lunedì 11 dicembre 2017

Regione datti una mossa, vogliamo all'Enea il centro di ricerca europeo Divertor Tokamak Test Facility.

I sindaci dell’Unione dell’Appennino bolognese invitano il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini a rompere gli indugi e candidare come promesso il centro di ricerche Enea sul Brasimone per ospitare il progetto europeo “DTT”

Riceviamo:

La giunta dell’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese ha approvato un ordine del giorno in cui sollecita la Regione Emilia-Romagna a candidare il centro Enea sul lago Brasimone per il progetto di ricerca europeo “Divertor Tokamak Test Facility”. 
 

Da diversi mesi infatti il Governo italiano sta lavorando per avviare in Italia la ricerca legata alla fusione
nucleare, ossia la tecnologia che permette di riprodurre in maniera controllata l’energia del sole e delle
stelle, quindi una forma di energia pulita e inesauribile.
Il tema non è nuovo, visto che per prima il sindaco cittadino metropolitano Virginio Merola candidò il
centro Enea, che sorge sul lago Brasimone nel comune di Camugnano, a partecipare alla gara per
l’assegnazione dei fondi di ricerca europei. In un convegno tenuto questa estate giunsero i pareri
favorevoli di parlamentari, consiglieri regionali di Emilia-Romagna e Toscana, sindaci del territorio, tecnici
e ricercatori.
Dalle parole occorre però passare ai fatti, perché per candidarsi a ospitare un centro di ricerca innovativo
occorre che la Regione, che ha già approvato una delibera di indirizzo favorevole su questo progetto,
presenti formalmente la candidatura e garantisca un investimento minimo di 25 milioni di euro in sette
anni, rispetto ai circa 500 milioni di euro con cui è valutato il progetto complessivamente. Le condizioni ci
sono tutte: le rive del Brasimone ospitano già un grande centro di ricerca internazionale a 10 minuti
dall’autostrada A1 e a cavallo di due Regioni (Emilia-Romagna e Toscana) e due città metropolitane
(Bologna e Firenze). Oltre tutto si tratta di un territorio che ha già sperimentato felicemente il legame
energia-ambiente con le centrali idroelettriche dei laghi di Suviana, Brasimone e Santa Maria.
Ma ci sono anche i concorrenti che non staranno a guardare e preoccupano i sindaci dell’Appennino.
La situazione socio economica dell’Appennino è difficile” spiega il presidente dell’Unione Romano
Franchi “i numeri demografici lo dimostrano e noi sindaci da soli non possiamo fermare questa
emorragia di giovani che emigrano in grandi città o addirittura all’estero perché non ci sono sbocchi
lavorativi. Questa è una occasione per rilanciarci davvero, perché parliamo di una ricerca che mette
insieme l’innovazione nel campo delle energie sostenibili con la salvaguardia dell’ambiente ”.
Sulla stessa onda anche il sindaco di Camugnano Alfredo Del Moro: “ La Regione deve fare la sua parte,” ribadisce. “Oltre a mantenere il tessuto industriale presente, perché al centro Enea lavorano
un centinaio di tecnici, questi investimenti potrebbero rilanciare l’indotto di quello che è già oggi un centro
all’avanguardia che opera nel settore della componentistica legata alla produzione di energia nucleare
. Maurizio Fabbri, sindaco di Castiglione dei Pepoli aggiunge: “ È arrivato il momento decisivo: per l'appennino, e non solo, si tratta di un treno che difficilmente ripasserà. Governo e Regioni da tempo si dicono al lavoro per investire in territorio periferici messi al margine dall'attuale sistema socio-economico. Ora possono confermarlo con i fatti ”.


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