giovedì 13 dicembre 2012

Ictus, la trombolisi può salvare la vita. Se ne discute a Bologna, sabato 15 dicembre, al convegno Trombolisi nell’Ictus Ischemico Acuto.



Da Azienda USL di Bologna:
  
Riconoscere prontamente i sintomi dell’ictus, come disturbi del linguaggio, paralisi facciale, rapida perdita di forza in un braccio o in una gamba, per intervenire immediatamente con il trattamento trombolitico endovenoso, che permette di sciogliere il trombo che ostruisce l'arteria cerebrale interessata. Il trattamento, potenzialmente in grado di evitare una morte o una grave disabilità ogni 7 pazienti trattati, è efficace per alcuni specifici episodi di ictus se viene completato entro le prime tre ore dall’insorgenza dei sintomi.

Da un paio di anni il trattamento trombolitico endovenoso, già avviato a Bologna dalla seconda metà del 2008, è garantito a tutti i cittadini della provincia dalla rete metropolitana dello Stroke, tra le prime in Italia per complessità organizzativa e capacità di integrazione tra ospedali. Nel corso del 2012 sono state 90 le persone con ictus trattate con trombolisi. Il 60% di esse è rientrato al proprio domicilio guarito o con minimi deficit residui, il 33% ha avviato percorsi di riabilitazione, il 7% è deceduto. 

Di questa esperienza, le Neurologie degli ospedali Maggiore e S.Orsola – Malpighi, dirette rispettivamente da Tommaso Sacquegna e Fabio Cirignotta, discuteranno nel convegno Trombolisi nell’Ictus Ischemico Acuto, in programma sabato 15 dicembre presso la Casa dei Donatori di Sangue, Aula Cesari, in Via dell’Ospedale 20 a Bologna. Nel corso della giornata, che sarà aperta da Massimo Annicchiarico, direttore sanitario dell’Azienda Usl di Bologna, e da Agostino Baruzzi, direttore scientifico dell’IRCCS Istituto delle Sienze Neurologiche di Bologna, verranno discusse le strategie più attuali per il trattamento trombolitico, endovenoso e intrarterioso.

L'ictus è la terza causa di morte in Italia, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie, con il 10-12% di tutti i decessi annui, e la prima causa di invalidità. Ogni anno in Italia si registrano circa 200.000 casi, 9.000 dei quali in Emilia-Romagna, 1.600 nella Provincia di Bologna. Il rischio di ictus aumenta con l’età, in pratica raddoppia ogni 10 anni a partire dai 45 anni, raggiungendo il valore massimo negli ultra ottantenni.

La rete Stroke è costituita dal sistema di Emergenza-Urgenza del 118 e dei Pronto Soccorso, dalla Stroke Unit dell’Ospedale Maggiore e dalla Medicina d’Urgenza del Policlinico S.Orsola-Malpighi, che sono i due centri di riferimento provinciali autorizzati al trattamento dalla Regione Emilia Romagna. Della rete fanno parte anche la Medicina interna del Policlinico S. Orsola Malpighi e gli ospedali di Bentivoglio, San Giovanni in Persiceto e Porretta Terme, che dispongono di aree dedicate all’assistenza dei pazienti con ictus che hanno già ricevuto il trattamento trombolitico. La rete è integrata con le strutture riabilitative dell’area metropolitana di Bologna, che garantiscono il completamento del percorso di cura,  lo stroke care, nella fase post acuta dell’ictus..

La Stroke Unit dell’Ospedale Maggiore e la Medicina d’Urgenza del S.Orsola-Malpighi sono operative 24 ore su 24, alternandosi nelle ore notturne, nei week end e nei giorni festivi.

1 commento:

antonio lavini ha detto...

Questo è uno dei motivi per il quale l'eventuale eliminazione di una auto medicalizzata non può essere accettata.
Provate a pensare al danno morale del 40% di coloro che non superano la fase iniziale per inefficenza sanitaria o cattiva sanità, provate a pensare al costo sociale del 33% di coloro che, ben che vada, dovranno sottoporsi ad un percorso riabilitativo.
Buona meditazione e BUON NATALE