Alan
Fabbri: "Silenzio assordante della Giunta Pd sulle violenze in
Catalogna"
I consiglieri di Lega Nord in conferenza stampa |
"L'autonomia
è una cosa seria e come tale va trattata". E' il messaggio che
la Lega Nord ribadisce dall'Emilia Romagna, presentando le proprie
proposte alla vigilia di un'assemblea regionale incentrata sul tema.
"Il
nostro è un grido di dolore", dichiara provocatoriamente Alan
Fabbri, capogruppo del Carroccio, "nato dopo aver letto il
documento del presidente Bonaccini, in cui viene richiesta una forma
totalmente annacquata di autonomia. Ma sia chiaro: nella trattativa
con il Governo, Bonaccini deve portare a casa come
minimo le ventun competenze previste dagli articoli 116 e
117 della costituzione, così come chiediamo noi nella nostra
risoluzione. Altrimenti non stiamo parlando di autonomia, ma di una
cosa diversa". Il capogruppo LN sottolinea la necessità di
avere un mandato popolare e dunque "che questo percorso,
naturalmente difficile, preveda un referendum". Come in
Catalogna, a proposito di cui Fabbri evidenzia "l'assordante
silenzio di Bonaccini e della sua Giunta, dopo la violenta
repressione da parte del governo spagnolo. Una dichiarazione di
solidarietà, se non di vicinanza, era doverosa".
"Dobbiamo
capire che dopo il 22 ottobre, con i referendum in Lombardia e
Veneto - sprona il segretario nazionale LN della Romagna, Jacopo
Morrone - ci saranno, per usare una metafora calcistica, due
campionati. Le regioni che hanno votato giocheranno in serie A nella
trattativa con lo Stato centrale, mentre quelle che non ne hanno
avuto il coraggio resteranno in coda. Bonaccini, la cui
risoluzione sull'autonomia, per la sua vaghezza che ad esempio
non tocca nemmeno il tema del residuo fiscale, è carta
straccia, cosa vuole fare in Emilia Romagna? Noi, di certo,
dopo i risultati dei referendum di ottobre lanceremo la raccolta di
ottantamila firme affinché anche qui si possa indire una
consultazione. Il nostro obiettivo è semplice e molto chiaro: diamo
la parola ai cittadini e con la forza del voto popolare andiamo a
Roma a rivendicare maggiori competenze e più risorse. Vogliamo
chiamare la gente a esprimersi sull'autonomia e lo vogliamo anche in
merito a una specifica autonomia della Romagna: il nostro punto
fermo resta la necessità di un mandato popolare".
"Bonaccini
con la sua risoluzione ha dimostrato di non avere a cuore gli
interessi dei suoi cittadini - gli fa eco il segretario
nazionale dell'Emilia Gianluca Vinci - . La gente deve rendersi
conto che anche noi come Lombardia e Veneto siamo una regione
locomotiva, che anche qui ci sono le aziende del famoso
Nord-est che manda avanti l'Italia. Fare in modo che le
risorse generate da queste aziende e dai lavoratori restino sul
territorio è il nostro obiettivo, non quello della risoluzione di
Bonaccini". A proposito della quale, l'onorevole LN Gianluca
Pini è netto: "Si tratta solo di un modo per delegittimare il
voto di Lombardia e Veneto. Ma questa pagliacciata di documento, in
cui vengono semplicemente replicate le competenze che l'Emilia
Romagna ha già, non lo porterà da nessuna parte. Come
dimostra la Catalogna, le riforme si fanno soltanto coinvolgendo il
popolo, oltre al fatto, fondamentale, che ogni iter per
il riconoscimento dell'autonomia prevede l'approvazione del
parlamento. Dove questo Pd non ha i numeri".
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