E'
stato sottoscritto un quantitativo di pomodoro contrattato superiore
a quello che può essere di fatto trasformato dalle industrie del
Nord
di
Barbara Bertuzzi
«Siamo
al paradosso. Il pomodoro da industria è l’unico comparto che
quest’anno deve dire “grazie” agli effetti del maltempo, che ha
fatto precipitare la produzione del 18% rispetto al quantitativo
contrattato nella programmazione annuale – spiega Eugenia
Bergamaschi, presidente regionale di Confagricoltura –. I
produttori hanno davvero rischiato di sfiorare il peggio: è stato
sottoscritto un quantitativo di pomodoro contrattato di 29 milioni di
quintali, che è di
molto
superiore a quello che può essere di fatto trasformato dall’intero
bacino delle industrie del Nord».
Perciò
gli agricoltori non ci stanno e adesso chiedono di lavorare fin da
subito a una programmazione 2020 corretta per arrivare a definire il
quantitativo di pomodoro che sia in grado di garantire loro una
congrua marginalità e scongiurare eventuali produzioni invendute.
Giovanni
Lambertini, presidente regionale dei produttori di pomodoro da
industria di Confagricoltura,
tocca il nervo scoperto: «Le Organizzazioni di Produttori (OP) vanno
ridisegnate perché attualmente svolgono un’opera di
intermediazione, ma non è sufficiente. Vanno pertanto rivisti anche
i criteri di rappresentanza sindacale. Il sistema non funziona,
neppure l’Organizzazione
interprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia riesce a
svolgere il suo ruolo. Confagricoltura Emilia Romagna sollecita
inoltre – sottolinea il presidente regionale dei produttori – che
la filiera usi al meglio tutti gli strumenti a disposizione, a
partire dall’interprofessione,
per creare valore e ridistribuirlo equamente affinché anche la parte
agricola, che si assume la maggior parte dei rischi, sia
adeguatamente remunerata. Insieme possiamo rilanciare la coltivazione
del pomodoro».
Ma
c’è un altro punto ancora da risolvere, secondo Confagricoltura
Emilia Romagna, ossia l’adozione di una tabella qualità che non
sia irreale e penalizzante. Le basse rese a ettaro hanno portato
nelle tasche dei produttori una PLV (Produzione lorda vendibile)
media al di sotto dei costi di
produzione, al limite della sostenibilità economica. Lo spiega con
un esempio Lambertini: «Il prezzo di riferimento pattuito
nell’accordo quadro richiede un grado brix pari a 4.95 gradi, che
da anni è un valore irraggiungibile e peraltro assume una
particolare rilevanza solo ai fini
della
produzione di pomodoro concentrato e non per tutte le lavorazioni a
maggior valore aggiunto».
Nessun commento:
Posta un commento