Adriano Simoncino presenta la rivista |
E'
stato presentato il numero 53 della rivista semestrale di Storia
Cultura e Ambiente, Savena Setta Sambro, curata dall'omonimo gruppo
si studi. Da oltre 26 anni il gruppo raccoglie e pubblica
testimonianze, ricerche, immagini che tramandano la cultura montanara
della parte dell'Appennino compresa nei comuni attraversati appunto
dai tre fiumi che danno il nome alla rivista.
Il direttore Daniele Ravaglia a destra |
Anche in questo numero
sono molti i contributi di grande interesse e di grande valore
storico – ambientale, che vanno da una ricerca sugli edifici a
torre dell'Appennino, corredata da preziose riproduzioni di incisioni
del Fantini, a una sulle Pievi e sulle Parrocchie, ad alcuni pezzi su
testimonianze riguardanti la seconda guerra mondiale. Grande rilievo
viene inoltre dato ai lavori preparati dai ragazzi delle scuole che
si sono cimentati volentieri in racconti anche di grande emozione.
Come sempre, le foto di natura e ambiente del collaboratore William
Vivarelli lasciano stupiti per la bellezza delle immagini e la
spettacolarità dei panorami colti in momenti delle stagioni e delle
giornate particolarmente suggestivi.
Il direttore Daniele Ravaglia,
ha ringraziato gli ospiti intervenuti, tra cui i sindaci di Loiano,
Monghidoro, San Benedetto e amministratori di Monzuno e Castiglione
dei Pepoli. Ravaglia ha poi parlato della rivista e ha sottolineato
in particolare l'importanza del fondamentale lavoro del condirettore
Adriano Simoncini che cura la stesura e la correzione dei vari pezzi
e che in questo numero è autore di un articolo particolarmente
coinvolgente.
Come tutti gli anni la presentazione del numero di
Natale viene accompagnata dalla premiazione del concorso delle tesi
di laurea che trattano dell'Appennino. Quest'anno la giuria, con da
Fabrizio Monari ( presidente), Fausto Desalvo ed Eugenio Nascetti,
ha assegnato il primo premio a Federico Sarti che ha presentato la
tesi su un dipinto custodito nella chiesa di San Michele Arcangelo a
Baragazza di Costiglione dei Pepoli. L'opera settecentesca ebbe una
storia contrastata in quanto, quando il pittore Pietro Fancelli, cui
era stata commissionata, la presentò, non riscosse il favore dei
baragazzini e venne rifiutata dalla comunità, per cui dovette essere
incaricato un altro artista, Giovanni Pancaldi, per correggere il
dipinto.
Come
di consueto la chiusura della cerimonia è stata affidata a Terziglio
Santi ( nella foto sotto) che ha presentato una sua 'Zirudella'.
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