Il primmo progetto |
A
Casalecchio di Reno si accende il dibattito sul futuro dell'area ex Pedretti,
si legge oggi su Bologna Today. Il progetto per la costruzione di un edificio
di nove piani, lungo circa 45 metri, con 47 alloggi, garage sotterranei e spazi
commerciali ha scatenato le proteste di cittadini e forze politiche. Una
petizione popolare ha raccolto oltre 4.000 firme per chiedere una "vera
piazza" al posto del palazzo, mentre il centrosinistra locale si divide sulla
questione.
La
storia dell'area
L'ex
Albergo Ristorante Pedretti, inaugurato nel 1910, fu distrutto da un
bombardamento nella Seconda guerra mondiale, poi ricostruito e infine chiuso
nel 2007. Nel 2019 l'edificio è stato demolito, lasciando spazio a nuovi
progetti urbanistici.
La
mobilitazione
I
gruppi consiliari promotori della petizione (CentroSinistra per Casalecchio,
Lista Civica Casalecchio, Gruppo Misto) denunciano il rischio di un intervento
che cambierebbe radicalmente il volto della città:
"Più
di 4.000 cittadine e cittadini di Casalecchio hanno firmato la nostra petizione
popolare, a cui si aggiungono oltre 1.000 persone che lavorano, studiano o
frequentano la città. Un movimento di popolo per dire no a un enorme sbaglio
che ipotecherebbe il futuro della nostra città."
Secondo
i promotori, la costruzione dell'edificio comprometterebbe la visibilità delle
due eccellenze culturali cittadine, il Teatro e la Biblioteca/Casa della
Conoscenza.
La
proposta alternativa
I
contrari al progetto non si limitano alla protesta, ma avanzano un'alternativa
che concilia gli interessi di tutti i soggetti coinvolti. La proposta prevede:
·
Una
riduzione della volumetria edificata nell’area ex Pedretti, con un palazzo più
piccolo e spostato in un angolo della piazza.
·
La
delocalizzazione di parte della volumetria in un'area di proprietà regionale
dietro via Carbonari, dove il medesimo costruttore sta già realizzando altre
palazzine.
·
Il
mantenimento di un garage interrato in piazza del Popolo, con posti auto
eccedenti la necessità del nuovo palazzo, che il privato potrebbe vendere o
affittare.
I
promotori chiariscono di non essere contrari alla costruzione, ma chiedono un
diverso assetto urbanistico: "Nessuno ha parlato di espropri proletari.
Il privato ha diritto a costruire, ma non può ignorare la volontà della
comunità".
Divisioni
nel centrosinistra
La
vicenda ha generato tensioni anche all'interno del centrosinistra locale. I
promotori della petizione invitano però a guardare avanti: "Non serve
cercare colpevoli nel passato, ma unire le forze per trovare soluzioni
condivise".
Il dibattito si inserisce in una fase di profonda trasformazione per Casalecchio, con progetti infrastrutturali come la Nuova Porrettana, l’interramento della ferrovia e la Linea Blu del tram. Secondo i critici, serve una visione d'insieme per evitare errori urbanistici: "È un'opportunità unica: bisogna coinvolgere la comunità nelle scelte e immaginare insieme la Casalecchio del futuro".
11 commenti:
Scusate il francesismo: si può dire che il progetto fa cacarissimo?
C’è bisogno di alberi e giardini, non di altro cemento e polvere
Se vuoi alberi e giardini non stai in città te ne vai oltre Sasso, più su'.
Anche NewYork ha il suo “Central park” . Perché a Casalecchio no?
Anonimo delle 14:10, cosa c’è di così sbagliato pensare a una “area verde” nel centro di Casalecchio? La “transizione “ green” lo richiede? Non so. Penso al futuro e alla comunità…la sua risposta non la vedo molto “green” ma molto interesse per altre soluzioni…
le rispondo... a Casalecchio abbiamo: la porrettana, la bazzanese, una zona industriale che non ha orizzonte, l'autostrada a 120 corsie che ci trafigge, una concentrazione di traffico di auto "di fuori" favorite da centri commerciali e palasport sempre più colossali, almeno 150 postazioni di antenne 5G, i cantieri eterni, continui di ripristino, modifica, ricostruzione, e per non farci mancare nulla abbiamo anche uno dei rarissimi insediamenti industriali ad alto rischio ambientale la BASF, con relativo piano per spostare la popolazione in caso di incidente, mi dica ragionandoci un pochino, a cosa le serve un giardino con qualche alberello avvelenato? Viviamo nella città più servita dell'occidente, tutti qui sono contenti ma non felici, manca sempre una panchina, un alberello, un vaso di fiori, perciò consiglio di spostarsi più a monte, saluti.
Se in 4000 hanno firmato, contestando il progetto, una “valida” ragione, un desiderio, una prospettiva di vita meno cementificata ci sarà. Devono tutti trasferirsi in collina? È nell’ottica del suo pessimismo che non capisco. Cosa vuol dire? che: “viviamo in mezzo a tanto inquinamento, tanto traffico e tanto cemento, tanto vale costruire ancora palazzi, asfaltare e cementare?
E' TARDI, E' TARDI, E' TARDI.
Alla base di tutto bisogna sempre considerare che ogni cosa che si può fare deve avere una qualità: c'è una evidente differenza qualitativa, per esempio, tra l'ultimo progetto di edificio e quello che lo ha preceduto (vedi immagine in cima), così come è possibile fare una bella o brutta piazza o giardino. Più che discutere su cosa fare, è molto più utile e costruttivo ragionare su come si possono fare le cose, anche se ci sarà sempre qualcuno di scontento....... allora non faccio mai niente?
ma quale progetto stai commentando: di quello in predicato di essere costruito o di quello che lo ha preceduto (usato come immagine di questo post)?
di verde a Casalecchio ce n'è abbastanza (parchi, giardini, fiume, colline...) non serve altro verde nel suo punto più centrale, mi pare evidente, altrimenti piantiamo alberi anche in piazza Maggiore a Bologna o in piazza Navona a Roma?
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