giovedì 13 settembre 2012

SASSO MARCONI: imprenditore denuncia una ‘storia di follia organizzativa’.




E ‘ inviperito Angelo Cevenini , amministratore delegato della ‘Emilpak’ di Sasso Marconi che prepara, cioè tosta, e confeziona caffè monoporzionato.
Un semplice potenziamento della fornitura di gas si è rivelata una ‘operazione ciclopica’ che ha richiesto un tempo d’attesa di oltre sei mesi e un esborso non indifferente. All’origine dei suoi guai, incapacità e disorganizzazione.
“Denuncio ciò che mi è accaduto perché spero così si possa  risolvere e rendere la vita più facile per chi come me fa impresa e ha un lavoro appesantito da chi evidentemente ricopre indebitamente ruoli professionali ”, precisa Cevenini che racconta: “ Avendo l’azienda  la necessità di aumentare la produzione,  si è dotata di una tostatrice di forte  capacità produttiva e  in grado quindi di preparare quanto era necessario per rispondere alle richieste in aumento della clientela. Acquistato il nuovo macchinario, mi sono recato agli uffici della società che rifornisce il gas per pattuire la nuova fornitura e l’impiegato, dopo aver registrato i dati di nuova fornitura, ha precisato che a breve avrei avuto il preventivo di spesa del nuovo allacciamento e che entro quarantacinque giorni  la fornitura richiesta sarebbe stata erogata. Come ho ricevuto il preventivo di spesa, 13.000 euro, ho  pagato per non creare intoppi. 
Poi fiducioso ho atteso che il lavoro venisse fatto e nel contempo ho accettato le nuove richieste della clientela assicurando la fornitura nei tempi dettati da quei 45 giorni necessari per i lavori. E’ passato però  il periodo dei 45 giorni e nessuno si è presentato” racconta ancora l’amministratore delegato. “Ho quindi  contattato l’impiegato e, dopo il sollecito, sono finalmente arrivati i tecnici con i mezzi per il movimento terra con l’incarico di porre in sede i tubi del nuovo allacciamento. Subito si sono accorti che dovevano attraversare gli impianti interrati della SNAM e quindi senza l’avvallo di quell’azienda non potevano agire. Ho subito richiamato l’addetto del gas che mi ha assicurato che avrebbe provveduto, ma c’era un ulteriore onere da sostenere, 7.000 euro che ho subito pagato. E’ quindi passato altro tempo anche perché per intervenire c’era la necessità della presenza sul luogo di un incaricato della Snam e combinare gli impegni di un operatore con quelli del fiduciario dell’altro ente non era facile. Intanto sono passati sei mesi. Ho richiesto la fornitura il 13 marzo e solo il 13 settembre sono arrivati a fare i primi scavi per la posa dei tubi. Ma è possibile che non si potesse subito, già il 13 marzo, consultare  la cartografia dell’area e accorgersi della presenza degli impianti della Snam?”, si chiede Cevenini. “ Ora rischio la perdita della clientela che non ho potuto soddisfare . In più , va considerato che alcuni nuovi posti di lavoro potevano essere già stati assegnati. Ho certamente avuto un danno di fatturato oltre che di immagine e di serietà imprenditoriale per cui sto valutando con i miei legali la possibilità di adire alle vie legali per il risarcimento del danno".

A fronte di un possibile aumento di posti di lavoro,  bloccato dalla burocrazia, si registrano invece sofferenze in altri casi per timori sulla perdita di posti di lavoro e la tenuta degli organici.

Al supporto  legale sono già giunti i dipendenti della ex Cat Corsini di Borgonuovo  che, senza stipendio dal maggio scorso per il subentro di una nuova proprietà che però si è fatta di nebbia, intendono richiedere il fallimento dell’impresa nella speranza di poter così accedere agli aiuti previsti in questi casi.

Fermento anche alla Kemet di Sasso Marconi e Vergato che reclama da parte della multinazionale proprietaria il mantenimento degli accordi che prevedevano la realizzazione  a Sasso Marconi del polo di ricerche e di realizzazione dei particolari ad alto profilo tecnologico.

Di fronte a queste difficoltà il consigliere  Pietro Fortuzzi ha chiesto un consiglio comunale specifico sul tema ‘lavoro’ a Sasso Marconi.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

mi auguro che "Emilpak"resti a fare impresa a Sasso Maroni....in Italia. Comunque tale somma pagata per un allacciamento oggi, ed il tempo di burocrazia è disincentivare aumento di produttività.

Maldina Antonio ha detto...

yceOggi in un momento di vera e propria emergenza di posti di lavoro dove fare impresa nel nostro paese è veramente difficile, per la burocrazia e la difficoltà che si incontrano ogni giorno anche per le cose piu' semplici credo occorra far conoscere a piu' persone possibile queste realtà da parte mia quasi incomprensibili, in modo che insieme si cerchi di far cambiare le cose.Un grande sostegno morale a tener duro all'amico Cevenini, e un ringraziamento al sig. Fabbriani che ci permette di essere informati con il suo diligente lavoro devo dire purtroppo di queste tristi realtà Italiane.
Antonio Maldina

un cittadino ha detto...

Perchè gli italiani solamente per orgoglio o per vergogna, pagano sempre prima di aver ottenuto un servizio richiesto ????? di questi tempi poi....meglio stare in campana.

Anonimo ha detto...

Chiedo al Consigliere Sig. Pietro Fortuzzi di chiedere al Sindaco di Sasso Marconi se lui, i sindacati e i suoi amici della Regione pensano di farsi prendere in giro ancora dalla Kemet....se però ci hanno preso gusto ci spieghino il perchè. Grazie