martedì 8 gennaio 2013

Le statuette etrusche di MonteAcuto Ragazza





Di Dario Mingarelli, ispettore onorario per i beni archeologici dell'Appennino bolognese

In una località chiamata Torraccia di proprietà di Giuseppe Faccioli, nei pressi della Collina di MonteAcuto ‘in cima a un monticello che sembra appiattito’ furono trovati da un cacciatore,nel 1882,alcuni oggetti che affioravano dal terreno:erano tre statuette di bronzo. In seguito a ulteriori esplorazioni e saggi effettuati dall'ispettore U.Betti e dal commissario G. Gozzadini furono trovate altre undici statuette. Altre indagini furono effettuate più tardi, da Brizio e da Mansuelli (relatore della mia tesi di laurea in Archeologia Romana all'Università di Bologna),fino agli ultimi scavi del 97 diretti dal Lippolis. Fu rinvenuto anche un parallelepipedo irregolare di molassa con incisa un'iscrizione...etrusca.
Tutte le statuette trovate rappresentano degli offerenti, i devoti le offrivano al santuario come ex voto e si differenziano fra di loro per la differente qualità della lavorazione. 

Due di esse si distinguono particolarmente per la raffinatezza e la qualità dell'esecuzione (sono riprodotte in foto qui accanto) Si tratta di una figura maschile e di una figura femminile.
L'offerente maschile indossa un corto mantello,cinto in vita,che si avvolge anche intorno al braccio sinistro e nella mano destra regge una patera umbilicata nel tipico gesto della libazione; il torso appare nudo in una attenta descrizione delle caratteristiche anatomiche quasi che l'offerente volesse sottolineare la sua condizione di atleta.
La statuetta che rappresenta l'offerente femminile invece,indossa un chitone molto elegante,cinto in vita e finemente pieghettato sul petto. Sopra le spalle porta un pregevole e ampio mantello che ricade sul torace in armoniosi panneggi. Nella mano destra stringe un fiore che,secondo Graziano Baccolini,potrebbe essere un Narcisus poeticus (presente a Monteacuto) e, nella mano sinistra una melagrana frutto legato all'oltretomba. Ambedue le statuette protendono le braccia in avanti e hanno la gamba sinistra in leggero movimento in avanti. Gli elementi descritti fanno pensare a ex voto donati da personaggi di rango giunti al santuario forse da lontano,da qualche opulenta città dell'Etruria in cui lavoravano eccellenti scultori bene informati di ciò che avveniva in Grecia nel campo dell'arte. Gli ex voto infatti sono sicuramente databili alla seconda decade del V°sec. a.C.(480 a,C).






A Dario Mingarelli è stato chiesto, in totale quindi quante statuette sono state trovate? Dove sono esposte?

Le statuette ritrovate sono 14 conservate al
Museo Civico di Bologna.Gli ultimi scavi sono del 97 che hanno offerto elementi di riflessioni nuovi;più che in situ, sarebbe necessaria una nuova ricognizione su un territorio più ampio adiacente al santuario scoperto”.

Il Santuario di Monteacuto Ragazza era isolato o sorgeva in un contesto di carattere urbano?

“Data la collocazione del Santuario,tutto fa pensare che non sorgesse in un contesto urbano ma che dovesse essere raggiunto appositamente dagli offerenti e dai devoti dell'epoca così come si fa oggi con Montovolo, santuario cristiano non molto lontano da questo e ancora oggi frequentatissimo. Si deve poi aggiungere che,l'area santuariale antica in questione,sorgeva in prossimità di una via antica di valico percorsa anche nell'età del bronzo,che metteva in comunicazione l'Etruria toscana e la cosiddetta Etruria padana ,via attestata sia dalle fonti storiche (Pseudo Silace) che da numerosi riferimenti archeologici. I reperti numerosi e importanti di epoca etrusca venuti alla luce a Oreglia di sotto, a Prada,a Nadia,a Vimignano,a Stanco e all'Archetta,dimostrano poi, senza ombra di dubbio, che il luogo sacro non doveva essere certamente isolato, ma al centro di una intensa vita civile e politica che si esercitava in ragguardevoli agglomerati urbani”.

Che valore hanno le statuette se si può decifrare? Quel cacciatore le ha vendute? O a chi le ha esposte?
“Posso riportare testualmente,quello che il commissario di Bologna Giovanni Gozzadini, socio dell'Accademia dei Lincei, riferì ai colleghi nella seduta tenuta a Roma, il 16 dicembre del 1882...’da tre anni in qua sono tornate alla luce alcune antichità etrusche nell''Alto Appennino Bolognese , a Casio, a Montecavalloro, a Montaguragazza, parrocchia della provincia di Bologna,comune di Tavernola Reno, ove un cacciatore...inciampò in una statuetta di bronzo che emergeva dal suolo e la dissotterrò insieme con altre due poi (e qui viene il bello) le fece esibire in vendita al Museo Civico di Bologna che le comprò....’
Cosa significhi veramente’le fece esibire in vendita’ non saprei dire con sicurezza (farebbe pensare ad un'asta ) , sta di fatto che il Museo le comproò. La cifra sborsata non si sa ,ma non credo fosse particolarmente alta anche se...’ il ritrovamento, è sempre il Gozzadini che riferisce, già corso di bocca in bocca tra i montanari circostanti,fu trasformato nella solita fanfaluca di un tesoro dissepolto....’. Oggi questi reperti,avrebbero un valore venale, credo ,abbastanza alto,sempre inferiore comunque a quello storico-scientifico dinnanzi al quale non esiste valore di mercato che nessun reperto possa eguagliare. Tutti i reperti archeologici sono di proprietà dello Stato e precise disposizioni di Legge regolano il ritrovamento,lo scavo e i rapporti col privato”.

Un santuario ex voto etrusco ha una struttura muraria o è solo un luogo all'aperto con una stele votiva? Secondo lei, quante possibilità ci sono che nella zona siano ancora presenti ulteriori tracce archeologiche?

“La distruzione di parte delle strutture murarie rinvenute nel corso delle esplorazioni del secolo scorso non permettono una lettura agevole del sito soprattutto per quanto attiene la parte architettonica. Ulisse Bettini e il conte Gozzadini pensarono di trovarsi di fronte a un tempio orientato come quelli di Marzabotto dentro la cui linea perimetrale erano sorte costruzioni di altra epoca. Gli scavi, invece, del 97, hanno permesso una rilettura del sito considerandolo come un recinto santuariale a cielo aperto, con mura per la protezione che comprendevano i doni votivi fissati su cippi o basi in arenaria come la stele con iscrizione etrusca ritrovate e, forse un altare. Risulta difficile pensare che le strutture rinvenute siano pertinenti ad un tempio destinato a contenere le statue. In epoca posteriore, si ebbe una diversa destinazione d'uso del sito con un probabile sviluppo abitativo fino alle soglie della romanizzazione dei luoghi. Per quanto attiene la seconda domanda, non ci sono possibilità di insediamenti ma, certezze; luoghi come Prada, Oreglia di sotto, Stanco ed anche Tavernola (si sono recentemente rinvenute monete romane non lontano dalla chiesa) dimostrano la presenza di antichi insediamenti”.

Non ritiene che si debba valorizzare e far conoscere l'area del ritrovamento?

“Credo che la valorizzazione dell'area in questione sia fondamentale e inderogabile. Si tratterrebbe di organizzare visite guidate sul posto, favorendo l'accesso al sito nel quale, opportuni pannelli illustrativi potrebbero far vedere come si presentava il recinto santuariale in epoca etrusca...secondo le indicazioni date negli scavi del 97. Potrebbe diventare una meta obbligata per le scuole del circondario, opportunamente inserita in un contesto più articolato di visita culturale; le strade tuttora percorribili dalla Collina di Monteacuto e dalla localita' S.Abramo, che raggiungono il santuario, sono probabilmente quelle percorse anche in antico e attraversano luoghi di grande suggestione storica e paesaggistica”.


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