dettaglio a circa 15-20€ al grammo (per
complessivi 15.000-20.000€/kg). Il prezzo della cocaina,
invece, all’estero era di 40.000-50.000€/kg, mentre a Bologna,
all’esito anche delle operazioni di taglio, veniva rivenduta a
circa 80-100 euro al grammo (per complessivi 80.000-100.000€/kg).
La droga
acquistata all’estero veniva depositata a Bologna in garage in
affitto (con regolarissimi contratti
per non destare sospetti) sempre
ubicati nelle immediate vicinanze delle residenze dei principali
esponenti dell’associazione, che in questo modo tenevano sempre
sotto controllo la droga, ovvero nelle adiacenze del campo nomadi di
via Erbosa. La droga acquistata finiva poi nelle piazze di spaccio
bolognesi, in piazza Verdi, alla Montagnola, in zona Pilastro,
Corticella e Borgo Panigale. È stato accertato che i malfattori
avevano realizzato una base di spaccio al dettaglio anche in un
ristorante di Castel Maggiore, ove avevano ricavato, in alcune aree
della cucina e della dispensa, in particolare nel reparto dolci,
degli spazi per occultare la droga, ovvero nello sgabuzzino del bagno
del personale di servizio. In particolare, per sfruttare la copertura
data da tale attività commerciale, utilizzavano nomi in codice
sempre riferiti al ristorante, quali ad esempio farina e pane per
indicare la cocaina, cioccolato e pesce per indicare hashish e
marijuana, dolci o pizze per indicare quantitativi più importanti.
Il ristorante era poi un importante punto di ritrovo, ove avvenivano
gli incontri più importanti e significativi. Infatti in caso di
controllo delle forze dell’ordine, facilmente avrebbero
giustificato con l’occasionalità la loro contemporanea presenza al
ristorante.
Lo spaccio
al dettaglio nelle piazze bolognesi avveniva prevalentemente con
appuntamento telefonico, mediante consegna in luoghi spesso affollati
per destare minor sospetto, come piazza Verdi.
L’indagine,
nonostante il coinvolgimento dell’intero personale del Nucleo
Operativo e Radiomobile della Compagnia di Bologna Borgo Panigale nel
traumatico incidente del 6 agosto 2018 ( Che
ha visto, proprio su uno dei ponti della tangenziale di Bologna,
all’altezza di Borgo Panigale, l’esplosione di una autocisterna
di G.P.L. e il contestuale intervento dei militari, rimasti feriti
nelle operazioni di salvataggio delle vittime)
veniva conclusa nei primi 6 mesi del corrente 2019 al successivo
rientro in servizio del medesimo.
L’operazione
odierna, che ha visto coinvolti 200 Carabinieri su tutto il
territorio nazionale, si è concretizzata, oltre che nell’esecuzione
di 18 ordinanze di misura cautelare in carcere, in più di 40
perquisizioni, che hanno consentito di recuperare e sottoporre a
sequestro non soltanto ulteriori 65 grammi di stupefacente.
2 commenti:
Bravi! (I Carabinieri, ovviamente).
A Borgo Panigale nel Bar tabaccheria sotto casa, dei ragazzini continuano beatamente a farsi delle gran canne, a volte c'è un puzzo insopportabile di canne che costringe ad andar via, le forze dell'ordine sono state avvisate ma nulla è successo, non sono stati nemmeno identificati i fumatori nonostante molti di essi siano a vista minorenni.
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