Dove si sta dirigendo la nave Italia?
Perché la seconda Repubblica è naufragata?
Cosa verrà fuori dal “caos” politico italiano pre-elettorale? (L’annunciato successo elettorale del Pd si rivelerà una “vittoria di
Pirro”? Il Pdl avrà mai il coraggio di compiere il “regicidio”? La Lega
riuscirà a far dimenticare le disavventure del “cerchio magico”? La
“Rivoluzione Civile” di Ingroia si rivelerà solo l’ennesimo cartello
elettorale? Beppe Grillo si ritaglierà il ruolo di “padre nobile” del suo
Movimento o di “padre padrone” dell’ennesimo partito personale?)
Cosa riserverà il futuro a Mario Monti? E
come verrà ricordata la “parentesi tecnica” del suo governo?
L’Italia riuscirà mai a divenire un paese “normale”? E gli italiani sono davvero un popolo migliore della classe politica che
li governa?
Queste alcune delle domande cui si
tenta di dar risposta nell’articolo “IL BELLO (l’Italia), IL BRUTTO (Monti), IL CATTIVO (la
politica)”, che sottopongo alla Vostra
attenzione...
Un saluto, con l’augurio di un 2013 migliore ‘dell’annus
horribilis’ che ci lasciamo alle spalle!
Miracolosamente
recitano ancora sul palco del teatrino
politico italiano personaggi “evergreen”, quali Berlusconi, Fini, Casini,
Bersani: se un paziente, caduto in coma nel ’94, si risvegliasse solo oggi,
sarebbe assai difficile convincerlo che sono trascorsi invano diciotto anni!
La
seconda Repubblica ha offerto solo il peggio di sé. Eppure rimpiangere la prima, come in voga tra i nostalgici, è
un’operazione “ai limiti dell’irragionevolezza”: come dimenticare che la prima
Repubblica è miseramente crollata travolta da un’ondata di corruzione e monetine?
E come nascondere che quel fardello -chiamato debito pubblico- che gli italiani
si caricano sulle spalle è stato riempito dalla politica clientelare ed
affarista di quei favolosi anni ‘80?!
Nell’anno trascorso, il Capo dello Stato, affidando ad un tecnico il compito di
traghettare l’Italia tra le onde burrascose della speculazione finanziaria, ha agito da “curatore fallimentare” della seconda
Repubblica, non più fidandosi dei vari “Schettino” della politica nostrana.
Ma dove dirigere, adesso, la nave Italia?
Tornare
indietro non è più possibile, così come proseguire sulla rotta tracciata dal
bipolarismo malato di questi anni. Occorre
guardare avanti e far rotta verso una terza Repubblica, completando finalmente
quella traversata perigliosa iniziata nel ’94.
In che modo? Seguendo tre direttrici:
◆ in primis, una riforma strutturale dell’assetto istituzionale
del Paese (attuando
un vero federalismo, abolendo le Province, riparando i guasti di un’affrettata riforma
del Titolo V della Costituzione ed introducendo l’elezione diretta del Capo
dello Stato);
◆ in secundis, un rinnovamento radicale della classe
politica italiana (introducendo il limite di due mandati per ogni
carica elettiva ed imponendo ai partiti per legge le primarie);
◆ in tertiis, il ripristino sostanziale di una “democrazia
rappresentativa” (restituendo ai cittadini -ancora detentori della
sovranità- la facoltà d’incidere sulle scelte della politica, abolendo il
Porcellum, rivitalizzando l’istituto referendario con l’abolizione del quorum ed
introducendo i referendum propositivi).
Via
maestra per conseguire un traguardo così ambizioso sarebbe l’elezione di una
nuova Costituente. Sarà mai il
nostro Paese pronto ad una simile “prova di maturità”?
UN’ALTRA POLITICA è POSSIBILE?
Il Natale ha portato in dono agli
italiani una campagna elettorale: non certo il regalo più ambito (c’è da
scommettere che i più avrebbero preferito un meteorite su Montecitorio!). A cinquanta
giorni dal voto, il quadro politico appare
ancora confuso, indecifrabile: citando indegnamente Zarathustra, da questo “caos” non verrà certo fuori una
“stella danzante”, per lo più un’Italia decadente!
Il centrosinistra, ancora una volta, ha cambiato contenitore pur di non cambiar contenuto: dopo i
Progressisti, l’Ulivo e l’Unione, è arrivato il turno dell’“Italia Bene Comune”.
Questa coalizione parte favorita ai nastri di partenza,
ma la probabile vittoria del Pd non dovrebbe entusiasmare più di tanto un partito che si conferma incapace da
un lato di andar oltre quel 30% del suo massimo consenso storico (nonostante il “vuoto politico”
lasciato dagli avversari), dall’altro di
sciogliere il nodo della propria identità politica (fra i
democratici, c’è persino chi si vergogna d’apparire Keynesiano!).
La vittoria del centrosinistra, inoltre, rischia
di rivelarsi una “vittoria di Pirro” nel caso in cui non disponesse di una
maggioranza assoluta al Senato. In quest’ipotesi, l’unico errore da non
commettere sarebbe “porgere l’altra guancia” a Casini, offrendogli un’alleanze
di legislatura. La via maestra, piuttosto, sarebbe battezzare un “governo di transizione”
con un mandato di scopo: consentire al Parlamento di varare una nuova legge
elettorale, con la quale ripresentarsi alle urne entro l’estate 2013.
Nel centrodestra Berlusconi sembra
muoversi a ritmo di valzer, alternando passi “avanti” (l’annuncio
della sua sesta ridiscesa in campo), poi
“indietro” (la disponibilità a cedere il passo prima a Monti, poi ad un
altro premier gradito alla Lega), poi
ancora “laterali” (l’indicazione del fido Angelino alla successione).
Che il Cavaliere sia tornato dalle vacanze
Keniote con idee più confuse che mai lo dimostrano le sue mosse: prima l’avallo
delle primarie (con tanto di candidature e raccolta firme), poi la loro cancellazione; prima la sfiducia a Mario Monti, poi
l’indicazione dello stesso come federatore dei moderati (in una colazione inclusiva
della Lega e con al primo punto del programma l’abolizione dell’Imu!).
A tal punto, o il
centrodestra avrà il coraggio di compiere il “regicidio” oppure rischia di
lasciarsi trascinare inesorabilmente a fondo dal suo stesso fondatore!
La Lega, schiacciata dalla vergogna di dover giustificare i
diamanti di Belsito, gli investimenti in Tanzania del partito e le “miracolose”
lauree albanesi del Trota, ha oggi una
sola priorità: non più entrare a Palazzo Chigi, quanto superare la fatidica soglia
di sbarramento al Parlamento. Probabilmente Maroni e Tosi, i “barbari
sognanti” del nord-est, riusciranno nell’impresa di rianimare un movimento
indipendentista e legalitario scopertosi centralista e ladrone. Il dubbio è se il
tempo sia oramai troppo stretto da qui alle prossime elezioni…
Il centro “naviga a vista”, sperando
solo in capitan Monti, finalmente decisosi a prendere in mano il timone dei
moderati. Anche se la nave del Pdl
sembra guidata da capitan Schettino e quella del Pd non mostra segnali di
ostilità, in acqua vi sono altre
presenze ingombrati: i pirati grillini ed i rivoluzionari di Ingroia. Se non si ricostituisse l’asse
Pdl-Lega, al Pd si aprirebbe lo spiraglio giusto per vincere anche in Lombardia
e Piemonte, con tanto di “adieu” alle ambizioni centriste di porsi come ago
della bilancia in un futuro Parlamento balcanizzato! Per la prima volta, così, Casini
rischierebbe d’aver fatto i conti senza l’oste: il grande centro potrebbe rivelarsi solo un grande fiasco!
A Sinistra del centrosinistra si è affacciata
una nuova formazione politica: “Rivoluzione Civile”, la lista
guidata da Ingroia, sostenuta dai sindaci De Magistris ed Orlando. Le chance di successo (ovvero di
superare la soglia di sbarramento) di questo nuovo soggetto politico dipenderanno da un solo fattore: la
capacità di aprirsi alla società civile ed imporre ai partiti che lo
sostengono (Idv, Prci, Pdci e Verdi) un
profondo rinnovamento.
I primi segnali sono incoraggianti (i partiti hanno
rinunciato al loro simbolo ed i loro segretari al ruolo di capolista). Vedremo se alle belle parole seguiranno
fatti concreti: se si tratterà di tracciare
un nuovo percorso per una Sinistra finalmente progressista e di governo oppure di
un cartello elettorale: l’ennesimo “maquillage politico”!
Che dire? Se son rose… saran rosse!
In questo marasma, l’unica certezza è l’ingresso di una folta schiera di “grillini” nel
prossimo Parlamento. Il Movimento Cinque
Stelle è sbalorditivamente cresciuto
puntando tutto sulla protesta: sullo smascheramento dell’ipocrisia di chi
siede in Parlamento e sulla denuncia degli odiosi privilegi di un’intera classe
politica. Ma le famose “Cinque Stelle” (acqua
pubblica, mobilità sostenibile, sviluppo, connettività ed ambiente) non saranno certo sufficienti per una
proposta seria di governo del Paese.
Tanti gli interrogativi irrisolti:
◆ quali
posizioni assumerà il Movimento sulle più disparate questioni di politica
nazionale fin ora non discusse? Chi detterà
la linea? Grillo o qualche organismo collegiale rappresentativo della base?
◆ Il ruolo dei
parlamentari grillini sarà quello di meri “portavoce” del Capo, il cui massimo
grado d’autonomia sarà apporre un “Mi piace” ai suo post? Quale ruolo si
ritaglierà Grillo? Quello di “padre nobile” del Movimento o di “padre padrone” dell’ennesimo
partito personale?
A molte di queste domande credo nemmeno Grillo possa ancora
dar risposta…
UN ALTRO MONTI (BIS)? NON E’
POSSIBILE!
In qualsiasi democrazia, chiunque miri
alla più alta carica di governo può percorrere una sola strada: candidarsi alle
elezioni ed ottenere “un voto in più” del proprio avversario. Non è concepibile, dopo la breve
parentesi del governo tecnico, immaginare
“un’altra eccezione” a questa basilare regola democratica! Mario Monti ha
tutto il diritto di ambire alla premiership, ad una condizione: dimostrare di disporre
di un’ampia legittimazione popolare. Fino
a prova contraria, difatti, la
sovranità appartiene ancora al popolo!
Senza voler apparire “portatore di sventura”, per una
volta l’Economista della Bocconi potrebbe
aver fatto male i conti: la sua scelta di “salire in politica” potrebbe
rivelarsi un inaspettato boomerang!
Fino a pochi giorni fa, Mario Monti si
presentava al Paese come un “deus ex machina”: un
salvatore della Patria, capace di far uscire l’Italia da una situazione
apparentemente senza più via d’uscita. Di contro, l’unica via d’uscita dalla sua
esperienza di governo portava dritto al Quirinale (in qualità di successore di
Napolitano) o di nuovo a Palazzo Chigi (in qualità di premier “super partes” indicato
dai partiti) o in Europa (magari in veste di successore del presidente
Barroso).
Una volta che il Professore si è tirato
in mezzo all’agone politico, il quadro è profondamente cambiato: alle prossime
elezioni, la coalizione
Monti rischia di porsi come terzo, forse
quarto polo del Paese (dato Bersani per favorito, Berlusconi e Grillo hanno
le carte in regola per ambire a prendere un voto in più di Fini e Casini!).
A tal punto, a
che titolo Mario Monti potrebbe contendere il posto a Bersani, ragionevolmente
leader del primo partito d’Italia, per di più legittimato dalle primarie?
Se “è tanto più facile ricambiare un’offesa che un
beneficio” (P.C.Tacito), perché mai il
Cavaliere, dopo aver ricevuto il gran rifiuto dal Senatore, dovrebbe appoggiare una sua corsa al Quirinale?
Se “non c’è vendetta più bella di quella che gli altri infliggono al tuo
nemico” (C. Pavese), perché mai Berlusconi, dopo esser stato ridicolizzato
dall’ironia british del Professore, non dovrebbe preferire al suo posto persino
la Finocchiaro al Colle?
UN ALTRO PAESE, Più SEMPLICEMENTE “NORMALE”, è POSSIBILE?
Nel 2008, in piena campagna elettorale, Walter Veltroni
pronunciò queste parole: “L’Italia è un Paese migliore della destra che lo
governa”. In tutta onestà, come credere
al mito degli “Italiani brava gente” o alla favola per cui il Paese reale sia fatto
di tutt’altra pasta rispetto a chi lo governa?
Se gente come Raffaele Lombardo, Marcello Dell’Utri, Cesare
Previti ed i vari Scilipoti di turno e De Gregorio d’Italia hanno assunto ruoli
di responsabilità pubblica è perché non pochi italiani hanno riposto in loro la
loro fiducia!
Si dirà che il Porcellum ha estromesso gli elettori
della facoltà di scelta dei candidati. Ma nel Lazio, dove alle elezioni
regionali sono previste le preferenze, Fiorito -meglio noto come “er Batman”- non
è forse risultato il consigliere più votato?
Alle parlamentarie del Pd gli elettori non hanno forse
candidato a furor di popolo anche personaggi condannati o indagati, quali
Genovese, Crisafulli e Papania in Sicilia?
L’ex assessore regionale Zambetti pare aver “comprato”
4.000 preferenze dalla ‘ndrangheta per assicurarsi l’ingresso al Pirellone. Ma,
dietro ad ogni voto comprato, non vi è forse un elettore “venduto”?
Totò Cuffaro, all’epoca già condannato in primo grado
per favoreggiamento mafioso, è stato candidato dall’Udc al Senato. Gli elettori
siciliani non l’hanno forse premiato con un consenso plebiscitario? Qualcuno ha
interpretato la massiccia astensione dell’elettorato siciliano alle ultime
regionali come la prova del disgusto nei confronti di un certo modo di fare
politica. Ma non è più probabile che molti, essendo consapevoli di non poter
più ottenere “nulla in cambio” dalla politica di questi tempi, abbiano preferito
risparmiare il proprio voto, aspettando “nuovi acquirenti”?!
Il “vaccino del berlusconismo” -per citare
Montanelli- è stato iniettato
ripetutamente agli italiani, pur producendo pesanti “effetti collaterali” (colossali
conflitti d’interessi, ripetute leggi “ad personam” -dal decreto “salva ladri” del
’94 alla legge sul legittimo impedimento del 2010-, soppressione delle voci
dell’informazione sgradite al potere -ricordate l’editto bulgaro?-, cancellazione
della facoltà degli elettori di scegliere i parlamentari -si veda il
“Porcellum”-, abuso del ricorso alla fiducia ed alla decretazione d’urgenza…). Eppure gli elettori non hanno forse atteso la
“sesta” ridiscesa in campo del Cavaliere prima di iniziare a provare qualche “intimo
prurito”?!
Come poter credere, allora, che gli italiani siano davvero migliori della “Casta” che li governa?
5 commenti:
Gli italiani???? ci sono i buoni e i cattivi, i belli i brutti, quelli che non sono migliori della casta che li governa ma ci sono anche quelli migliori .......quelli onesti, quelli che vogliono cambiare la classe politica, ma anche gli italiani stessi, perchè gli italiani oramai sono dentro al cambiamento. Un monti bis è impensabile lo speriamo in tanti......ha avuto il coraggio di massacrare il ceto medio, con le sue imprese, il suo artigianato le industrie, si è rivelato contro il lavoro che regge le colonne dell'economia italiana.Ha avuto il coraggio di bussare alla porta dei soliti noti e invece quando siè trattato di chiedereun contributo ai più ricchi ha detto che era " tecnicamente complicato "perchè tecnicamente di destra e ritiene che antologicamente i sacrifici tocchino sempre e solo ai più deboli. Monti fa parte del classismo sociale dei più feroci è compito di chi andrà al governo combattere le distanze sociali e non solo lo spread. Conclusione, un monti bis è da cinici.
Abolire il quorum nei referendum non mi sembra una gran idea, si andrebbe verso un governo delle minoranze organizzate e talebane che è l'antitesi della democrazia, in pochi
riuscirebbero ad imporre la loro volontà ai tanti.
Quando un quesito interessa eccome che si raggiunge il quorum, vedi il passato referendum sull'acqua pubblica.
Siamo allo sbando noi italiani e la politica opportunista e senza più valori concreti, la finanza che fa da padrona su tutto e tutti, lo spread termometro dell' andamento finanziario ed economico del paese che fino ad un anno fa non sapevamo cosa fosse, sembra diventato l'unico capro espiatorio della nostra esistenza. Questo non è esisistere. Alcuni grandi filosofi sostengono che i cittadini diventano col tempo, quello che i governi sono e riescono a trasmettere. Perciò il governo italiano è allo sbando assieme ai suoi cittadini, che non sanno più da che parte stare, tanta è la confusione e la mancanza di ideologie vere.
Di Monti si dice essere un politico coraggioso e di coraggio ne ha avuto veramente tanto.......se solo riuscisse ad avere anche il coraggio di VERGOGNARSI e INDIGNARSI a candidarsi assieme a casini e fini, promettere (è solo una promessa) di abbassare le tasse in particolare quella sulla casa, quando lui stesso con grande cinismo ed indifferenza le ha aumentate solo ai poveri esonerando e giustificando i ricchi. Buona parte degli italiani non sono migliori della casta che li governa !!!!
Una bella e competente disamina dell'attuale situazione sociale/politica. Riprendo le ultime righe dell'alticolo per affermare con assoluta certezza che la atragrandissima parte degli italiani sono migliori della casta (scritto volutamente in minuscolo in segno di sdegno).
Per quanto riguarda la domanda "è possibile un'altra Italia", è mia opinione che distruggere è molto facile ed i risultati si vedono subito, costruire invece è molto più difficile e gli eventuali benefici si valuterebbero solo nel lungo periodo.
Noi cittadini comuni e normodotati dobbiamo iniziare a coltivare le generazioni future trasmettendo loro i veri valori come insegna la Costituzione, trasmettere i valori dei doveri anteponendoli ai diritti, educandoli alla determinazione e non al disinteresse sociale e civico. Capitalizziamo i nostri errori e trasmettiamo i risultati come esperinza da non ripetere.
Solo se semineremo bene i nostri figli potranno rispondere alla domanda del titolo con un sonoro e convinto SI!
firmato: liberi cittadini che in piazza si confrontano e vogliono essere fautori di un bel domani, almeno per coloro che rivedranno il sole.
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