E’ stato uno
dei dipendenti della ditta di pulizia a incendiare l’appartamento del ‘suo capo’
e a rubare 11.000 euro dell’azienda. Lo hanno appurato i Carabinieri dopo una
indagine approfondita.
Lo scorso
agosto, una palazzina di Granarolo dell’Emilia fu devastata dalle fiamme che si
erano propagate in un appartamento del primo piano. Intervennero due pattuglie
dell’Arma e i Vigili del Fuoco. L’edificio in parte andò distrutto e fu
dichiarato inagibile. Non ci furono feriti. Gli accertamenti rilevarono che la
porta dell’abitazione del primo piano era stata forzata e il locatario , un
egiziano di 31 anni, verificò che gli erano stati rubati 11.000 euro e vari documenti identificativi,
il tutto appartenente ai dipendenti, tutti egiziani, della sua ditta di
pulizie. L’appartamento fu sequestrato.
Le indagini
sono terminate ieri mattina e i Carabinieri hanno denunciato un 34enne egiziano
per furto in abitazione e incendio.
Ad incastrare l’uomo sono state le
testimonianze di alcuni condomini che, la mattina dell’incendio, lo videro
uscire per ultimo dall’appartamento. Inoltre, il derubato ha chiarito che la
mattina del 27 agosto, il 34enne, che lavorava anche lui alle sue dipendenze,
non si era presentato al lavoro. Dopo due giorni, l’imprenditore ha saputo che
l’operaio era tornato in Egitto. La svolta nelle indagini che ha tolto ogni
dubbio è arrivata a settembre quando gli investigatori dell’Arma sono stati informati che alcune persone che si trovavano
in Egitto avevano incontrato e parlato con il denunciato, il quale ha confessato
loro di aver rubato gli 11.000 euro perché aveva bisogno di soldi, ma nei
giorni seguenti aveva restituito l’intera somma ai familiari dei suoi colleghi
di lavoro residenti in Egitto. L’incendio sarebbe stato un espediente per
depistare le indagini e far credere ai suoi connazionali che il denaro era
andato ‘in fumo’. Ad avvalorare ulteriormente le responsabilità dell’uomo è
stata anche l’analisi dei tabulati del traffico telefonico relativi alla mattina
del 22 agosto. Tra le 9 e le 9.34 circa, arco di tempo in cui fu avvistato
l’incendio, il telefono del 34enne agganciava le celle radio base ubicate delle
immediate vicinanze dell’appartamento bruciato.
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