domenica 10 dicembre 2017

Setta Savena Sambro ha fatto '53' a San Benedetto.


Adriano Simoncino presenta la rivista
E' stato presentato il numero 53 della rivista semestrale di Storia Cultura e Ambiente, Savena Setta Sambro, curata dall'omonimo gruppo si studi. Da oltre 26 anni il gruppo raccoglie e pubblica testimonianze, ricerche, immagini che tramandano la cultura montanara della parte dell'Appennino compresa nei comuni attraversati appunto dai tre fiumi che danno il nome alla rivista.
Il direttore Daniele Ravaglia a destra
Anche in questo numero sono molti i contributi di grande interesse e di grande valore storico – ambientale, che vanno da una ricerca sugli edifici a torre dell'Appennino, corredata da preziose riproduzioni di incisioni del Fantini, a una sulle Pievi e sulle Parrocchie, ad alcuni pezzi su testimonianze riguardanti la seconda guerra mondiale. Grande rilievo viene inoltre dato ai lavori preparati dai ragazzi delle scuole che si sono cimentati volentieri in racconti anche di grande emozione. Come sempre, le foto di natura e ambiente del collaboratore William Vivarelli lasciano stupiti per la bellezza delle immagini e la spettacolarità dei panorami colti in momenti delle stagioni e delle giornate particolarmente suggestivi.



Il direttore Daniele Ravaglia, ha ringraziato gli ospiti intervenuti, tra cui i sindaci di Loiano, Monghidoro, San Benedetto e amministratori di Monzuno e Castiglione dei Pepoli. Ravaglia ha poi parlato della rivista e ha sottolineato in particolare l'importanza del fondamentale lavoro del condirettore Adriano Simoncini che cura la stesura e la correzione dei vari pezzi e che in questo numero è autore di un articolo particolarmente coinvolgente. 

Come tutti gli anni la presentazione del numero di Natale viene accompagnata dalla premiazione del concorso delle tesi di laurea che trattano dell'Appennino. Quest'anno la giuria, con da Fabrizio Monari ( presidente), Fausto Desalvo ed Eugenio Nascetti, ha assegnato il primo premio a Federico Sarti che ha presentato la tesi su un dipinto custodito nella chiesa di San Michele Arcangelo a Baragazza di Costiglione dei Pepoli. L'opera settecentesca ebbe una storia contrastata in quanto, quando il pittore Pietro Fancelli, cui era stata commissionata, la presentò, non riscosse il favore dei baragazzini e venne rifiutata dalla comunità, per cui dovette essere incaricato un altro artista, Giovanni Pancaldi, per correggere il dipinto.
Come di consueto la chiusura della cerimonia è stata affidata a Terziglio Santi ( nella foto sotto) che ha presentato una sua 'Zirudella'.



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