Sulla
vita di Martino Righi, nel corso del 2013 e del 2014, sono uscite
diverse pubblicazioni, riguardanti, da un lato, i suoi ricordi,
fedelmente trascritti dalla figlia, del periodo tra il 1940 e il 1950
a Sasso Marconi e dintorni e dall’altro, il racconto quasi poetico
della sua vita, dalla nascita fino alla soglia dei novant’anni.
Questo
è il racconto scritto da Giuseppe Cremonesi ( nella foto), intitolato solo
“Martino” e scaturito dalle numerose visite a casa del
protagonista, con i suoi racconti che sono diventati il romanzo della
sua vita.
E
siccome questa vita, come rilevato dal prof. Luciano Russo del liceo
Fantini di Vergato, ha attraversato un periodo storico molto
importante della nostra storia contemporanea, il libro è stato
scelto come oggetto di studio ed occasione di approfondimenti sulla
storia di quel periodo, da parte degli studenti dell’ultimo anno.
L'intervento di Gianna, moglie di Martino |
Oggi,
giovedì 19 ottobre, il prof. Russo ha voluto coronare il lavoro dei
suoi studenti portandoli al Poggiolo di Monte Sole, per parlare del
libro e del suo significato nel contesto storico in cui è
ambientato.
Al
cospetto dell’autore Giuseppe Cremonesi, del prof. Roberto Grandi
dell’Università di Bologna, del sindaco di Bologna Virginio
Merola, del sindaco di Marzabotto Romano Franchi ed in presenza dei
parenti ed amici di Martino, gli studenti del liceo Fantini hanno
letto e recitato interi brani del racconto, intrecciati con episodi
della storia di quel periodo a Monte Sole.
Chiara
Capri ( nella foto), nipote di Martino ed autrice delle illustrazioni presenti
nella pubblicazione, ha ricordato episodi di vita vissuti con il caro
nonno, suscitando commozione nel pubblico.
Sono
poi intervenuti Franchi, Grandi e Merola che, nel commentare il
romanzo, ne hanno fornito diverse interpretazioni di significato,
sottolineandone l’importanza per la conoscenza, soprattutto nella
scuola, della storia più recente, attraverso testimonianze dirette.
Ne
esce una figura di grande umanità, guidato nelle sue scelte di vita,
da una forte fede morale nella ricerca del giusto, nella lotta
politica, nel lavoro e negli affetti famigliari.
Nel
libro c’è il rapporto tra l’individuo e la storia in cui gli
tocca vivere. Non è il racconto di un eroe, ma di uno come tanti del
suo periodo, che però si è sempre fatto guidare da un grande senso
di dignità e da reazione nei confronti delle ingiustizie, sia nelle
grandi che nelle piccole cose. Sono molti gli episodi significativi,
a volte anche resi in maniera spassosa, attraverso i quali Martino
rileva il permanere dello stato di sudditanza e il sentimento di
riverenza dei più poveri verso i più ricchi, i loro “padroni”.
Le
foto sono di Mauro Filippini:
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