Confagricoltura lancia l'allarme: “Necessarie politiche del lavoro mirate”
L’agricoltura deve tornare ad attrarre i
giovani. Per la campagna 2025 in Emilia-Romagna, il settore ha bisogno di
almeno 6.000-7.000 lavoratori. Non solo potatori, raccoglitori di frutta e
ortaggi, vendemmiatori, addetti alla zootecnia e operatori di macchinari
agricoli, ma anche personale per accoglienza, ristorazione e ospitalità in
ambito agrituristico. A questo si aggiunge la crescente richiesta di operai
specializzati nell’uso delle tecnologie avanzate dell’agricoltura 4.0, dai big
data all’intelligenza artificiale.
L’appello
arriva da Confagricoltura Emilia Romagna, che sollecita politiche del lavoro
rivolte ai giovani, alla luce dei dati Eurostat: in Italia il tasso di
occupazione giovanile è fermo al 19,2%, contro una media europea del 34,8%. Un
divario di 15,6 punti percentuali che evidenzia la necessità di interventi per
rendere il settore più attrattivo. L’agricoltura, sottolinea l’associazione,
offre reali opportunità di crescita, formazione e sviluppo professionale,
garantendo anche tutele in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
“Sgravi contributivi per rendere il settore competitivo”
Confagricoltura
Emilia Romagna chiede alla politica misure concrete per favorire l’occupazione
subordinata. “Germania e Paesi Bassi hanno introdotto agevolazioni fiscali e
contributive per i lavoratori stagionali, consentendo di stabilire salari più
elevati. L’Italia potrebbe seguire questo modello”, afferma l’organizzazione.
Tra
le richieste principali c’è l’applicazione di uno sgravio contributivo del 68%
per le attività stagionali, la stessa aliquota prevista per le aree
svantaggiate, al fine di ridurre il costo del lavoro in Pianura Padana, oggi il
più alto d’Europa. Inoltre, si propone la sospensione o l’alleggerimento della
contribuzione fiscale a carico dei lavoratori per aumentare le retribuzioni e
rendere il lavoro nei campi più appetibile.
Contratti stagionali a rischio: “Serve una soluzione”
Un’altra
criticità è la mancata conferma per il 2025 dei contratti di lavoro subordinato
occasionale a tempo determinato. “Viene meno uno strumento essenziale per
studenti, pensionati e percettori di ammortizzatori sociali, che ha permesso
anche ai pensionati precoci di rientrare nel mercato del lavoro”, denuncia
Confagricoltura.
Centri per l’Impiego inefficaci: solo il 2% dei disoccupati trova lavoro
L’associazione
evidenzia infine il problema dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
“Solo il 2% di chi cerca lavoro trova un’occupazione tramite i Centri per
l’Impiego”, sottolinea Confagricoltura, criticando la chiusura degli uffici di
collocamento agricolo, un tempo fondamentali per contrastare il lavoro irregolare
e lo sfruttamento.
Un esempio virtuoso arriva da Portomaggiore (FE), dove il Centro per l’Impiego pilota, nato su iniziativa di Confagricoltura Ferrara, sta aiutando concretamente le aziende nella ricerca di manodopera e nella lotta al caporalato. “Un modello che andrebbe replicato su scala regionale”, conclude l’organizzazione.
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