martedì 11 dicembre 2012

Il sentiero chiuso di ‘Villa Quiete’, pronta la soluzione. La proposta è del gruppo consiliare PdL-Lega in accordo con alcuni residenti.





Potrebbe essere un ‘tornello’ a garantire l’accessibilità al sentiero di Villa Quiete senza scontentare i residenti di Monte Mario. L’espediente consentirebbe però solo l’accesso pedonale, ma non quello ciclabile. La soluzione soddisferebbe i proprietari poiché all’origine della chiusura del sentiero vi sarebbe stato il timore dovuto all’eccessiva velocità con cui i ciclisti discendevano da Monte Mario. Responsabilità di eventuali incidenti potevano ricadere sui frontisti essendo la strada privata.

Eugenio Salamone e Giacomo Macchiavelli, consiglieri comunali del gruppo PdL-Lega, hanno annunciato la proposta scrivendo:  

Anni fa, la maggioranza di Sasso Marconi, non riuscendo a trovare un compromesso accettabile per tutti, ebbe una causa (cosa che non accade di rado...) contro i residenti di quella zona che ora hanno il pieno possesso del cancello e della strada che conduce alla famosa ‘Via degli Dei’. 
Fino ad oggi, i residenti, hanno tenuto l'accesso laterale sempre aperto, ma il continuo ingresso di ciclisti, li ha portati a chiudere, in queste settimane, l'unico accesso a quella via.
Noi, che siamo un'opposizione decisa, ma responsabile, cercando di venire incontro alle esigenze dei residenti e a quelle degli escursionisti, abbiamo avuto diversi incontri e qualche ‘trattativa’ per cercare di risolvere la questione. 
La nostra proposta, in seguito a questi colloqui, è quella di inserire un tornello che impedisca, per quanto possibile, l'ingresso dei ciclisti, ma permetta quello dei pedoni.
A questo punto auspichiamo che la questione si possa risolversi in breve tempo e invitiamo per il futuro la Giunta e il Sindaco Mazzetti a prestare maggiore attenzione alle problematiche del territorio.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

La soluzione di per sè è valida. Ma esteticamente fa schifo.
E poi spero che non si precluda l'accesso alle carrozzine di qualunque natura e caratteristica tecnica.

Si potrebbero fare delle staccionate in legno progressive che interdicano il passaggio alle biciclette/motorini.

Poi, i proprietari della strada, potrebbero chiedere al comune l'installazione di un cartello stradale di divieto di transito alle biciclette/motorini.

Sempre che la strada privata sia ad uso pubblico.

Per saperlo bisogna fare richiesta all'Ufficio Tecnico del Comune del certificato di destinazione urbanistica.



In assenza di questi requisiti difficilmente la strada potrà essere considerata ad uso pubblico. Ancor meno se non esiste un atto pubblico del comune che serva a caratterizzare la strada come sevente al pubblico (ad esempio il suo utilizzo da lungo tempo come strada aperta al pubblico).

Anonimo ha detto...

Prima si vieta alle moto l'accesso ai sentieri incampagna, poi alle bici si vieta l'acceso a Monte Mario. Direi che stiamo esagerando....

Anonimo ha detto...

Io credo che si dovrebbe fare una bella distinzione fra le moto ed i fuoristrada da un lato, che provocano danni incalcolabili ai sentieri ed all'ambiente, e dall'altro le bici, che di certo non hanno lo stesso impatto, ed i camminatori, che meriterebbero la tutela ed il rispetto massimo da parte di tutti.
Non fosse altro che con quella pratica pesano di meno sulle casse della sanità.....

Anonimo ha detto...

mah, veramente un peccato non poter più accedere a monte mario in bici, è un gran bel percorso...Comunque i consiglieri Macchiavelli e Salamone sono sempre super attivi....e che fustacci in fotografia!!

Anonimo ha detto...

credo che il divieto non sia per le biciclette ma a chi non ne fa un uso corretto.

Anche l'atomo è innocente e utile in medicina ma diventa micidiale in mano a quelche deficente mitomane.

Anonimo ha detto...

se le biciclette creano pericolo in discesa, è inutile chiudere in basso... tanto dall'alto si può continuare a scendere, poi all'ultimo tornante (o al primo salendo) si va verso via Vizzano... perchè i proprietari non costriuscono un nuovo "muro di Berlino" su tutto Monte Mario, così nessuno li disturba...

Anonimo ha detto...


Quando si va a casa di qualcuno si bussa gentilmente alla porta e si entra se quella porta viene aperta. Tutti hanno il diritto di vivere in pace a casa propria: basta con le pretese oggi, e l'arroganza domani, su quelli che non sono pubblici diritti.

Manuel ha detto...

sono circa 25 anni che vado in bicicletta a Monte Mario e non ho mai sentito di problemi causati dai ciclisti. credo che questo sia solo un capriccio dei ricchi proprietari che come al solito in quanto ricchi vengono accontentati dal comune a scapito dei cittadini che si fanno una pedalata nella natura. SCANDALOSO!

Persasso ha detto...

mi trovo in accordo con l'ultimo commento. E' indubbio che qualcuno si sia reso responsabile di atteggiamenti pericolosi e maleducati, ma questo non è corretto risolvendo con l'interdizione a tutti o a intere categorie di utenti.
Ormai l'appennino, per problemi di scarsità di mezzi delle amministrazioni pubbliche, è diventato una unica proprietà privata, anche in lande apparentemente remote, con il pretesto/ragione delle moto da enduro, della sicurezza e di quant'altro. Sono sciocchezza che potrebbero essere risolte con il buonsenso e qualche controllo più accurato, oltre che ad una più attenta regolamentazione dei mezzi e certificazione degli utenti. Ma concludo dicendo che le biciclette sono un problema pretestuoso, basta un cartello di divieto per scaricare tutta la responsabilità di comportamenti pericolosi sull'utente. In altri paesi del mondo è semplicemente questo che si fa, e chiaramente, si usa anche un bel po' di buonsenso.

Anonimo ha detto...

La IV Sezione penale della Corte di Cassazione (n. 8950/1990); e, da ultima, la Sezione II del Tar della Puglia (n. 491 del 1994) che addirittura ha precisato che la qualificazione di una strada come di uso pubblico discende non tanto dal fatto che su di essa possano transitare persone diverse dal proprietario o dal fatto che essa si colleghi ad una pubblica via quanto piuttosto presuppone che essa sia posta a servizio di una collettività di utenti (uti cives).

Anonimo ha detto...

La IV Sezione penale della Corte di Cassazione (n. 8950/1990); e, da ultima, la Sezione II del Tar della Puglia (n. 491 del 1994) che addirittura ha precisato che la qualificazione di una strada come di uso pubblico discende non tanto dal fatto che su di essa possano transitare persone diverse dal proprietario o dal fatto che essa si colleghi ad una pubblica via quanto piuttosto presuppone che essa sia posta a servizio di una collettività di utenti (uti cives).

Anonimo ha detto...

Sono sconcertato... da ciclista innamorato di via villa quiete penso sia una gravissima perdita non consentire l'accesso ai ciclisti.
Se il problema è legato all'assicurazione delle automobili dei proprietari, il comune non potrebbe fare un accordo con una qualche agenzia assicurativa e assicurare i residenti su eventuali "collisioni" con i ciclisti?

Anonimo ha detto...

Monte Mario è un bene pubblico e villa quiete è una strada vicinale e cioè privata ad uso pubblico.
A tutti i ciclisti ed escursionisti che frequentano la zona: MOBILITIAMOCI E NON NE PERMETTIAMO LA CHIUSURA!!
E' 20 anni che va avanti questa storia ed è inaccetabile che ci sia preclusa la possibilità di godere delle NOSTRE montagne.
Un incidente, una discussione tra residenti e ciclisti, comportamenti maleducati.... si risolvono con un divieto collettivo o sono colpe soggettive da attribuire attraverso i canali istituzionali preposti?

RIFLETTETE

Anonimo ha detto...

Ma che razza di discorsi pretestuosi! Chiudere l'accesso ad un bene pubblico e' come vietare la vendita dei coltelli perche' qualcuno li usa per uccidere.
Basta rendere la strada pubblica e i residenti non devono piu' avere la preoccupazione di eventuali danni da risarcire. Ma poi, se si scontrano due auto cosa succede?