Cirrosi epatica, l'albumina riduce la mortalità: ecco lo studio del Sant'Orsola. La ricerca no-profit durata 10 anni è stata pubblicata su 'The Lancet'. Tutti i partecipanti non hanno percepito alcun compenso aggiuntivo per il lavoro svolto
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Una riduzione del rischio di mortalità a 18 mesi del 38% e delle complicanze superiore al 50%. Questi i principali risultati ottenuti con una terapia innovativa per i malati con cirrosi epatica scompensata basata sulla somministrazione di albumina, sperimentata in uno studio indipendente durato oltre dieci anni e guidato da un gruppo di ricercatori del Policlinico di Sant’Orsola di Bologna. I risultati dello studio sono stati pubblicati su The Lancet, una delle più prestigiose riviste mediche internazionali.
Cirrosi epatica, cos'è
Una
malattia cronica del fegato, causata spesso da virus, uso
inappropriato di alcol e problemi metabolici. Dopo una lunga
fase spesso asintomatica, la cirrosi diventa scompensata quando
i pazienti sviluppano gravi complicanze, tra cui la principale è
rappresentata dall’ascite (accumulo di liquido nella cavità
addominale). La cirrosi è tra le più frequenti cause di morte nel
mondo. Circa 15.000 individui muoiono in Italia a causa delle
complicanze di questa malattia. Per la complessità di gestione
e per le frequenti ospedalizzazioni, la cirrosi scompensata richiede
un elevato utilizzo dei sistemi sanitari con costi economici molti
alti.
La ricerca
Lo
studio, proposto e coordinato dai Professori Paolo Caraceni e Mauro
Bernardi, coadiuvati dagli assegnisti di ricerca Dott. Giacomo
Zaccherini e Dott. Maurizio Baldassarre e dal Medico in
Formazione Specialistica in Medicina Interna Dott. Manuel
Tufoni, afferenti all’Unità Operativa Semeiotica Medica diretta
dal Prof. Franco Trevisani, rappresenta il più grande trial
clinico randomizzato mai portato a termine con successo in
questa tipologia di pazienti. Alla ricerca hanno partecipato altri 32
centri Italiani, arruolando complessivamente 440 pazienti.
Lo
studio clinico randomizzato (ANSWER trial) è una ricerca
indipendente no-profit resa possibile da un finanziamento di
circa 800mila euro da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco
(AIFA) che ha selezionato il progetto nel 2007 attraverso un bando
competitivo. Il finanziamento ha coperto i costi di gestione
dello studio, mentre tutti i partecipanti dipendenti del Sistema
Sanitario Nazionale non hanno percepito alcun compenso
aggiuntivo per il lavoro svolto.
aggiuntivo per il lavoro svolto.
I risultati dello studio del Sant’Orsola
I
risultati dimostrano che l'albumina, somministrata ogni settimana al
dosaggio di 40 grammi in servizi di tipo ambulatoriale, è in
grado di ridurre il rischio di mortalità a 18 mesi del 38%,
così come il numero di paracentesi evacuative (drenaggio percutaneo
del liquido ascitico) del 54% e la frequenza delle principali
complicanze, tra cui insufficienza renale (-61%), encefalopatia
epatica (-52%), infezioni batteriche del liquido ascitico (- 67%).
Per la prima volta nei pazienti con cirrosi scompensata, è stato
dimostrata l’efficacia di un trattamento in grado di agire
complessivamente sull’intera malattia e non solo sulle singole
complicanze.
Include
anche un'analisi farmaco-economica che documenta come il trattamento
non solo sia costo-efficace, in quanto il risparmio legato al minor
numero di ospedalizzazioni e il miglioramento della qualità di
vita giustificano ampiamente i costi legati all'uso cronico
dell'albumina, ma consente anche una riduzione della spesa sanitaria
nella maggioranza di questi malati.
„L’effetto dell’albumina e le ricadute
cliniche
L'albumina, sintetizzata dal fegato, è la principale proteina presente nel sangue del nostro organismo. Oltre all’utilizzo come espansore plasmatico in terapia intensiva, l’albumina viene utilizzata da anni nei pazienti con cirrosi epatica per il trattamento a breve termine di alcune complicanze acute della malattia. Nella cirrosi, come conseguenza della perdita di funzione del fegato, la sua produzione è notevolmente ridotta. L’efficacia del trattamento cronico è probabilmente conseguente al recupero delle numerose funzioni che l’albumina esercita nell’organismo e che risultano compromesse dalla cirrosi.
E’
probabile che i risultati di questa ricerca abbiano una rapida
ricaduta nella pratica clinica. In Italia, dove la
somministrazione di albumina è regolata dalla nota 15
dell’AIFA, questi risultati potranno favorire l’accesso
omogeneo a questa terapia garantendo appropriatezza ed evitando
così sprechi e squilibri, mentre all’estero, dove
la
somministrazione cronica di albumina rappresenta un approccio ancora non utilizzato, potrebbero favorire la sua introduzione tra le terapie dei pazienti con cirrosi epatica scompensata
somministrazione cronica di albumina rappresenta un approccio ancora non utilizzato, potrebbero favorire la sua introduzione tra le terapie dei pazienti con cirrosi epatica scompensata
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