Bologna:
martedì 19 dicembre, vi aspettiamo al presidio che abbiamo
organizzato alle ore 13:45 sotto il Consiglio Regionale durante il
voto della legge urbanistica.
Appello
ai consiglieri regionali per frenare davvero il consumo di suolo:
necessario un limite certo al consumo di suolo, togliendo deroghe per
evitare “l’assalto alla diligenza” nei 3 anni transitori.
Marco
segnala
Martedì
19 dicembre si voterà in Consiglio Regionale il testo della nuova
legge urbanistica. Dopo oltre un anno di dibattiti e impegno e dopo
le osservazioni inviate nei mesi scorsi, lanciamo un presidio sotto
il Consiglio regionale aperto a tutte le forze ed ai cittadini
sensibili alla tutela del territorio.
Un
appuntamento nodale, per chiedere
ai Consiglieri regionali di chiudere le maglie presenti nel testo di
legge, garantendo invece un limite certo ed effettivo al consumo di
suolo.
Ad oggi la norma, che pur prevede di azzerare le previsioni dei Piani vigenti, produce una forte semplificazione procedurale con un limite al consumo di suolo solo virtuale, a causa delle numerosissime deroghe presenti.
Ad oggi la norma, che pur prevede di azzerare le previsioni dei Piani vigenti, produce una forte semplificazione procedurale con un limite al consumo di suolo solo virtuale, a causa delle numerosissime deroghe presenti.
Preoccupante
inoltre la fase di transizione dei prossimi 3 anni,
durante i quali i Comuni beneficeranno di procedure semplificate e di
un periodo “franco” per poter attuare le previsioni dei Piani
oggi vigenti. Un periodo molto pericoloso, dato che già oggi si
censiscono numerosi atti dei Comuni volti a mettere in sicurezza le
proprie aree di espansione.Chiediamo
che nel passaggio in Consiglio si fissi davvero un tetto alla
cementificazione del territorio e che la Regione metta sotto
controllo il periodo transitorio con strumenti che evitino il rischio
di tre anni di urbanizzazione selvaggia, con conseguente nuovo
sprawl.
Ribadiamo
infine ai Consiglieri Regionali come
la legge urbanistica avrà ripercussione sull’ambiente e la vita di
tutti i cittadini per i decenni a venire, e sia quindi necessario far
prevalere gli interessi collettivi a lungo termine sugli interessi
economici legati a modelli espansivi del passato.
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