giovedì 17 gennaio 2013

Una ulteriore testimonianza dell’importante ruolo dei volontari del Soccorso Alpino.




E’ pervenuta una bella testimonianza e una attestato di stima di Gian Paolo Frabboni sul Soccorso Alpino.

Fra i numerosi  ‘gruppi’ esistenti nel territorio quello che opera sempre nel silenzio e per questo è il meno rinomato, è sicuramente il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino. Ne abbiamo notizia solamente quando è tenuto ad intervenire in occasione di fatti gravi. Eppure questi uomini vivono tra noi, anche a Pian di Venola di Marzabotto.
Si scopre la loro presenza oggi perché  è stato divulgato, tramite il ‘Notiziario delle Valli del Reno e del Setta’, l’elenco degli innumerevoli loro interventi operati nel territorio.
Eppure è da tempo che qui sono presenti, qui operano, qui hanno la loro base e i loro mezzi.  Scoprirli per molti sarà una curiosità, ma vale la pena illustrarla.
Nella valle del Reno sono presenti e operanti due raggruppamenti: il Soccorso Alpino di Badolo, con sede a Pian di Venola, che vede impegnati circa 60 operatori e il Soccorso Alpino del Corno alle Scale con l’impegno di circa 20 operatori.
Ad essi sono attribuiti compiti di particolare rilievo che, in diverse occasioni, richiedono la collaborazione fra i due gruppi.
E’ encomiabile l’aver reso pubblico l’inventario annuale della loro attività perché siamo abituati a considerarli come operatori che abitualmente vediamo in servizio.
In questo elenco non vedo indicata però  l’attività che proprio in questi giorni ‘nevosi’ è fra le primarie e cioè il controllo e l’eventuale assistenza per i residenti in case isolate e di difficile raggiungimento perché proprio là potrebbero trovarsi persone che necessitano di aiuto e soccorso.  E’ vero che ogni luogo può essere raggiunto con i moderni mezzi di comunicazione, ma l’accertamento visivo è sicuramente necessario, tranquillizzante per chi è visitato  (viene accertato che non è abbandonato e non è solo) e per chi ha il compito di vigilare sulla salute pubblica.  Vi si potrebbero trovare anziani che per comprensibile riservatezza o per la mancata percezione del reale pericolo  o delle necessità incombenti non osano avanzare richieste.
Mi piace ricordare, a dimostrazione di quanto ho scritto, che nel febbraio dello scorso anno, mentre infuriava una forte bufera di neve, mai avrei immaginato che dalla nebbia sarebbero sbucate quattro persone  (Christian Labanti,  Agostino Vini, Daniele Nasci e Angelo Battaglia) coperte di neve che avanzavano verso la mia casa, che è appunto fra quelle isolate.
Li accolsi con molto piacere, ma non erano escursionisti dispersi come avevo immaginato. Erano componenti del Soccorso Alpino della Sede di Pian di Venola, incaricati dal sindaco di Marzabotto di monitorare le abitazioni più lontane e poco accessibili per l’abbondante nevicata. Capito quale era la ragione della loro presenza li ho accolti con  gratitudine per il loro interessamento e mi sono sentito  rassicurato.
Bravi, veramente molto bravi. E bravo anche al Sindaco che nel chiedere questo  impegno ai volontari  ha  dimostrato, fra l’altro, di avere veramente a cuore la salute di tutti i suoi cittadini.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

SOLO ORA SI SCOPRE DELL'ESISTENZA DI QUESTE PERSONE, POICHE' SI TENDE A DARE MOLTO MA MOLTO RISALTO ALL'OPERATO DEI CARABINIERI DURANTE LE OPERAZIONI DI SOCCORSO ALLE PERSONE CHE SI PERDONO NEI BOSCHI. NULLA DA TOGLIERE AI CC, MA IN REALTA', CHI SI INSEDIA NEI BOSCHI DURANTE LE OPERAZIONI DI RICERCA SONO LE PERSONE DEL SOCCORSO ALPINO E QUINDI CHI TROVA QUESTE PERSONE SONO LORO E SOLTANTO LORO.

Anonimo ha detto...

c'e anche il corpo forestale dello stato che nessuno lo nomina ed è sempre attivo per tali problematiche. Il motivo e sempre lo stesso, gli Agenti sono sempre all'interno di aree boscate e aree impervie e nessuno li vede.

Anonimo ha detto...

Lo straordinario corpo Forestale dello Stato preposto in ambito ostile si chiama
Soccorso Alpino Forestale (SAF)
La collaborazione con il Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico del Club Alpino Italiano, mirata a favorire le operazioni di soccorso in montagna, ha portato all'istituzione nel 2003 la figura del soccorritore alpino nel Corpo Forestale e alla nascita del servizio di Soccorso Alpino Forestale (SAF).
Quanti sono nel nostro territorio ?

Il Soccorso Alpino e Forestale collaborano da anni ottenendo ottimi risultati.
Ricordo inoltre che il coordinamento delle operazioni per la ricerca di persone disperse in ambiente ostile, in montagna e in grotta, spetta al Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico.
Il non sapere, il non conoscere, si dice di chi o a chi, all’oscuro di fatti o situazioni.