I
sindaci dell’Unione dell’Appennino bolognese invitano il
presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini a rompere
gli indugi e candidare come promesso il centro di ricerche Enea sul
Brasimone per ospitare il progetto europeo “DTT”
Riceviamo:
La
giunta dell’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese ha
approvato un ordine del giorno in cui sollecita la Regione
Emilia-Romagna a candidare il centro Enea sul lago Brasimone per il
progetto di ricerca europeo “Divertor Tokamak Test Facility”.
Da
diversi mesi infatti il Governo italiano sta lavorando per avviare in
Italia la ricerca legata alla fusione
nucleare,
ossia la tecnologia che permette di riprodurre in maniera controllata
l’energia del sole e delle
stelle,
quindi una forma di energia pulita e inesauribile.
Il
tema non è nuovo, visto che per prima il sindaco cittadino
metropolitano Virginio Merola candidò il
centro
Enea, che sorge sul lago Brasimone nel comune di Camugnano, a
partecipare alla gara per
l’assegnazione
dei fondi di ricerca europei. In un convegno tenuto questa estate
giunsero i pareri
favorevoli
di parlamentari, consiglieri regionali di Emilia-Romagna e Toscana,
sindaci del territorio, tecnici
e
ricercatori.
Dalle
parole occorre però passare ai fatti, perché per candidarsi a
ospitare un centro di ricerca innovativo
occorre
che la Regione, che ha già approvato una delibera di indirizzo
favorevole su questo progetto,
presenti
formalmente la candidatura e garantisca un investimento minimo di 25
milioni di euro in sette
anni,
rispetto ai circa 500 milioni di euro con cui è valutato il progetto
complessivamente. Le condizioni ci
sono
tutte: le rive del Brasimone ospitano già un grande centro di
ricerca internazionale a 10 minuti
dall’autostrada
A1 e a cavallo di due Regioni (Emilia-Romagna e Toscana) e due città
metropolitane
(Bologna
e Firenze). Oltre tutto si tratta di un territorio che ha già
sperimentato felicemente il legame
energia-ambiente
con le centrali idroelettriche dei laghi di Suviana, Brasimone e
Santa Maria.
Ma
ci sono anche i concorrenti che non staranno a guardare e preoccupano
i sindaci dell’Appennino.
“
La
situazione socio economica dell’Appennino è difficile” spiega il
presidente dell’Unione Romano
Franchi
“i numeri demografici lo dimostrano e noi sindaci da soli non
possiamo fermare questa
emorragia
di giovani che emigrano in grandi città o addirittura all’estero
perché non ci sono sbocchi
lavorativi.
Questa è una occasione per rilanciarci davvero, perché parliamo di
una ricerca che mette
insieme
l’innovazione nel campo delle energie sostenibili con la
salvaguardia dell’ambiente ”.
Sulla
stessa onda anche il sindaco di Camugnano Alfredo Del Moro: “ La
Regione deve fare la sua parte,” ribadisce. “Oltre a mantenere
il tessuto industriale presente, perché al centro Enea lavorano
un
centinaio di tecnici, questi investimenti potrebbero rilanciare
l’indotto di quello che è già oggi un centro
all’avanguardia
che opera nel settore della componentistica legata alla produzione di
energia nucleare
”.
Maurizio Fabbri, sindaco di Castiglione dei Pepoli aggiunge: “ È
arrivato il momento decisivo: per l'appennino, e non solo, si tratta
di un treno che difficilmente ripasserà. Governo e Regioni da tempo
si dicono al lavoro per investire in territorio periferici messi al
margine dall'attuale sistema socio-economico. Ora possono confermarlo
con i fatti ”.
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